Tra i paesi BRIC, l’economia russa è stata quella che ha maggiormente risentito della crisi economica mondiale: mentre nel 2007 il Pil aveva registrato una crescita sbalorditiva (per la precisione dell’8,1%) il 2008 si era concluso con il Pil a +5,6% e la produzione industriale a +2,1%.
Secondo quanto stimato dal Ministero dell’Economia (Mert), nel settembre di quest’anno, il Pil russo è aumentato dello 0,5% per la prima volta dall’anno scorso, indicando la fine del periodo acuto della crisi.
La Russia, oltre ad essere il primo paese produttore mondiale di petrolio, è tuttora leader mondiale nella produzione di gas naturale e mantiene il terzo posto in termine di riserve valutarie; questo permette al paese di contrastare la crisi economica: ai primi di novembre 2009 il Governo ha deciso di riallocare 10,3 miliardi di dollari, dapprima destinati alla ricapitalizzazione delle banche, per fronteggiare la disoccupazione e per il sostegno delle imprese che operano in settori strategici (automobilistico, cantieristico e aeronautico).
Il Rosstat, relativamente ai primi nove mesi del 2009, ha diviso la produzione industriale in tre principali settori: produzione ed estrazione di materie prime (che ha avuto un calo di appena il 3%); produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua (al secondo posto, con un calo del 6,9%) e l’industria manifatturiera (-14,5%).
I settori che hanno avuto una miglior tenuta e che la mantengono sono: industria alimentare, produzione di carbon coke e prodotti petrolchimici, pelletteria e calzature.
Rimangono invece in forte crisi la produzione di mezzi di trasporto, mentre il settore metalmeccanico e l’industria elettrotecnica si stanno faticosamente riprendendo.
Nel 2008 l’inflazione è stata del 13,3%, anche a causa della graduale svalutazione del rublo; nel 2009 si è verificata una deflazione, con un rallentamento dell’economia, e si prevede che l’inflazione si ridurrà, entro la fine dell’anno, sotto il 10%.
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