Gli Stati dell’Europa centrale e orientale presentano un indice di povertà inferiore rispetto a quello delle economie sviluppate dell'Occidente.
Per misurare il livello di sofferenza in periodi di crisi, tradizionalmente si utilizza l'indice della miseria, dato dal inflazione e tasso di disoccupazione. Tuttavia, per stimare più in profondità la sofferenza che molti paesi stanno attraversando è necessario considerare l'indice della disperazione, in cui a inflazione e tasso di disoccupazione si aggiunge quello di povertà. Applicando questo criterio di misurazione, l’Ufficio del Censimento degli Stati Uniti ha annunciato che, nell’ottobre 2011, un americano su sette vive in condizioni di povertà: si tratta del numero più alto da 53 anni a questa parte, ovvero da quando è partito il censimento; poco più tardi, il Regno Unito ha comunicato che, stando ai dati dell'Office for National Statistics, la disoccupazione giovanile è ai massimi storici (oltre il 20%), e, infine, la Spagna ha reso noto che la disoccupazione nel Paese ha raggiunto il 23%.
L'indice della disperazione consente inoltre di mettere a confronto l'Occidente e i mercati emergenti: da tale paragone emerge che rispetto alle economie sviluppate dell'Occidente, gli Stati dell’Europa centrale e orientale sono meno in difficoltà. L'indice russo della disperazione, per esempio, lo scorso di novembre, presentava un punteggio di 25,5, un dato inferiore a quello degli Stati Uniti, dove il livello di disperazione raggiungeva quota 28,1. L’Ufficio del Censimento statunitense afferma che i livelli di povertà negli Stati Uniti risultavano in aumento ancor prima dello scoppio della crisi economico-finanziaria del 2008, e, secondo gli economisti, la maggior parte delle famiglie americane nel 2000 era più povera rispetto al 1990.
La Federazione russa invece, successivamente al crollo dell'Unione Sovietica, ha subito un processo di trasformazione: all'inizio degli anni Novanta, a causa dell’iper-inflazione, gli indici russi relativi alla miseria e alla disperazione erano a livelli record, ma negli anni successivi quest’ultimo è progressivamente sceso, fino al 2000, quando si è attestato sul livello attuale.
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