Le principali notizie e informazioni di natura economica, finanziaria, giuridica e politica relative alla Federazione Russa.

venerdì 28 ottobre 2011

Ospitalità professionale Made in Italy per la Russia

Lo scorso 25 ottobre si è concluso Host, il Salone dell’ospitalità professionale a Milano: questa edizione si è caratterizzata per il debutto di Russia, Croazia, Panama e Thailandia.

L’edizione di Host - il Salone dedicato alle ultime novità nei settori della ristorazione professionale - conclusasi martedì scorso a Milano, quest’anno ha registrato un aumento del 21% relativamente alla presenza estera e ha visto il debutto di nuovi mercati come Russia, Croazia, Panama e Thailandia.
All’evento hanno partecipato circa una trentina di buyer provenienti dalla Federazione Russa, selezionati dalla Camera di Commercio italo-russa di Milano, tutti interessati a vedere in anteprima le ultime novità e le innovazioni presentate nel corso della fiera.
Sergey Garanin, buyer della società Azbuka Vkusa - catena di supermercati con 40 punti vendita a Mosca e dintorni - si è dichiarato soddisfatto dalla fiera e ha confermato la passione dei consumatori russi per il Made in Italy in questo settore: “Come azienda siamo nati nel 1997 e da allora siamo diventati un punto di riferimento per i moscoviti che amano il cibo di qualità e i prodotti mediterranei. Si tratta di un business che si sta sviluppando, con una crescita media all’anno di circa il 15% […]. I nostri clienti ricercano la freschezza e la qualità dei prodotti italiani, senza badare al prezzo. Con una predilezione per il formaggio, la pasta, i salumi e l’olio”. Garanin inoltre, ricordando che la Russia è attualmente molto focalizzata sull’ecologia, ha manifestato il proprio interesse riguardo ai prodotti improntati al risparmio energetico, che intende introdurre nel mercato russo.
Irina Trushina, buyer di Russian Project - società specializzata nel settore Horeca (hotel, ristoranti e catering) che collabora da 15 anni con aziende italiane - ritiene che la fiera rappresenti un’occasione per scoprire tutte le ultime novità nelle attrezzature da cucina e rivela che i clienti russi sono attratti soprattutto dall’attenzione al design che caratterizza il Made in Italy.
Considerando, infine, anche i prossimi importanti appuntamenti di cui sarà protagonista (Universiadi di Kazhan nel 2013 e Olimpiadi invernali di Sochi nel 2014), è indubbio che la Federazione Russia si candida a diventare la mecca delle aziende che operano nel settore alberghiero e nell’ospitalità professionale.

giovedì 27 ottobre 2011

Il programma del Fronte popolare panrusso

Il partito Russia Unita, certo di conservare la maggioranza alle elezioni di dicembre, fissa le priorità dei lavori della Duma.

Il partito Russia Unita ha pubblicato sul proprio sito web il Programma del Fronte popolare panrusso, l’organizzazione che il partito ha creato in vista delle prossime elezioni parlamentari e che si pone come obiettivo quello di concretizzare la democrazia diretta nel Paese.
Gli ideologi del Fronte popolare panrusso ritengono che, tra i problemi che la Federazione si trova a dover affrontare, i più urgenti sono quelli alla base della profonda insoddisfazione dei cittadini russi: povertà, cattivo clima economico, corruzione e l’incapacità degli amministratori nel risolvere adeguatamente i problemi della gente.
Il programma dell’organizzazione che fa capo a Russia Unita presenta un approccio liberale: la parte macroeconomica del documento insiste sulla necessità di modernizzare e diversificare il sistema economico e prevede che le entrate ricavate dalla vendita di risorse naturali vengano utilizzate per stimolare lo sviluppo economico, non più come una sorta di “paracadute”. Lo Stato dovrà stimolare inoltre l’iniziativa privata, eliminando la corruzione e tutti gli elementi burocratico-amministrativi che sono di ostacolo in tal senso.
Nella sezione relativa al commercio estero, appare chiaro l’intento di sostenere e incoraggiare le esportazioni dei settori manifatturieri e dei prodotti ad alto valore aggiunto. Anche i partner stranieri “più meritevoli” verranno favoriti: “Apriremo il nostro sistema economico alle imprese straniere detentrici di nuove tecnologie e disposte a estendere la produzione in Russia”.
Il Fronte popolare panrusso propone poi di sostituire con l’autoregolamentazione, in modo graduale, le misure di controllo statale nel sistema economico. Più in generale, gli estensori del documento intendono interrompere lo sviluppo pilotato che ha caratterizzato il mercato russo negli ultimi 10 anni, in favore di “una sempre maggiore iniziativa privata e una sempre maggiore competitività”.

