Le principali notizie e informazioni di natura economica, finanziaria, giuridica e politica relative alla Federazione Russa.

martedì 31 gennaio 2012

I fondi di venture capital

In Russia prendono piede le iniziative di venture capital che offrono finanziemento e consulenza agli startuppers più promettenti.

A partire dalla seconda metà del 2010, in Russia sono sorti alcuni fondi di venture capital, iniziative che si propongono di selezionare, finanziare e formare startuppers; tali fondi si fanno chiamare incubatori aziendali, acceleratori di prestazioni aziendali o fabbriche di progetti. Tra questi, uno dei più noti è il fondo di capital venture Farminers, che offre un ufficio ben equipaggiato e 150 mila dollari per stipendi ed eventuali altre attrezzature agli imprenditori che presentano progetti interessanti nell’ambito di settori che garantiscono un elevato potenziale di sviluppo, come i servizi online destinati al mercato di massa (shopping e giochi). Secondo il Direttore Generale di Farminers, Maksim Matvejko, la società sarà in grado di assimilare 35-36 progetti nel giro di un solo anno; gli startuppers selezionati svilupperanno i propri prodotti attraverso la guida e la consulenza giornaliera dei project manager ed esperti della Farminers che, in cambio, riceverà una quota del 40% del capitale di ciascuna impresa avviata.
I vari fondi simili a Farminers - come Fast Lane Ventures, Glavstart, Bricolage, Texdrive - si differenziano tra di loro solo per alcuni dettagli e sono tutti alla ricerca di imprenditori promettenti con l’obiettivo di avviarli e seguirli nella nuova attività che sarà poi proposta ad altri investitori strategici.
Quasi tutti i fondi di venture capital privati sono limitati a una stretta cerchia di settori: Internet, software, servizi di telefonia mobile, cloud computing. Si tratta di settori più semplici in termini di expertise, cui si aggiunge il vantaggio di raggiungere risultati in tempi brevi. Per le società innovative, operanti nei settori della medicina, biologia e di altri settori “fuori moda”, sono disponibili infatti solo i fondi dello Stato.

lunedì 30 gennaio 2012

Il consumo di vino in Russia

Negli ultimi anni, la crescita limitata della domanda, le nuove leggi relative al consumo di alcol e le politiche internazionali hanno complicato il settore delle importazioni di vino in Russia.

Secondo gli operatori del settore, il consumo di vino in Russia stenta ad incrementare soprattutto a causa del prezzo: il vino in Russia è molto costoso, e non soltanto quello di qualità. A tal riguardo, Vadim Drobiz, direttore del Centro ricerche di mercato per la produzione federale e regionale di alcolici, ha dichiarato: “Il basso livello dei salari mensili costituisce un altro ostacolo importante alla crescita del settore del vino […]. A causa delle differenze nel livello dei salari medi, il vino in Russia è quattro o cinque volte più costoso che in Europa”.
Inoltre, il settore degli alcolici in Russia si caratterizza per il massiccio consumo di birra e vodka: nei primi nove mesi 2011 le vendite della prima hanno raggiunto quota 8,2 miliardi di litri, le vendite di vodka hanno toccato gli 1,1 miliardi, mentre sono stati venduti solo 700 milioni di litri di vino, 140 milioni in meno rispetto allo stesso periodo del 2010. Come emerso da un’indagine dell’agenzia russa RosBusinessConsulting, sempre relativamente allo scorso anno, il 60% dei russi beve birra, il 49% predilige la vodka e solo il 26% sceglie vino.
Infine, nel gennaio 2011, i produttori locali di bevande alcoliche sono stati sottoposti a un controllo di sicurezza dei loro standard di produzione e molti distributori hanno dovuto procedere al rinnovo della licenza, con il risultato che nell’ultimo anno e mezzo “il numero di produttori di liquori e di vino in Russia è sceso di circa il 40% e quello dei distributori di circa il 50%”.

venerdì 27 gennaio 2012

Possibile calo dell’export russo di cereali

Il ritmo intenso delle esportazioni russe negli ultimi mesi ha fatto suonare un campanello d’allarme circa la loro prosecuzione.

