Le principali notizie e informazioni di natura economica, finanziaria, giuridica e politica relative alla Federazione Russa.

mercoledì 31 marzo 2010

Le misure per uscire dalla crisi adottate dal Governo Russo

Diversi sono stati gli effetti della crisi globale in Russia. Le grosse risorse finanziarie derivanti dall’andamento del prezzo del petrolio, che influenza da sempre tutta l’economia russa, sono state principalmente votate all’importazione di prodotti. Nel momento in cui questo fattore si è abbassato si è verificata una mancanza di liquidità. Le ripercussioni sull’economia sono dunque state rapide e violente, toccando nel maggio del 2009 il calo massimo dell’indice di produzione industriale. Tra i Paesi del BRIC, la Federazione Russa è stata quella che ha subito più di tutte la crisi. Le ripercussioni sul mercato interno in Russia si sono viste con il cambiamento delle abitudini da parte dei consumatori che hanno da subito accantonato i beni costosi. Il calo della domanda per le banche ha visto un forte peggioramento del portafoglio crediti. La Banca Centrale Russa impone, infatti, dei rigidi relicious di accantonamenti non appena si verificano dei ritardi negli incassi dei crediti. Le banche, specialmente quelle piccole (se ne contano ad oggi 1.200 ca.) si sono trovate in grande difficoltà, nella necessità di fare grossi accantonamenti, impedendo la possibilità di concedere nuovi finanziamenti. Nel 2009 c’è stata una riduzione del 40% degli investimenti stranieri in Russia per un valore complessivo, comunque positivo, di 40 miliardi USD.
In reazione alla crisi il governo annunciò già nel 2008 il “Primo Piano Anti-Crisi”, presentato sul piano politico come un piano votato principalmente a importanti interventi di natura sociale e di stimolo della domanda interna, mentre in realtà si è guardato alla stabilità del sistema finanziario e ad aiutare le principali aziende del Paese. I fondi utilizzati durante la crisi sono stati quantificati in 200 miliardi USD (di cui solo 60-70 provenienti dai fondi di budget federale), pari al 14% del PIL russo. Per il 2010 il Governo russo ha dichiarato di voler mantenere sussidi di una certa importanza, cercando di modernizzare principalmente la maggior parte degli impianti industriali e creando investimenti nei settori delle nanotecnologie, investimenti dall’estero e creando un rinnovamento e un ammodernamento del sistema finanziario russo. Il Ministero dello Sviluppo Economico ha stilato una tabella su tre possibili scenari del futuro dell’economia russa basati proprio sul prezzo del petrolio (grave, sufficiente, ottimistico); l’attuale valore fa prevedere una situazione abbastanza ottimistica. L’aumento del PIL è previsto per il 2012 del 3,6%.

Firmato accordo tra i paesi del BRIC per la sicurezza alimentare. La Russia punta a diventare il maggior fornitore agricolo

Venerdì scorso, a Mosca, i Ministri dell’agricoltura dei paesi del BRIC (Brasile, India, Russia e Cina) hanno firmato un accordo per combattere la fame e promuovere la sicurezza alimentare. Le quattro nazioni, infatti, costituiscono assieme il 32% della superficie coltivabile mondiale e producono circa il 40% del grano, motivo per cui l’interesse per l’argomento è elevato. La necessità alla base di questo patto è quella di creare un mercato ed un commercio internazionale che rispettino i criteri di giustizia e libertà e siano privi di discriminazioni. L’accordo stipulato si è posto l’obiettivo, in primis, di far rispettare le negoziazioni del WTO (World Trade Organization) di Doha, del 2001, il quale prevedeva l’abbassamento delle barriere commerciali, ma che venne interrotto nel 2008 a causa di divergenze con i paesi sviluppati. A ciò si aggiunge la volontà di tutti e quattro i paesi di ridurre gli effetti dei cambiamenti climatici sull’agricoltura cooperando in campo tecnologico ed informativo. Si è inoltre proposta la creazione di un database con informazioni agricole per sostenere e coadiuvare lo scambio di cereali.
Il Ministro russo, Yelena Skrynnik, si è subito dimostrata pronta ad agire, sostenendo che la Russia ha già inviato un carico di grano di svariate tonnellate in Brasile e annunciando la speranza che anche l’India possa comprare dalla Federazione quantitativi di grano e olio di semi. Lo stato russo, infatti, progetta di diventare il maggior fornitore agricolo della regione.