martedì 25 ottobre 2011

Il piano Russia-Olanda: esportare biogas in Europa

Venerdì scorso Gazprom, Eurotechnika, BioGazEnergostroy e il gruppo olandese Gasunie hanno siglato a Mosca un memorandum per lo sviluppo e la distribuzione del biogas in Europa.

Il colosso russo Gazprom, le connazionali Eurotechnika e BioGazEnergostroy e il gruppo olandese Gasunie hanno stipulato un accordo relativamente al piano che prevede lo sviluppo e la distribuzione ci biogas in Europa. L’intesa, in un primo momento, prevede la creazione di una joint venture tra le imprese di settore per implementare in Russia la rete di produzione e di fornitura del nuovo gas “verde”, che presenterà caratteristiche energetiche analoghe a quelle del normale gas naturale; successivamente, seguirà l’avvio della fase di esportazione del metano biologico in tutti i Paesi europei.
Come ha dichiarato Alexander Medvedev, vice-presidente di Gazprom, “la Russia ha un considerevole potenziale produttivo di biogas, che nel lungo termine potrebbe raggiungere i 35 miliardi di mc l’anno […]. Sono fiducioso che lo sviluppo di questo settore contribuirà in modo significativo alla salvaguardia dell’ambiente e ad aprire nuovi orizzonti per la cooperazione energetica tra Ue e Russia.” Anche Paul van Gelder, ad di Gasunie, ha espresso simili constatazioni, ricordando che produrre biogas consente di utilizzare al meglio sia le biomasse rinnovabili che le infrastrutture esistenti attraverso le quali passa già la rete di distribuzione del gas naturale in Europa: per queste ragioni, per van Gelder, la Russia rappresenta il partner ideale con cui stabilire accordi che prevedano l’incremento delle esportazioni future “verso un nuovo mix energetico sostenibile.”

lunedì 24 ottobre 2011

Moody’s declassa il settore bancario russo

L’agenzia di rating Moody’s ha abbassato l’outlook del sistema bancario russo, che da “stabile” passa a “negativo”.

Moody's ha abbassato le prospettive sul settore bancario russo da stabile a negativo. Come è emerso da un report dell’agenzia di rating diffuso oggi, nel corso dei prossimi 12-18 mesi si verificheranno cambiamenti negativi per la Federazione Russa: “le deboli prospettive dell’economia mondiale e l’alta volatilità dei mercati finanziari indeboliranno il contesto operativo in Russia, riflettendosi in modo negativo sul settore bancario”. Secondo Moody’s la crescita del Pil russo subirà un rallentamento a causa della debole ripresa globale: il Pil decelererà al 2,8% nel 2012 dal 3,8% atteso per l'anno in corso. Il calo della domanda di idrocarburi che probabilmente ne conseguirà, graverà profondamente sull’economia russa che è strettamente connessa proprio alla vendita di gas e petrolio.
Se le previsioni dell’agenzia di rating Usa si dimostreranno fondate, le ripercussioni sul settore bancario si tradurranno in “una stretta sul credito, e nell’aumento dei tassi sui prestiti”. La Banca centrale e il ministero delle Finanze hanno già iniziato a rafforzare gli strumenti di sostegno alla liquidità. A tal riguardo, Eugene Tarzimanov, vice presidente Moody’s ha affermato: “Mentre crediamo che andando avanti questo sostegno si intensificherà non abbiamo alcuna certezza che venga fatto lo stesso per le banche medie e piccole”.

venerdì 21 ottobre 2011

Corruzione e burocrazia limitano gli investimenti

Il numero di progetti stranieri avviati in Russia è cresciuto del 130% rispetto al 2006, ma il Paese presenta ancora ostacoli all’investimento, corruzione e burocrazia in primis.