Russia e Argentina hanno negato di avere in programma misure per limitare le esportazioni di cereali, ma l’intenso ritmo dell’export degli ultimi mesi non è incoraggiante. Vladimir Putin lo scorso ottobre aveva dichiarato che non sarebbero state consentite esportazioni superiori a 24-25 milioni di tonn, tuttavia, considerati i ritmi attuali, vi si arriverebbe entro 2-3 mesi.
Dal giugno scorso - quando è stato rimosso il bando alle esportazioni - fino a metà gennaio, la Russia, ha venduto all’estero ben 19,5 milioni di tonnellate di grano, un dato record considerando il periodo dell’anno: gli investitori, memori del fatto che il Cremlino non aveva escluso, fin dall’inizio dell’anno, la possibilità di reintrodurre dazi per proteggere il mercato locale e che lo scorso ottobre aveva messo in guardia i coltivatori dal prendere impegni eccessivi con i clienti, si aspettano che possa a breve entrare in vigore qualche forma di limitazione.
Il dipartimento Usa per l’Agricoltura (Usda) ha inoltre avvertito che, anche se Mosca non dovesse adottare misure formali, l’export russo è comunque destinato a subire un rallentamento nella seconda parte dell’anno, in quanto “le scorte disponibili per l’esportazione sono diminuite”. Gli stock prossimi all’esaurimento sarebbero, in particolare, nelle provincie di Rostov, Krasnodar e Stavropol.

giovedì 26 gennaio 2012

I meriti dell'Urss

Sebbene vent’anni dopo il crollo dell’Unione Sovietica non si faccia altro che ricordarne gli aspetti negativi, ci sono almeno cinque ragioni per essere anche grati all’Urss.

Se oggi in Russia la settimana lavorativa è composta di 5 giorni, sono previste dalle 2 alle 4 settimane di ferie pagate, il congedo di maternità, gli standard di sicurezza per gli operai e la copertura sanitaria, è merito della pressione che il comunismo esercitò sul capitalismo. L’attuale legislazione del lavoro è solo uno dei motivi per i quali i russi devono essere grati all’Unione Sovietica, che ha contribuito anche al raggiungimento di alcuni diritti per la donna, alla ricostruzione post bellica, all’anticolonialismo e a molti progressi in ambito scientifico. Si potrebbe affermare che, sebbene quello dell’Urss fosse un sistema per molti aspetti “poco umano”, grazie ad esso si è potuto percepire il lato più umano del capitalismo.
L’Unione Sovietica svolse un ruolo di primaria importanza nella sconfitta della Germania nazista: Stalingrado è il famoso campo di battaglia in cui fallì il progetto nazista di una guerra lampo (blitzrieg), e che consentì quindi il rovesciamento delle sorti del secondo conflitto mondiale, al termine del quale fu delineato il Piano Marshall che, di fatto, venne attuato solo a condizione che i comunisti fossero esclusi dai parlamenti dei Paesi che ricevevano gli aiuti.
Inoltre, il Blocco sovietico ha difeso la causa delle colonie sottoposte allo sfruttamento a causa dell’imperialismo capitalista, l’Urss infatti forniva il suo aiuto ai Paesi che lottavano per la loro indipendenza e a quelli che l’avevano da poco raggiunta.
Infine, si devono ai sovietici molte scoperte scientifiche, tra cui l’invio del primo satellite, il primo uomo e la prima donna nello spazio. Sempre ai sovietici va poi riconosciuto il merito di aver realizzato: organi artificiali, il primo elicottero e la xerografia.

mercoledì 25 gennaio 2012

Russia, aumenta il gas acquistato dall'Azerbaidjan

Quest’anno la Russia intende raddoppiare gli acquisti di gas dall'Azerbaidjan: l’ex repubblica sovietica fa gola anche all'Unione europea, desiderosa di ridurre la sua dipendenza energetica da Mosca.