martedì 30 marzo 2010

Dietro alle esplosioni alla metro di Mosca ci sarebbero responsabilità politiche

Le esplosioni di ieri a Mosca, che hanno provocato la morte di più di 37 persone ferendone un centinaio, sono state provocate da due donne kamikaze di cui però non si sa ancora nulla. Il sospetto maggiore delle autorità russe ricade sul terrorismo ceceno, con il quale la Russia ha avuto a che fare negli ultimi decenni a causa del lungo conflitto di matrice sociale, ideologica ed etnica tra Mosca e la regione del Nord caucasico. Negli anni Novanta la tensione causò ben due guerre in Cecenia, costellate da una serie di episodi tragici tra cui quelli presso il teatro Dubrovka e la scuola di Beslan. Se il sospetto venisse confermato, dimostrerebbe che l’attentato di ieri è un chiaro segnale di attacco contro la Russia da parte della Cecenia. Da anni lo stato russo sta cercando di reprimere gli insorti islamici della regione con le sue forze militari, ben note per la brutalità con cui operano in quelle zone. La corruzione e la violenza dei militari russi sarebbe la causa scatenante dell’aumento dell’estremismo nella regione.
La questione cecena ha forti legami anche con la politica russa: in passato gli attentati terroristici subiti dalla Russia sono stati strumentalizzati dal Cremlino per giustificare l’enorme potere ottenuto e per sbaragliare l’opposizione, e nel 2000 aiutarono Putin ad ottenere la Presidenza. Gli episodi di ieri ridestano tra la popolazione il timore del ritorno del terrorismo e accrescono anche la protesta di molti nei confronti del governo. L’attentato è, infatti, la dimostrazione che il Cremlino non è in grado di gestire la situazione del Caucaso e soprattutto non è riuscita a proteggere la propria capitale, che ieri si è rivelata vulnerabile. La risposta del governo è stata però dura e decisa; il presidente russo Dmitri Medvev ha annunciato che il paese continuerà fino alla fine a combattere il terrorismo, e Vladimir Putin ha dichiarato che i responsabili verranno individuati ed «eliminati».

lunedì 29 marzo 2010

Accordo tra Russia e USA per il nuovo trattato sulla riduzione di armi nucleari

Russia e Stati Uniti hanno concordato la firma del nuovo trattato di riduzione delle armi nucleari, lo START 2 (Strategic Arms Reduction Treaty), che avverrà a Praga il prossimo 8 aprile. Secondo l’accordo, che per essere effettivo dovrà essere ratificato dal DUMA russo e dal Senato Americano, ciascun paese potrà disporre di 1.550 testate nucleari e 700 vettori tra missili, bombardieri e sottomarini. Il patto segna quindi una forte diminuzione di armamenti rispetto al primo START, che venne firmato tra i due paesi nel 1991, ed al Trattato SORT, firmato nel 2002 tra George Bush e Vladimir Putin. Il trattato avrà durata di 10 anni e potrà essere rinnovato per altri 5 ed è stato definito da Obama “il più ampio accordo sulla riduzione di armamenti in due decenni”. Esso non stabilisce tuttavia una limitazione sui programmi di difesa anti-missile, difatti la Russia si riserva il diritto di denunciare il trattato se riterrà che gli Stati Uniti minaccino la sua sicurezza.
La firma di questo accordo rappresenta comunque un importante passo tra i due paesi: da una parte perché non esclude trattative e negoziazioni simili in altri settori, e dall’altra parte perché è un segnale di riconciliazione tra due nazioni che negli anni precedenti si erano allontanate a causa di politiche contrastanti. Da un punto di vista strettamente economico, la riduzione di armi nucleari permetterà ad entrambi i paesi di risparmiare in modo significativo, potendo investire in altri settori o convertendo ad altri impieghi le forze strategiche.
Nel firmare lo START 2, sembra che le due nazioni vogliano mandare un segnale di non proliferazione atomica, in contrasto con le decisioni di molti paesi quali Iran e Corea del Nord, e proprio su questo tema verterà il summit che si aprirà il 12 aprile a Washington.