Più della metà del flusso degli investimenti esteri è diretto verso i Paesi emergenti. La Russia - quarta destinazione europea per attrattività di investimenti - nel 2010 si è aggiudicata 200 nuovi progetti, il 18% in più rispetto al 2009 e il 130% in più rispetto al 2006 e, relativamente ai manager stranieri presenti nella Federazione, è alta la percentuale di coloro che si dichiarano pronti ad incrementare i loro investimenti (66%). La Russia offre diversi sussidi e sgravi fiscali a seconda del comparto d’investimento, oltre a una lista di zone economiche speciali che abbattono i costi e le procedure di insediamento.
Tuttavia, come è emerso dall’ultima indagine condotta da Ernst&Young, la Federazione Russa non è affatto priva di freni all’investimento: un’azienda straniera su quattro è afflitta dalla complessità burocratica, mentre una su cinque si dichiara insoddisfatta a causa dell’alto tasso di corruzione. A tal riguardo, lo stesso Governo di Mosca ha ammesso che lo scorso anno il valore medio delle mazzette è cresciuto del 30%, rispetto a quello registrato nel 2009. Inoltre, nel Corruption perceptions index del 2010 - che misura il tasso di corruzione percepito - la posizione della Russia risulta peggiorata: su 178 nazioni si piazza al 154esimo posto, collocandosi dietro a Pakistan, Zimbabwe e Nigeria.
Secondo i dati resi noti dal ministro russo per lo Sviluppo economico, Elvira Nabiullina, sugli investitori grava anche il peso della burocrazia: le aziende esportatrici basate in Russia devono esibire mediamente otto documentazioni cartacee e quelle importatrici arrivano addirittura a tredici, mentre nei principali Paesi sviluppati, in entrambi i casi, la metà è sufficiente.
Come ha affermato Alexander Ivlev, country managing partner per la Federazione russa di Ernst&Young, “negli ultimi dieci anni la Russia ha fatto molto per aprire la propria economia agli investitori esteri e semplificare loro la vita, i miglioramenti si sono visti sulla legge antimonopoli, nella corporate governance, in fatto di stabilità del sistema finanziario e di immigrazione”. Lo scorso marzo, infatti, il presidente Dmitrij Medvedev ha lanciato i dieci punti per favorire gli investimenti nel Paese: la sfida del governo russo è ora quella di mettere in pratica le aperture previste da queste nuove leggi.

mercoledì 19 ottobre 2011

“Coats!”, la mostra di Max Mara ora è in Russia

La mostra “Coats! Max Mara, 60 anni di moda italiana” approda in Russia: dal 12 ottobre al 10 gennaio 2012 è allo State Historical Museum di Mosca.

La mostra dedicata alla storia di Max Mara, denominata “Coats! Max Mara, 60 anni di moda italiana”, è passata da Berlino nel 2006 e, dopo il Giappone e la Cina, è arrivata anche in Russia, dove il gruppo è presente dal 1989 e conta 80 negozi monomarca e più di 200 multimarca. La mostra, che dal 12 ottobre scorso al 10 gennaio 2012 si trova presso lo State Historical Museum di Mosca, si propone di mostrare il percorso di Max Mara attraverso i cappotti iconici del brand.
Luigi Maramotti, presidente di Max Mara, invita a considerare l’evento come una sorta di specchio che mostra oltre mezzo secolo di storia del costume occidentale, non soltanto quello italiano: “è solo dalla caduta del muro di Berlino nel 1989 che i russi hanno avuto accesso ai nostri codici di abbigliamento, prima d'allora l'ex Unione Sovietica viveva in una sorta di universo parallelo, per quanto riguarda il modo di vestirsi. Lo stesso vale per la Cina […]. "Coats!" offre una sorta di storia per immagini di un periodo che potrebbe altrimenti restare sconosciuto ai giovani cinesi e russi ma anche ai miei coetanei, che per molti anni hanno vissuto in una sorta di isolamento culturale e sociale”.
Max Mara, fondato a Reggio Emilia nel 1951 e oggi presente in oltre 100 Paesi, è uno dei pochi brand italiani della moda che supera il miliardo di euro di ricavi: il gruppo registra infatti un fatturato che è oltre 1,2 miliardi di euro, vanta un export del 47% e dà lavoro a circa 5.200 persone nel mondo.

martedì 18 ottobre 2011

Il Vinitaly Tour Russia

Il Vinitaly Tour Russia è giunto all’ottava edizione: l’evento si è tenuto il 12 e il 13 ottobre scorso presso lo Swissotel Krasnye Kholmy di Mosca.