L'Europa e la Russia concorrono all'accesso delle vaste risorse dell'Azerbaidjan, ex repubblica sovietica situata fra l'Iran e la Russia. In particolare - come reso noto dal gruppo russo Gazprom in seguito alla sottoscrizione dell'accordo da parte del presidente del gigante russo del gas, Alexei Miller, e da parte di Rovnag Abdullaiev, presidente della compagnia Azera Socar - nel 2012 Mosca intende raddoppiare gli acquisti di gas dall'Azerbaidjan: “Secondo il documento il volume di gas acquistato nel 2012 dall'Azerbaidjan passerà da 1,5 a 3 miliardi di metri cubi, a partire dal 2013 supererà i 3 miliardi di metri cubi all'anno”.
L'accordo permette alla Russia di allargare le sue capacità di approvvigionamento nelle regioni del Caspio ricche di idrocarburi e, conseguentemente, consente al Paese di accelerare la realizzazione del progetto relativo al gasdotto South Stream. L'intesa rappresenta invece una minaccia per il Nabucco, il progetto concorrente sostenuto dall'Unione europea, che dovrebbe far arrivare il gas dall'Asia centrale aggirando la Russia: il gasdotto Nabucco ora rischia di essere privato, a termine, di una parte di gas estratto in Azerbaidjan.

martedì 24 gennaio 2012

La Russia “salva” il mercato dei gioielli

Presenti moltissimi buyer russi alla Fiera internazionale Vicenzaoro Winter, una delle più importanti fiere mondiali di gioielli.

Il settore dei gioielli non resta indenne alla crisi mondiale: nel 2011 le vendite di gioielli sono cadute del 15-20% rispetto all’anno precedente, e gli esperti prevedono che il 2012 sarà un anno altrettanto difficile; tuttavia, per l’edizione 2012 della Fiera internazionale Vicenzaoro Winter, conclusasi venerdì 19 gennaio scorso, sono stati investiti ben 36 milioni di euro per la costruzione di nuovi padiglioni.
Sebbene all’evento non siano presenti espositori della Federazione russa, la lingua più parlata all’interno della struttura, dopo l’italiano e l’inglese, è il russo e agli stand si incontrano molte ragazze dell’Est, scelte non solo per la presenza, ma anche per poter comunicare con i clienti perché i buyer russi sono moltissimi. Qualche buyer spiega così la massiccia affluenza russa alla Fiera di Vicenza: “Il motivo che attira così tanti clienti dall’Est è che qui non ci sono solo stand, ma anche seminari e workshop, dove si scoprono le ultime tendenze. Si tratta di un evento utile e innovativo”.
I gusti dei visitatori russi sono molto vari, si rivolgono sia ai classici gioielli in oro con diamanti, perle e pietre colorate, sia ai nuovi articoli di moda realizzati in argento e in metalli innovativi come bronzo e rame, uniti a pietre naturali e a smalti. A tal riguardo, Nicola Borina di Koinè afferma: “Il buyer russo è molto attento alla moda e ricerca gioielli innovativi in grado di differenziarsi dall’enorme offerta di prodotti, molto spesso simili tra loro, attualmente esistente nel mercato”.
Cosmo Petrone di Vintage Bijoux afferma che negli ultimi anni è aumentato il numero di clienti russi, e non solo a Mosca o San Pietroburgo, ma anche a Novosibirsk e in altre città della Federazione, facendo salire le vendite verso la Russia, che corrispondono a circa il 30% del totale.

lunedì 23 gennaio 2012

La Russia torna “alla conquista della Luna”

La Russia intende collaborare con Esa e Nasa per un progetto relativo alla realizzazione di una base spaziale per raggiungere la Luna entro il 2020.

