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venerdì 21 ottobre 2011

Corruzione e burocrazia limitano gli investimenti

Il numero di progetti stranieri avviati in Russia è cresciuto del 130% rispetto al 2006, ma il Paese presenta ancora ostacoli all’investimento, corruzione e burocrazia in primis.

Più della metà del flusso degli investimenti esteri è diretto verso i Paesi emergenti. La Russia - quarta destinazione europea per attrattività di investimenti - nel 2010 si è aggiudicata 200 nuovi progetti, il 18% in più rispetto al 2009 e il 130% in più rispetto al 2006 e, relativamente ai manager stranieri presenti nella Federazione, è alta la percentuale di coloro che si dichiarano pronti ad incrementare i loro investimenti (66%). La Russia offre diversi sussidi e sgravi fiscali a seconda del comparto d’investimento, oltre a una lista di zone economiche speciali che abbattono i costi e le procedure di insediamento.
Tuttavia, come è emerso dall’ultima indagine condotta da Ernst&Young, la Federazione Russa non è affatto priva di freni all’investimento: un’azienda straniera su quattro è afflitta dalla complessità burocratica, mentre una su cinque si dichiara insoddisfatta a causa dell’alto tasso di corruzione. A tal riguardo, lo stesso Governo di Mosca ha ammesso che lo scorso anno il valore medio delle mazzette è cresciuto del 30%, rispetto a quello registrato nel 2009. Inoltre, nel Corruption perceptions index del 2010 - che misura il tasso di corruzione percepito - la posizione della Russia risulta peggiorata: su 178 nazioni si piazza al 154esimo posto, collocandosi dietro a Pakistan, Zimbabwe e Nigeria.
Secondo i dati resi noti dal ministro russo per lo Sviluppo economico, Elvira Nabiullina, sugli investitori grava anche il peso della burocrazia: le aziende esportatrici basate in Russia devono esibire mediamente otto documentazioni cartacee e quelle importatrici arrivano addirittura a tredici, mentre nei principali Paesi sviluppati, in entrambi i casi, la metà è sufficiente.
Come ha affermato Alexander Ivlev, country managing partner per la Federazione russa di Ernst&Young, “negli ultimi dieci anni la Russia ha fatto molto per aprire la propria economia agli investitori esteri e semplificare loro la vita, i miglioramenti si sono visti sulla legge antimonopoli, nella corporate governance, in fatto di stabilità del sistema finanziario e di immigrazione”. Lo scorso marzo, infatti, il presidente Dmitrij Medvedev ha lanciato i dieci punti per favorire gli investimenti nel Paese: la sfida del governo russo è ora quella di mettere in pratica le aperture previste da queste nuove leggi.

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