La Russia - dietro a Germania, Regno Unito, Usa e Francia - è il quinto mercato mondiale per importazione di vini; in controtendenza rispetto alle temute ripercussioni dovute alla crisi economica internazionale, l’andamento dell’export verso la Federazione è positivo. L’Italia - che rappresenta il terzo Paese esportatore mondiale dopo Francia e Spagna - nei primi sei mesi del 2011 ha esportato in Russia merce per un valore di 54 milioni di euro, oltre il 24% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Relativamente alle importazioni di vino effettuate dalla Federazione Russa, si riscontra una capacità di crescita maggiore da parte del vino prodotto in Italia, rispetto a quello prodotto dai Paesi concorrenti: i consumatori russi sembrano prediligere i vini del Belpaese, soprattutto quelli frizzanti, che rappresentano il 61% dell’importazione complessiva.
In occasione dell’ottava edizione del Vinitaly Tour Russia, tenutosi il 12 e il 13 ottobre scorso presso lo Swissotel Krasnye Kholmy di Mosca, sono state organizzate varie attività volte a promuovere il vino italiano sul mercato russo e elaborare strategie per incrementare il giro d’affari di tale business: seminari per produttori e distributori, degustazioni, wine testing guidati e abbinamenti vino-cibo. All’appuntamento erano presenti un centinaio di aziende italiane, che con i loro banchi di assaggio hanno voluto intrecciare rapporti commerciali per conquistare nuovi consumatori nel redditizio mercato della Federazione Russa.

lunedì 17 ottobre 2011

British Petroleum aumenta gli investimenti in Russia

La British Petroleum, intende aumentare gli investimenti in Russia per continuare l’esplorazione dell’Artico attraverso la sua joint venture locale.

Nonostante il fallimento dell'accordo per l'esplorazione dell'Artico con il gigante petrolifero russo Rosneft, la British Petroleum, come ha annunciato l'amministratore delegato Robert Dudley, intende continuare a operare nella Federazione Russa attraverso la sua joint venture locale, Tnk-Bp.
L'accordo tra Rosneft e Bp, siglato a gennaio 2011, prevedeva l'esplorazione congiunta dell'Artico russo, oltre a uno scambio azionario da 16 miliardi di dollari. Fin da subito, però, l'alleanza era stata ostacolata dagli azionisti russi della Tnk-Bp, riuniti nel consorzio Alfa-Access-Renova (AAR), secondo i quali l'intesa violava il patto tra i soci, che obbliga la major britannica a passare per la joint venture in ogni sua attività in Russia. Il successivo ricorso a un tribunale arbitrale internazionale ha dapprima congelato l'accordo e poi modificato i parametri originari dell'affare: a questo punto, Rosneft - che non vi riscontrava più alcuna convenienza - uscito dal progetto e ha cercato un nuovo partner. Lo scorso agosto, la compagnia russa ha infatti firmato un accordo con la statunitense Exxon Mobil, in modo da poter sviluppare, congiuntamente con quest’ultima, le riserve artiche di idrocarburi.

venerdì 14 ottobre 2011

Coca-Cola ora conta 15 stabilimenti in Russia

Il 26 settembre scorso Coca-Cola Company ha inaugurato un altro stabilimento in Russia, il 15° nella Federazione, dove la multinazionale è presente dal 1994.