Dopo una serie imbarazzante di fallimenti per l’attività spaziale russa e in seguito ai viaggi del programma Apollo, che aveva evidenziato l’assenza degli elementi chimici leggeri capaci di sostenere la vita sulla Luna, la colonizzazione del satellite della Terra sembrava un progetto ormai accantonato. Tuttavia, il programma a lungo termine della Nasa prevede un nuovo viaggio verso la Luna da compiere entro il 2018 e la Russia, persuasa che i tempi siano maturi per stabilire sul satellite una base spaziale o creare una stazione orbitante, intende prendervi parte e si dichiara disposta a collaborare con le agenzie spaziali americana ed europea, Nasa ed Esa, per dar vita ad una multiproprietà.
Gli intenti della Federazione sono stati resi esplicitati da Vladimir Popovkin, direttore generale della Roscomos, agenzia spaziale federale russa, che ha lanciato l’ipotesi di riesplorare la Luna facendo riferimento alle recenti scoperte di acqua nelle zone vicine alle calotte polari. Poco più di due anni fa, inaffti, in seguito al lancio da parte della sonda LCROSS di un missile-proiettile contro il cratere Cabeus al polo Sud lunare, la Nasa aveva annunciato la scoperta di una “significativa quantità” di acqua allo stato ghiacciato sulla superficie lunare, una presenza che veniva palesata dall’analisi spettrografica della nuvola di detriti provocata dall’impatto del missile.
Per i vertici russi, la conquista dello spazio, campo di confronto tra Usa e Urss durante la guerra fredda, rappresenta un simbolo di potenza utile da rilanciare alla vigilia delle elezioni presidenziali di marzo.

venerdì 20 gennaio 2012

Sanzioni per il reato di corruzione di funzionari stranieri

Per poter entrare a far parte dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (Ocse), la Russia intende aderire alla Convenzione per la lotta alla corruzione dei funzionari stranieri.

Gli imprenditori russi, secondo quanto è emerso da una recente ricerca condotta da Transparency International, sarebbero tra i più corrotti al mondo, superati solo dai cinesi. A tal riguardo, Ivan Ninenko, vicedirettore di Transparency International Russia, ha dichiarato: “I rappresentanti delle nostre aziende all’estero sono i più pronti a elargire bustarelle, tanto ai funzionari statali quanto alle organizzazioni private. Le nostre aziende non considerano nemmeno l’uso di dare mazzette come qualcosa di anormale. Per loro è una prassi abituale, e in Russia spesso è una scelta obbligata. Ciò è dovuto anche all’assenza di sanzioni, a differenza di molti Paesi in cui esistono da tempo delle leggi in materia”.
Tuttavia, la Duma di Stato ora sta valutando l’adesione della Russia alla Convenzione internazionale per la lotta alla corruzione dei pubblici ufficiali stranieri, al fine di poter entrare a far parte dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (Ocse). Tuttavia, Vladimir Skripnichenko, direttore generale del Centro per lo studio e la valutazione dei problemi giuridici ed economici del business, avverte che tale adesione implica che il business russo dovrà evitare alcuni Paesi e l’intero continente africano: “In Africa […] la tendenza alla corruzione supera ogni limite immaginabile, e purtroppo fare impresa in quei Paesi senza oliare i funzionari è impossibile”.

giovedì 19 gennaio 2012

Russia ancora schierata con l’Iran

Sebbene gli ispettori delle Nazioni Unite abbiano smentito le intenzioni pacifiche dichiarate da Tehran relativamente ai programmi nucleari iraniani, Russia e Cina si sono sempre schierate a favore dell'Iran.