venerdì 26 marzo 2010

Investimenti: Mosca più proficua della “Grande Mela”

Ora che le economie globali cominciano a sperimentare i primi segnali di ripresa dalla crisi, si prospettano programmi d’investimento strategici.
Il rating delle dieci città più interessanti a livello di investimenti, elaborato dalla Paris Ile de France Capitale Economique, agenzia finanziaria francese, in collaborazione con la KPMG - società di consulenza internazionale, vede al primo posto Londra, che lo scorso anno ha realizzato ben 270 grandi progetti d’investimento. New York, che nel 2008 e per molti anni precedenti, era al terzo posto, nel 2009 è retrocessa al decimo, mentre Mosca è salita al sesto: la posizione raggiunta dalla capitale russa riflette le aspettative degli investitori globali, connesse ai piani del Cremlino di trasformarla in uno dei più importanti centri finanziari del mondo.
In febbraio la Moscow International Stock Exchange, o Borsa Micex, ha comunicato il progetto di aprire, entro la prima metà del 2010, una sede di rappresentanza a Londra, uno step che porterebbe la Russia ad una maggiore integrazione nella comunità finanziaria internazionale. Due anni fa la Micex aveva siglato un accordo di cooperazione con la Borsa tedesca: tale operazione aveva rappresentato un primo passo verso l’internazionalizzazione.
La Borsa Micex è una delle 30 maggiori Borse del mondo e si configura come la più grande piazza non soltanto della Russia e dei Paesi della Csi, ma anche dell’Europa Centrale e Orientale. Nonostante la crisi mondiale, la Borsa in questione ha aumentato i propri redditi del 34,7% lo scorso anno e la sua quota nelle contrattazioni delle attività russe e dei depositary receipts delle azioni delle società russe raggiunge il 63%. Gli analisti internazionali affermano unanimi che, per gli investitori, Mosca attualmente è in grado di offrire maggiori possibilità della “Grande Mela”.

Commercio internazionale: buone prospettive in Russia per il mercato del formaggio. A Mosca nascerà una struttura a supporto delle aziende italiane

In Russia inizia ad emergere il mercato del formaggio, il quale sta recentemente crescendo del 5% e si presenta così come un futuro settore in cui investire. Il consumo pro-capite dell’alimento è però ancora basso rispetto ai paesi occidentali più sviluppati, e la quota del mercato produttore locale è del 69%. Attualmente la spesa della popolazione in prodotti alimentari è del 45,6% ed è concentrato soprattutto su prodotti “poveri” come la pasta dura e prodotti spalmabili. Nonostante ciò a Mosca, città che anticipa spesso le tendenze dei consumatori russi, sono già presenti sul mercato circa 700 diversi tipi di formaggio, molti dei quali italiani. Con una popolazione di 140 milioni di persone che si stanno sempre più avvicinando alle abitudini occidentali, le prospettive che si stanno aprendo in questo settore potrebbero attirare molti operatori stranieri.
Intanto, Promofiere ha deciso di inaugurare una nuova struttura di 200mq a Mosca, il Russian Trade Office, che fornirà assistenza e supporto alle aziende italiane per tutto ciò che riguarda l’import-export e le fiere internazionali. Lo spazio è stato ideato come estensione dell’ufficio di Promofiere già esistente a Mosca e potrà essere utilizzato per varie esigenze.

giovedì 25 marzo 2010

Nokia espande la propria presenza in Russia

Il colosso della telefonia Nokia ha annunciato di voler incrementare nei prossimi due anni e mezzo la propria presenza in Russia, aprendo 120 negozi con il proprio brand nelle città con più di 50.000 abitanti. L’obiettivo è quello di espandere i servizi relativi al settore musicale e delle mappe. Attualmente la Nokia ha attivato una collaborazione di tre mesi con la maggior compagnia telefonica russa, la Mobile TeleSystems. E’ stato infatti lanciato un pacchetto legato allo smartphone N97 che servirà per diffondere i servizi di navigazione e photo sharing. Victor Saeijs, responsabile delle vendite per l’Eurasia dell’azienda finlandese, ha rivelato che prossimamente presenteranno sul mercato russo i telefonini che supportano una doppia SIM, prodotto già affermato nei mercati più avanzati. Ha aggiunto inoltre che la collaborazione con gli operatori locali proseguirà in futuro in quanto è il miglior sistema per diffondere e far conoscere i propri servizi.