L’attuale congiuntura in patria, negli Stati Uniti, non consente la realizzazione di grandi profitti a Coca-Cola Company, che punta invece sui mercati dei Paesi emergenti ed è particolarmente attiva sul mercato russo. Il nuovo stabilimento che Coca-Cola Company ha inaugurato, verso la fine del mese scorso, sul territorio russo, si trova nella steppa meridionale di Priazov, a Rostov-na-Donu, una delle città più importanti della Russia meridionale. L’area del complesso produttivo, disponendo dei più potenti impianti di depurazione per il trattamento delle acque reflue della regione, riflette i parametri della multinazionale della bibita gassata per eccellenza, che osserva gli standard internazionali di produzione in tutti e 15 gli stabilimenti russi.
La struttura presenta una superficie di 26,5 ettari e produrrà 450 milioni di litri di bibite l’anno, 78mila bottiglie e quasi lo stesso numero di lattine, e tale regime è destinato ad aumentare: attualmente le linee di produzione attivate sono soltanto tre, ma entro il 2014 dovrebbero essere in funzione tutte e otto. Inoltre, dal 1994, anno in cui si è inserita nel mercato russo, la multinazionale ha investito più di tre miliardi di dollari nell’economia locale e, come annunciato durante l’inaugurazione dello stabilimento di Rostov-na-Donu, ora intende investire una cifra analoga entro i prossimi cinque anni.
Coca-Cola, tra tutti i competitors sul mercato russo, è l’azienda che meglio risponde al trend attuale del governo di Vladimir Putin, che intende promuovere uno stile di vita salutista: la multinazionale collabora ormai da 92 anni con il Movimento olimpico e sarà sponsor ufficiale alle Olimpiadi invernali di Sochi del 2014. Tuttavia Coca-Cola deve affrontare la concorrenza Pepsi Company, la cui capacità produttiva sul mercato della Federazione - in seguito all’acquisizione della Wimm-Bill-Dann, la più grande azienda produttrice di succhi e latticini in Russia - è notevolmente incrementata lo scorso anno. Coca-Cola ha però un asso nella manica: la nuova strategia di fidelizzazione del consumatore russo prevede di affiancare alle produzione di bibite tradizionali come la Coca-Cola e la Sprite, che hanno comunque grande successo nel mercato locale, la produzione della più tipica bevanda russe, il kvas.

mercoledì 12 ottobre 2011

Si intensifica la collaborazione tra Cina e Russia

Putin si trova in visita ufficiale a Pechino, dove avrà alcuni importanti colloqui con le autorità cinesi per rafforzare i rapporti economici e commerciali tra i due Paesi.

Il premier uscente della Russia, Vladimir Putin, è in visita ufficiale in questi giorni a Pechino, dove ha in programma una serie di colloqui con il primo ministro cinese Wen Jiabao e il presidente Hu Jintao. Questo appuntamento, oltre ad avere come obiettivo l’intensificazione economica e commerciale tra i due Paesi, ha una grande valenza politica. Putin, infatti, ha recentemente annunciato la sua futura presidenza, con l’intenzione di avviare nei prossimi 12 anni un’integrazione economica tra i Paesi dell’Eurasia.
L’interscambio economico tra Russia e Cina dovrà passare quest’anno dai 59 miliardi di dollari ai 70 miliardi, e ai 100 miliardi nel 2015 fino ai 200 entro il 2020, concentrandosi maggiormente sulle innovazioni e le tecnologie avanzate. Gli impegni reciproci prevedono che la Federazione Russa sostenga il Dragone nello sviluppo dell’energia nucleare e dell’industria aerospaziale, mentre la Repubblica Popolare fornirà il proprio aiuto alla Russia nella produzione dei treni ad alta velocità e nelle energie alternative. A tale scopo, durante la visita Putin firmerà un memorandum sulla collaborazione per la modernizzazione dell’economia russa.
Tra gli altri accordi che verranno firmati c’è anche l’intesa per la creazione di un fondo di investimento di 4 miliardi di dollari, al quale contribuiranno il Fondo russo di investimenti diretti e la China Investment Corporation. La condizione alla firma del documento è quella che almeno il 70% del denaro dovrà essere investito in Russia o nella Comunità di Stati indipendenti per progetti strategici, tra cui lo sviluppo di giacimenti minerari e il sistema di trasporto in Siberia.
Infine, questa visita servirà a discutere nuovamente la questione del prezzo del gas, sul quale non è ancora stata raggiunta un’intesa per la fornitura di 70 miliardi di metri cubi all’anno.

martedì 11 ottobre 2011

La Russia perde la fiducia degli investitori

Gli investitori voltano le spalle anche alla Russia: l’indice Micex della Borsa di Mosca ha perso più di un quarto del suo valore e l’Rts è calato più del 40%.