Alcune settimane fa è stato ufficializzato l’arricchimento al 20% dell’uranio della centrale di Fordo, vicino la città di Qom, in Iran. Come al solito Russia e Cina - da un lato per interessi commerciali, e per spirito di contrapposizione contro “lo strapotere degli USA” dall’altro - si sono schierate a favore dell’Iran mentre Stati Uniti ed Alleati manifestano il loro disappunto: tale spaccatura favorisce la Repubblica Islamica che continua a portare avanti i suoi programmi ed è ormai a un passo dall’arma atomica.
Gli Stati Uniti hanno imposto nuove sanzioni alla Banca Centrale Iraniana e alle compagnie petrolifere che commerciano con gli USA, l’Ue ha comunicato che intende porre un embargo sul petrolio Iraniano, mentre l’Iran minaccia di chiudere lo Stretto di Hormuz, fondamentale per i trasporti via mare del petrolio dei Paesi Arabi: i provvedimenti Usa e Ue non sono stati approvati dalla Russia, che minaccia l’Occidente e, considerando un eventuale attacco israeliano, avverte che un attacco preventivo contro il sito nucleare Iraniano sarebbe “una catastrofe”, in quanto produrrebbe un movimento di profughi e acuirebbe le tensioni settarie già presenti in Medio Oriente.
I prossimi colloqui sul nucleare, con molta probabilità, si terranno a Istanbul, proprio come un anno fa, quando USA, UK, Cina, Francia, Russia e Germania si riunirono senza però arrivare a ottenere risultati concreti, se non quello di posticipare eventuali azioni.

mercoledì 18 gennaio 2012

Ford: 500.000 unità prodotte in Russia

Ford festeggia le 500.000 unità prodotte nello lo stabilimento di San Pietroburgo e la realizzazione della prima Focus Wagon.

Oggi celebriamo un doppio successo, la 500.000esima vettura prodotta, nonché la prima nuova Ford Focus Wagon realizzata presso i nostri impianti […] da quando Ford ha portato qui a Vsevolozhsk le sue linee di assemblaggio, nel 2002, i volumi di Ford in Russia sono enormemente cresciuti, e siamo determinati a proseguire lungo questa strada” ha dichiarato il presidente e CEO di Ford Sollers, Ted Cannis, in occasione della cerimonia di festeggiamento tenutasi presso l'impianto Ford Sollers a Vsevolozhsk, vicino San Pietroburgo. Attualmente, il mercato russo è in effetti uno dei più saldi in Europa, dove le immatricolazioni sono invece calate bruscamente: segnando il -1,4%, lo scorso anno si è rivelato il quarto anno consecutivo in discesa.
Lo stabilimento Ford Sollers - joint venture operativa dallo scorso ottobre, responsabile della produzione, importazione e distribuzione in Russia di tutti i prodotti, veicoli, ricambi e accessori, del marchio Ford - è il primo nella produzione completa di veicoli di un costruttore estero in Russia; oggi è uno dei tre stabilimenti di Ford Sollers e conta oltre 2.700 persone impiegate. L’impianto di Vsevolozhsk produce ogni giorno circa 300 veicoli per ognuno dei due turni giornalieri e modelli quali Focus (in versione berlina, 5 porte e wagon) e Mondeo.

martedì 17 gennaio 2012

Indice della miseria: Russia meglio di Usa e Ue

Gli Stati dell’Europa centrale e orientale presentano un indice di povertà inferiore rispetto a quello delle economie sviluppate dell'Occidente.