La Russia investe sul nucleare

La Russia, sull’onda di molti altri paesi, sta pianificando di costruire e far funzionare 26 nuovi reattori nucleari, aumentando così l’attuale quota nucleare pari al 16% e portandola entro il 2020 al 20%. La società statale per la costruzione di tali impianti, la Rosatom, è già in concorrenza con altre aziende internazionali come la francese Areva, la giapponese Toshiba e Canada Cameco. Attualmente punta a costruire nuovi reattori in paesi come la Cina, al primo posto per la rinascita nucleare, India, Vietnam e Turchia. In seguito ad un incontro sull’industria nucleare Putin ha affermato che la Russia punta ad approfittare del rinnovato interesse globale per questa fonte energetica. Ha inoltre dichiarato che l’impianto di Bushehr, in Iran, entrerà in funzione quest’estate. Ad ottobre, inoltre, inizierà ad operare la centrale di Volgodonsk, nel Rostov, la prima del nuovo programma nucleare, i cui due nuovi reattori saranno attivi nel 2013 e nel 2015.

venerdì 19 marzo 2010

Russia: il mercato degli alimenti per bambini presenta buone prospettive di crescita

Nel 2009, per la prima volta dal crollo dell’URSS, in Russia – soprattutto grazie alle politiche di incentivazione della maternità del Cremlino e al conseguente aumento della natalità – si è verificata un’inversione positiva delle tendenze demografiche. A questo fattore si deve la rapida crescita che il settore dei generi alimentari per bambini ha registrato di recente: negli ultimi tre anni tale mercato è cresciuto in media dell’8-10%.
Secondo quanto affermato dagli esperti di marketing, il mercato dei generi alimentari per bambini è ancora nella sua fase di sviluppo ed è caratterizzato da un continuo aumento e ampliamento della gamma dei prodotti offerti ai consumatori, nel rispetto delle più moderne norme sanitarie.
Il settore degli alimenti per bambini è suddiviso nei seguenti segmenti: “alimenti per bimbi”, “succhi per bimbi e bibite contenenti succhi” e “alimenti che sostituiscono latte materno”; il 21% del mercato è occupato dai prodotti che sostituiscono il latte materno e il restante 79% dai generi alimentari di passaggio dal latte materno al cibo normale. La spesa media per acquisto singolo è di 120 rubli (€ 3,50) e il canale distributivo che va per la maggiore è quello del supermercato, seguito dai negozi specializzati e dalle farmacie.
I produttori di generi alimentari per l’infanzia negli ultimi anni hanno registrato una crescita vertiginosa della concorrenza tra i produttori russi e quelli stranieri: sebbene anche i primi abbiano avviato questo tipo di produzione, la maggior parte di questa tipologia di prodotti è importata. Il 60% del mercato russo del settore è controllato dai tre maggiori produttori: Nestlé, Nutricia e Nutritec.
Uno dei principali fattori, che sono alla base dello sviluppo del mercato di questa categoria di alimenti, è la crescita delle spese dei genitori per gli alimenti speciali; come si è registrato in molti altri settori, i consumi maggiori sono concentrati a Mosca, dove la media russa è superata di ben 16 volte.
Tuttavia, in Russia vengono consumati, secondo le statistiche, solo 12 chili di alimenti per bimbo all’anno, contro la media europea di 22 chili annui. Il mercato dei generi alimentari per bambini è assai lontano dalla saturazione e si stima che conserverà elevati ritmi di crescita anche nei prossimi 5-6 anni.

venerdì 12 marzo 2010

Il Cremlino punta sullo sviluppo del mercato finanziario per favorire l’afflusso di investimenti esteri