Il mercato azionario russo, che dal 2009 in avanti aveva registrato un aumento costante, era considerato uno dei più solidi al mondo, tuttavia, ora che l’indice Micex ha perso più di un quarto del suo valore e anche l’Rts è calato più del 40%, gli investitori hanno cominciato a fare marcia indietro. Nel 2010 dal Paese sono usciti ben trenta miliardi di dollari, altri trentuno soltanto nei primi sei mesi di quest’anno e, secondo le stime di Boris Nemtsov, leader dell’opposizione, i prelievi di denaro potrebbero arrivare a anche a cento miliardi di dollari entro fine anno.
Mosca sostiene che la fuga degli investitori sia da attribuire al timore che anche la Federazione possa essere penalizzata dalla crisi economica internazionale e impoverita dal crollo dei prezzi del petrolio, tuttavia, gli esperti sostengono invece che la vera motivazione sia connessa alla nuova linea di politica economica che i mercati si aspettano in seguito alle dimissioni del Ministro delle Finanze Alexei Kudrin: ad avvalorare tale tesi vi è il fatto che persino i tycoon russi hanno iniziato a trasferire all’estero i propri capitali. La linea di politica economica di Alexei Kudrin aveva consentito a Mosca di mantenere per una buona stabilità fiscale per un decennio: le dimissioni del ministro, che avrebbero rappresentato una minaccia in ogni caso, rappresentano un rischio maggiore alla luce dell’attuale congiuntura economica internazionale.
Pesa, inoltre, la questione relativa al greggio: per mantenere i conti in attivo, come ha affermato Kudrin, il Paese, ha bisogno che il suo greggio sia acquistato ad almeno 112 dollari al barile, ma gli attuali prezzi di mercato si avvicinano a 105 dollari e questo potrebbe rendere necessario un controproducente piano di austerity.

lunedì 10 ottobre 2011

Russia, grandi opportunità per l’agroalimentare

Il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Saverio Romano è rientrato entusiasta dalla visita di stato nella Federazione Russa, che offre “straordinarie potenzialità” al settore agroalimentare italiano.

Il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Saverio Romano, accompagnato dall'Ambasciatore Landi e dal Segretario generale di Unacoma Marco Pezzini, in occasione della visita di stato dello scorso 7 ottobre in Russia, ha visitato la “Golden Autumn”, fiera internazionale dedicata al settore agro-industriale, organizzata dal Ministero dell'agricoltura Russo, dall'Accademia delle Scienze agricole e dall'Unione Agro-Industriale con il patrocinio della Camera di Commercio e Industria della Federazione Russa. “La tecnologia italiana dà prova della sua capacità di penetrazione nei mercati emergenti di tutto il mondo. Qui ho avuto modo di vedere quanto essa possa essere preziosa per l'agricoltura russa che necessita di rafforzarsi nei processi produttivi che vedono l'utilizzo di macchine agricole” ha dichiaro il Ministro.
Il Belpaese è il terzo Paese straniero, dopo Germania e Olanda, come presenza espositiva: sono in totale 32 le aziende italiane presenti alla fiera quest’anno; si tratta soprattutto di industrie che operano già da diversi anni in Russia con filiali o distributori.
In occasione della missione, accompagnato dall'Ambasciatore Antonio Zanardi Landi, il ministro Romano si è recato anche presso lo stabilimento MARR Russia di Odinzovo, dove è stato accolto dall'amministratore delegato del Gruppo Cremonini, Luigi Scordamaglia. Il complesso industriale è in Russia dal 1985, impiega 400 dipendenti e rappresenta la grande tecnologia dell'agroalimentare italiano: fattura circa 200 milioni di euro, serve ogni giorno 1500 ristoranti con 1200 prodotti - di cui otre il 50 % sono italiani - e la tecnologia è al 100% Made in Italy.

venerdì 7 ottobre 2011

Il Forum Internazionale del Turismo “Visit Russia”

Il 20 e 21 ottobre avrà luogo nella città di Jaroslavl’ il Forum Internazionale del Turismo “Visit Russia”, un’iniziativa nata per promuovere e incentivare il turismo nella terra degli zar.