Per misurare il livello di sofferenza in periodi di crisi, tradizionalmente si utilizza l'indice della miseria, dato dal inflazione e tasso di disoccupazione. Tuttavia, per stimare più in profondità la sofferenza che molti paesi stanno attraversando è necessario considerare l'indice della disperazione, in cui a inflazione e tasso di disoccupazione si aggiunge quello di povertà. Applicando questo criterio di misurazione, l’Ufficio del Censimento degli Stati Uniti ha annunciato che, nell’ottobre 2011, un americano su sette vive in condizioni di povertà: si tratta del numero più alto da 53 anni a questa parte, ovvero da quando è partito il censimento; poco più tardi, il Regno Unito ha comunicato che, stando ai dati dell'Office for National Statistics, la disoccupazione giovanile è ai massimi storici (oltre il 20%), e, infine, la Spagna ha reso noto che la disoccupazione nel Paese ha raggiunto il 23%.
L'indice della disperazione consente inoltre di mettere a confronto l'Occidente e i mercati emergenti: da tale paragone emerge che rispetto alle economie sviluppate dell'Occidente, gli Stati dell’Europa centrale e orientale sono meno in difficoltà. L'indice russo della disperazione, per esempio, lo scorso di novembre, presentava un punteggio di 25,5, un dato inferiore a quello degli Stati Uniti, dove il livello di disperazione raggiungeva quota 28,1. L’Ufficio del Censimento statunitense afferma che i livelli di povertà negli Stati Uniti risultavano in aumento ancor prima dello scoppio della crisi economico-finanziaria del 2008, e, secondo gli economisti, la maggior parte delle famiglie americane nel 2000 era più povera rispetto al 1990.
La Federazione russa invece, successivamente al crollo dell'Unione Sovietica, ha subito un processo di trasformazione: all'inizio degli anni Novanta, a causa dell’iper-inflazione, gli indici russi relativi alla miseria e alla disperazione erano a livelli record, ma negli anni successivi quest’ultimo è progressivamente sceso, fino al 2000, quando si è attestato sul livello attuale.

lunedì 16 gennaio 2012

In Russia i consumi non cedono il passo alla crisi

L'agenzia Deloitte ha effettuato un’indagine sui consumatori di 18 Paesi, principalmente europei, per verificare e confrontare la propensione alle spese relative ai festeggiamenti natalizi e di fine anno.

Gli esiti di un'indagine condotta dall'agenzia Deloitte, dimostrano che i consumatori russi, a giudicare dalle spese effettuate in regali, festeggiamenti e viaggi nel periodo natalizio, sembrano persuasi che la crisi finanziaria non abbia colpito il loro potere d'acquisto: il 67% ha infatti dichiarato che nel 2011 il proprio potere d'acquisto è addirittura cresciuto e il 40% si attende un ulteriore incremento nel 2012.
Lo studio della Deloitte, effettuato sui consumatori di 18 Paesi, prevalentemente europei, rivela che i Paesi che si sono mostrati maggiormente consapevoli della crisi, com’era prevedibile, sono la Grecia, il Portogallo, l'Italia, la Spagna e la Francia. Gli autori del sondaggio hanno tuttavia evidenziato che gli esiti dello stesso non possono essere considerati a prescindere dall’inflazione incontrollata che caratterizza alcuni Paesi.
I consumatori russi che hanno dichiarato di aver speso di più per le vacanze, rispetto allo scorso anno, sono in crescita dell'11%, superati soltanto da quelli ucraini e dai sudafricani, che hanno segnato, rispettivamente, un incremento del 18,3% e del 12,4%. Inoltre, secondo un sondaggio condotto da Superjob.ru - azienda russa specializzata nella ricerca di personale - mentre lo scorso anno il 56% dei lavoratori russi ha festeggiato il Capodanno a casa, quest’anno tale dato è sceso al 47%. Come ha affermato Maya Lomidze, direttore esecutivo dell'Associazione degli operatori turistici della Russia, per i russi che si sono invece recati all’estero per le vacanze di Capodanno le destinazioni gettonate sono: la Thailandia e l'Egitto; Francia, Italia e Austria per chi intende sciare; e altri Paesi europei, quali Germania, Spagna e Italia, per chi preferisce i “viaggi culturali”.

venerdì 13 gennaio 2012

Previsioni sull’andamento del rublo nel 2012

Gli analisti russi prevedono che il 2012 sarà un anno difficile per l’economia della Federazione russa.