Negli ultimi due mesi del 2009, stando a quanto affermato dagli operatori della Borsa di Mosca Micex, il volume delle contrattazioni si è ridotto notevolmente. La fuga degli investitori rappresenta questione spinosa per il sistema finanziario russo, già debilitato dall’assenza di limiti che vincolino l’ingresso e il movimento di capitali speculativi.
Per accelerare l’uscita dalla crisi finanziaria, la Russia ha bisogno di aumentare l’afflusso di investimenti esteri nel Paese. Il mese scorso, in occasione della terza riunione del Consiglio per gli investimenti, il presidente Medvedev ha convocato ministri, alti funzionari del Governo, rappresentanti del mondo della finanza e di quello dell’imprenditoria per l’elaborazione di misure concrete atte a rendere più favorevole il clima per gli investitori strategici, al fine di rendere appetibili investimenti a lungo termine: l’arrivo di tali capitali in Russia è strettamente connesso all’approvazione di alcune leggi fondamentali, senza le quali i mercati finanziari russi non potranno riuscire a svilupparsi. Per favorire l’ingresso di capitali a lungo termine, il Governo russo ha elaborato un disegno di legge sull’ottimizzazione del regime di soggiorno di professionisti stranieri che arrivano in Russia su invito di organizzazioni e società coinvolte nella realizzazione di progetti d’investimento innovativi sul territorio della Federazione Russa. Inoltre, entro il 1° aprile, il Governo presenterà alla Duma un disegno di Legge per semplificare le procedure del clearing di prodotti, merci e servizi alle dogane del Paese.Uno dei principali compiti del Consiglio per gli investimenti è la messa a punto di un piano strategico per lo sviluppo del mercato finanziario del Paese fino al 2020, accantonato nel 2009 a causa della crisi. Tuttavia, se da un lato la sfavorevole congiuntura finanziaria internazionale ha costretto il Cremlino a rivedere i propri piani, dall’altro ha fornito l’occasione di guardare da un’altra prospettiva ai rischi di natura globale e al sistema esistente di strumenti finanziari, inoltre, ha permesso di analizzare i provvedimenti anticrisi adottati da altri Paesi e di comprendere come la Federazione Russa potrebbe collocarsi nel sistema finanziario globale.

venerdì 5 marzo 2010

Dalla Silicon Valley una delegazione di primo livello porta l’hi-tech” a Mosca

Il Dipartimento di stato statunitense, intorno alla metà di febbraio, ha inviato una delegazione composta dai top manager delle società più innovative della Silicon Valley, da funzionari statali e dall’attore Ashton Kutcher – nuovo manifesto diplomatico dell’amministrazione Obama – in Russia: si è trattato di una “missione hi-tech” con lo scopo di discutere dell'importanza dell'uso dei media sociali e di contribuire al ripristino di rapporti positivi tra le due superpotenze.
La missione ha visto impegnati imprenditori, dirigenti e innovatori, alcuni tra i più grandi nomi del mondo delle comunicazioni e dei media sociali quali: Jack Dorsey - co-fondatore di Twitter - John Danahoe - a.d. di eBay - Shevin Peshevar - fondatore del Social Gaming Network - il presidente della fondazione Mozilla e il chief technology officer di Cisco Systems Padmasree Warrior. La presenza del trentenne attore Kutcher è, invece, il risultato di un’idea di Jared Cohen, braccio destro del ministro degli esteri Hilary Clinton nell’ambito dell’iniziativa “L’arte di governare nel 21secolo”, il cui obiettivo è quello di usare la tecnologia a fini diplomatici: Cohen ha pensato che “un pizzico di Hollywood” avrebbe attratto maggiormente i media russi, giovando all’esito della missione.
In Russia, i rappresentanti della Silicon Valley hanno incontrato i ministri della Sanità e dell’Istruzione, numerosi consiglieri del presidente Dimitrij Medvedev e gli a.d. di società hi-tech per illustrare come le tecnologie per la comunicazione e i social network possano servire a potenziare e ampliare i legami tra Stati Uniti e Russia, così da aiutare il Governo di Mosca nella sua battaglia contro la tratta di esseri umani.L’idea di inviare una delegazione completamente hi-tech all’estero è nuova: quella in Russia è la terza missione di tale portata, segue quelle già avvenute in Iraq e in Messico.