L’industria del turismo in Russia è relativamente giovane rispetto a quelle di altri Paesi europei, ma sta crescendo rapidamente e necessita di un sistema di management efficace. Per soddisfare tale esigenza il governo dell’oblast’ di Jaroslavl’ e l’Ente per lo sviluppo dell’“Anello d’oro” - con il supporto dell’Agenzia Federale per il Turismo, del Ministero del Turismo, dello Sport e delle Politiche Giovanili e sotto l’egida di Georgij Poltavchenko, il Rappresentante plenipotenziario del Presidente della Federazione russa nel Distretto Federale Centrale - è stato ideato il Forum Internazionale del Turismo “Visit Russia”.
L’evento, al quale saranno presenti rappresentanti delle regioni e delle città russe, è rivolto a investitori russi e stranieri, dirigenti di società turistiche, organizzazioni sindacali e associazioni, promotori, esperti del settore a livello nazionale e internazionale e altri interessati attivi nel settore del turismo.
In occasione del Forum si discuterà dell’integrazione della Russia nell’industria turistica globale, delle strategie per attirare turisti e investimenti verso le regioni della Federazione, della promozione del turismo legato ad eventi e affari, dell’influenza dei marchi turistici sull’economia e delle loro potenzialità di crescita in Russia; ma la questione centrale del Forum saranno i poli turistico-ricreativi, considerati come strumenti di sviluppo innovativo e validi al fine di ottimizzare i risultati.
Jaroslavl’ è stata scelta quale sede del Forum in ragione della vasta esperienza nello sviluppo del potenziale turistico: il governo della regione ha creato un polo turistico-ricreativo che nei prossimi anni dovrebbe attirare investimenti per più di 15 miliardi di rubli in infrastrutture dedicate al turismo di ogni genere (culturale, ricreativo, ambientale e suburbano a crociere, viaggi d’affari e organizzazione di eventi). Oltre a poter valutare l’esperienza di Jaroslavl’, gli ospiti e gli esperti stranieri del Forum potranno presentare i loro progetti per la creazione di prodotti turistici. Inoltre, sono previsti laboratori di gruppo dove esperti suggeriranno soluzioni per rendere i percorsi turistici russi rinomati quanto quelli turchi o thailandesi.

mercoledì 5 ottobre 2011

Federazione Russa: un oggetto su tre è un falso

Il Dipartimento di Sicurezza Economica del Ministero dell’Interno della Federazione Russa segnala l’aumento della presenza di prodotti contraffatti: un oggetto su tre è un falso.

In Russia si espande il mercato dei prodotti di marca contraffatti. Secondo i funzionari di polizia, la percentuale di prodotti contraffatti realizzati a livello domestico è molto bassa: i principali responsabili delle esportazioni di prodotti falsi in Russia sono i Paesi del Sud-Est asiatico - come Cina, India e Singapore - tuttavia, la merce contraffatta arriva anche da Bulgaria, Turchia, Polonia e Ucraina.
Il Cremlino riferisce che “il 15-30% dei prodotti cosmetici, alimentari, di profumeria, di abbigliamento, per la pulizia è contraffatto”; in particolare, relativamente al settore dell’abbigliamento, il Dipartimento di Sicurezza Economica del Ministero dell’Interno ha affermato che la porzione di prodotti contraffatti corrisponde al 37% del giro totale di distribuzione.
Tali dati emergono dall’analisi che il Ministero ha effettuato alla luce dei risultati dell’operazione Kontrafakt (Contraffazione), condotta nelle regioni della Federazione Russa, nella primavera del 2011 e finalizzata alla lotta contro i prodotti taroccati. “Sono stati rilevati quasi 5.000 reati ed è stata bloccata l'attività illecita di 73 imprese e laboratori clandestini che fabbricavano prodotti contraffatti e quella di 70 siti Internet”, denuncia il Dipartimento di Sicurezza Economica.

martedì 4 ottobre 2011

Il piano antifumo del Cremlino

Il Ministero della Sanità russo ha studiato una riforma radicale nell’ambito della lotta contro il tabagismo.