Gli analisti russi si dichiarano preoccupati dalla situazione economica che attualmente caratterizza l’Europa, gli Stati Uniti e anche la Cina, che ha di recente registrato un calo della produzione; inoltre, ritengono che anche qualora i timori di una nuova recessione mondiale si dovessero rivelare infondati, per l'economia russa sarà molto difficile mantenere gli attuali ritmi di crescita.
Una stima un po’ più rosea è quella proposta da Vladimir Tikhomirov, della compagnia finanziaria Otrytie, secondo il quale dopo le elezioni inizierà un periodo di riforme che dovrebbe rinnovare l'ottimismo degli investitori e quindi favorire un afflusso di capitali che sosterrà il rublo e l'economia del Paese.
Non tutti però sono tanto ottimisti circa l’andamento della moneta russa. Nel 2012 società e banche russe dovranno pagare circa 75 miliardi di dollari di debito estero: come evidenzia Evgenij Gavrilenkov, di “Trojka Dialog”, se i problemi a livello globale continueranno a persistere - cosa che secondo l'esperto è molto probabile - e il rifinanziamento del debito continuerà a essere difficoltoso, il rublo non potrà che indebolirsi perché le entrate in valuta andranno innanzitutto a coprire il debito. Se invece venissero risolti i problemi finanziari dei Paesi industrializzati, il rublo potrebbe rafforzarsi o, quantomeno, rimanere ai livelli attuali.

mercoledì 11 gennaio 2012

Lo spritz sbarca a Mosca

Grazie a Marco Cervetti, un giovane ristoratore di origine italo-russa, anche a Mosca è approda il rito dello spritz, l’apertivo veneziano famoso ormai in tutto il mondo.

Lo spritz, versione dolciastra e lievemente alcolica dell’aperitivo consumata in tutto il Triveneto, è arrivato anche a Mosca: nell’autunno scorso, Marco Cervetti, un giovane ristoratore originario di Alessandria, dopo aver rilevato il ristorante “Bontempi” al centro di Mosca, ha deciso di inserire tra le voci del menù noto il cocktail a base di Aperol e prosecco. Cervetti ha affermato di aver concepito l’idea di esportare lo spritz nel periodo in cui lavorava alla Biennale di Venezia, dove ha notato che “i russi apprezzano molto questo aperitivo” quando hanno modo di assaggiarlo.
Lo spritz, che si consuma in compagnia soprattutto per socializzare, è una bevanda che spesso in Italia si beve stando in piedi; come ha osservato Cervetti, considerando i ritmi frenetici che caratterizzano una città come Mosca, i russi preferiscono rilassarsi, stando seduti al tavolo e facendosi servire, “non amano consumare in piedi al bar […]. Forse è per questo motivo che è così difficile esportare il rito dell’aperitivo”, ostacolato anche dalla passione dei russi per la vodka.
Tuttavia, il ristoratore piemontese non ha rinunciato a ricreare l’atmosfera dell’happy hour italiano, che non si limita alla nota bevanda: “Ogni domenica dalle quattro del pomeriggio, pagando una quota fissa, si ha la possibilità di mangiare attorno a una tavola imbandita, ricoperta di pietanze calde e fredde che accompagnano polli, quaglie e porchette. L’idea è quella di riproporre un vero banchetto rinascimentale: una natura morta che viene composta in cucina e portata in sala su un unico, immenso vassoio, attorno al quale si mangia fino a notte fonda”.

martedì 10 gennaio 2012

L’UE contro il monopolio di Gazprom

Il mese scorso il prezzo del gas russo in Europa è arrivato ai 500 dollari per 1000 mc: l'Unione Europea ha accusato ufficialmente l’ente energetico Gazprom di abuso di monopolio sul mercato del Vecchio Continente.