La legislazione russa in tema di tabagismo, da sempre caratterizzata da disposizioni piuttosto liberali si farà più rigida: il Ministero della Sanità e dello Sviluppo sociale, al fine di abbassare l’alta percentuale di fumatori presenti nella Federazione Russa, ha in programma l’attuazione di una riforma radicale. Secondo i dati forniti dall'Organizzazione mondiale della Sanità oggi in Russia fuma il 40% della popolazione (in Inghilterra il 34%, in Brasile il 17%) e il Paese si trova al quarto posto della classifica mondiale per quantità totale di sigarette dopo Cina, India e Indonesia (Paesi in cui la popolazione è di gran lunga più numerosa).
Una delle disposizioni del Ministero prevede che le sigarette debbano essere vendute solo nei negozi: già dal 2013 i chioschi lungo le strade non saranno più autorizzati alla vendita delle bionde; inoltre, nelle vetrine utilizzate per pubblicizzare la vendita di sigarette - all'interno dei negozi - verranno, esposti listini con prezzi e marche da bollo. Le zone fumatori spariranno del tutto da bar e ristoranti e a partire dal 2014 diventerà proibito fumare nelle stazioni, negli aeroporti e alle fermate dei mezzi pubblici.
Le grosse compagnie del tabacco non si sono mostrate particolarmente allarmate, in quanto il loro giro d’affari non è stato danneggiato dalle esperienze analoghe che hanno coinvolto altri Stati in precedenza; la reazione più negativa è, invece, arrivata dalla piccola impresa, in particolare dai proprietari dei chioschi e dei punti vendita lungo le strade, per i quali la vendita di sigarette costituisce il 50% delle entrate. Inoltre, si teme che le limitazioni aprano la strada all’invasione del mercato da parte dei prodotti contraffatti. A tal riguardo, il direttore dell'Istituto di Politica sociale Hse, Sergej Smirnov, ha affermato: “Non si tratta solo del contrabbando di sigarette dalla Cina, ma della possibile nascita di micro-fabbriche che metterebbero sul mercato una produzione che non rispetta neanche gli standard sanitari minimi […]. È già successo con gli alcolici, e sicuramente avverrà anche col tabacco, la cui catena produttiva è ancora più semplice”.

lunedì 3 ottobre 2011

Russia, l’arredamento è Made in Italy

Al Macef - il Salone Internazionale della Casa, svoltosi a Milano dall’8 all’11 settembre 2011 - erano presenti molti buyer provenienti dalla Russia che, in tale comparto, sembrano prediligere il Made in Italy.

Relativamente al segmento degli articoli per la casa, i consumatori della Federazione russa si mostrano molto interessati ai prodotti italiani, come confermano i risultati del Macef: il Salone Internazionale della Casa, svoltosi a Milano nella prima metà del mese scorso, ha visto una massiccia presenza di buyer provenienti dalla Russia. Tra le caratteristiche che rendono il Made in Italy molto ricercato sul mercato russo vi sono: l’unicità, l’attenzione al dettaglio, la qualità delle materia prime utilizzate; infatti, i più richiesti sono i prodotti di lusso e quelli artigianali, che si distinguono per l’espressione creativa nel disegno e nelle forme.
Nel 2010, gli scambi commerciali Italia-Russia sono cresciuti del 13,1% e le esportazioni italiane, grazie anche al recupero in termini di potere d’acquisto dei consumatori russi, hanno segnato un’ulteriore segno più del 23,2%. Inoltre, è incrementato il numero delle aperture degli esercizi italiani in Russia e ulteriori possibilità di espansione sono date dalle previsioni di crescita annuale del mercato russo nel segmento (+20%). La Federazione sta diventando il traino delle esportazioni italiane del settore degli articoli per la casa, che incontra invece notevoli difficoltà in altri Paesi, come in Usa e in Giappone, dove sta perdendo notevoli quote di mercato.