Le forniture di gas russo all'Europa generano ormai da molti anni conflitti e tentativi di politicizzazione. Ora che il prezzo del gas russo in Europa è arrivato ai 500 dollari per 1000 mc, la questione del monopolio russo in Europa si è fatta più impellente: il “Terzo pacchetto energetico”, finalizzato proprio alla demonopolizzazione del mercato europeo del gas, ha infatti smesso di essere considerato come una questione prettamente di settore, ed è entrato a far parte della grande politica.
Lo scorso anno, l'Unione Europea, interessata non meno di Gazprom alla stabilità delle forniture di gas dalla Russia, ha ufficialmente accusato l'ente energetico russo di abuso di monopolio sul mercato europeo e ha perquisito i suoi uffici e anche quelli dei suoi maggiori clienti, considerati come potenziali lobbisti, interessati al mantenimento del monopolio di Gazprom nel Vecchio Continente.
Mosca, si dichiara stupita dal provvedimento Ue e sia Gazprom sia i funzionari statali russi sostengono di non aver bene compreso quale sia il comportamento da tenere d'ora in poi: non solo i funzionari statali specializzati, ma anche il premier e il Presidente stanno cercando di analizzare tutti “i cavilli” della legislazione europea in materia energetica contenuti nel “Terzo pacchetto energetico”.
Quest’anno il Cremlino dovrà cercare nuovi strumenti di interazione con l’Ue, anche a causa dell'improvviso consolidamento della posizione dell'Azerbajgian, in quanto futuro fornitore alternativo di gas, e della Turchia, in quanto futuro Paese di transito per il gas diretto in Europa.

lunedì 9 gennaio 2012

Le maggiori “questioni russe” del 2011

Il 2011 è stato un anno piuttosto turbolento per la Federazione russa, alle prese con vecchie tensioni che si sono riproposte e nuove questioni da fronteggiare.

La sfavorevole situazione congiunturale, le vecchie questioni irrisolte e i nuovi problemi sorti sul piano internazionale e su quello interno hanno messo in difficoltà il colosso eurasiatico. Sul piano interno, anche a causa dei brogli nelle elezioni parlamentari di dicembre, si è inasprito il rapporto tra i cittadini e l’establishment russo, e l’attentato all’aeroporto di Domodedovo, avvenuto all’inizio del 2011, ha nuovamente mostrato come la questione cecena sia ancora lontana dall’essere risolta, nonostante la dura repressione operata da Ramzan Kadyrov. Mosca ora si sente minacciata dalla possibile espansione del terrorismo di matrice islamica nelle repubbliche del Caucaso settentrionale e da eventuali nuovi attentati nel cuore della stessa Russia.
Relativamente alle questioni di politica estera, una posizione di particolare rilievo è occupata dall’unione doganale: dal 1° gennaio 2012 Russia, Kazakistan e Bielorussia costituiscono un singolo spazio economico ed è prevista la costruzione di un’Unione Economica Euroasiatica entro il 2015. Lo scorso ottobre, il Kirghizistan ha dichiarato la sua intenzione di accedere all’unione doganale e anche i leader tagichi hanno mostrato interesse in tal senso; inoltre, qualora le pressioni russe sull’Ucraina affinché Kiev partecipi ai progetti di integrazione economica avessero esito positivo, Mosca potrebbe recuperare una notevole influenza economica su gran parte dell’area post-sovietica.
Sul piano energetico, il gasdotto Nord Stream, inaugurato lo scorso novembre, ha creato un collegamento diretto tra Russia e Germania attraverso il Baltico, rendendo le esportazioni di gas meno dipendenti da eventuali crisi energetiche tra Mosca e Kiev.
Anche l’ingresso della Russia nel’WTO ha rappresentato un successo sul piano internazionale ma rimane da affrontare l’ostacolo relativo alla ratifica della Duma sull’accesso all’organizzazione, il cui esito non è scontato.
Alcuni esperti hanno riscontrato analogie tra le recenti proteste post-elettorali in Russia e quanto era avvenuto all’inizio dello scorso anno nei paesi arabi e non escludono che il Paese possa seguire un percorso simile a quello intrapreso da Tunisia, Libia, Siria o Egitto. Tuttavia, secondo altri analisti, l’opposizione risulta troppo debole e frammentata rispetto all’establishment attuale, nonostante tutto ancora troppo forte per consentire lo sviluppo di una “primavera russa”. Inoltre, la maggior parte dei russi, temendo che con un’eventuale ribellione possa riproporsi il clima caotico che ha caratterizzato gli anni Novanta, diffida di idee e modelli politici importati dall’Occidente.