Le principali notizie e informazioni di natura economica, finanziaria, giuridica e politica relative alla Federazione Russa.

giovedì 29 dicembre 2011

Poco diffusi i pagamenti virtuali in Russia

Solamente il 24% dei russi richiede prestiti e solo il 18% detiene un conto in banca, a differenza della maggior parte degli europei, che utilizza una media di 2-4 prodotti finanziari.

Anche se a partire dal 2000 si è registrato un boom di richieste di attivazione, nella Federazione russa i pagamenti virtuali tramite credit card sono ancora poco diffusi. Secondo la Banca Mondiale, la Russia possiede solo un quarto del numero medio mondiale di sportelli bancari e, secondo quanto emerso da una ricerca del Fondo Monetario Internazionale, nella Federazione il debito individuale verso gli enti creditizi ammonta a solo il 9% del Pil, mentre negli Stati Uniti, il rapporto tra debito personale e Pil è dell’85%. Inoltre, l’Agenzia Nazionale per gli Studi Finanziari, stima che sebbene il 74% dei russi faccia uso di carte bancarie, il 92% di queste ultime sono carte salariali: quelle che le banche emettono su richiesta delle aziende per permettere ai dipendenti di accedere alla propria remunerazione. L’Agenzia sottolinea che, al 1° settembre di quest’anno, il debito individuale sulle carte di credito aveva raggiunto quota 350,2 miliardi di rubli (11,3 milioni di dollari) e che, in un paese di 140 milioni di persone, circolavano soltanto undici milioni di carte di credito.
Il mercato dei prestiti e delle carte di credito aveva raggiunto l’apice nel 2008 e ha poi subito una battuta d’arresto a causa della crisi economica. In seguito a una serie di regolamenti bancari, entrati in vigore nel 2008, le banche hanno iniziato ad applicare una prudenza maggiore nella selezione dei mutuatari: ora chiedono a società di recente formazione, di monitorare la storia del credito personale e di valutare la solvibilità dei mutuatari.
Nonostante i timori causati dalla crisi del debito della zona euro, l’impressionante crescita del credito al consumo non sembra a rischio, in quanto, a differenza di quanto è avvenuto nel 2008, le banche russe hanno promesso di non ridurre i prestiti, sebbene il loro costo potrebbe incrementare.

mercoledì 28 dicembre 2011

Gruppo Italiano Vini punta su Cina e Russia

Il GIV si prepara per affermare i marchi italiani all’estero, dove le opportunità sono numerose; in particolare, punta ora su Cina e Russia.

Il Gruppo Italiano Vini punta sempre più sui nuovi mercati, dato che la produzione mondiale per la prima volta risulta inferiore ai consumi e l’Italia contribuisce solo ad un terzo del fatturato. Le opportunità sono, quindi, molteplici e l’affermazione all’estero risulta una delle possibilità per contrastare la crisi in patria. Dopo USA, Germania, Canada, Gran Bretagna, Paesi Scandinavi e Benelux, il Giv sta organizzando l’ingresso in Cina e Russia, i due Paesi al momento più appetibili.
Nella Repubblica Popolare il Gruppo ha aperto una società a Shanghai per poter seguire in modo diretto lo sviluppo dei vini, in particolare quelli di alta qualità. La necessità di avere un contatto diretto con i distributori e con la realtà dei consumi è dettata dalle difficoltà distributive che tutt’oggi permangono nel Dragone e che ostacolano le opportunità del settore. Attualmente in Cina dominano i vini francesi, ma le potenzialità dei marchi italiani sono notevoli, motivo per cui l’organizzazione commerciale è fondamentale.
Per quanto riguarda la Russia, invece, non è ancora prevista una società di distribuzione, perché il processo di penetrazione è ancora in fase di studio. Nonostante le problematiche che riguardano il mercato russo, però, si è registrata una buona crescita del settore grazie a molti bravi importatori locali.
Grazie all’ingresso nei nuovi mercati, si è potuto aumentare il fatturato Giv capogruppo di 15 milioni di euro rispetto al 2010, con una crescita del 6%. Il 2011 è stato un anno positivo, segnato anche dal lancio sul mercato internazionale del marchio Cavicchioli e del rilancio di Bolla negli Usa. Per il 2012, si prevedono difficoltà legate all’aumento del costo delle uve, elemento che obbligherà gli operatori a ricaricare i prezzi delle bottiglie del 15-20% anche all’estero.

martedì 27 dicembre 2011

Turismo, una campagna da 60 milioni USD

Il Cremlino intende incrementare il settore del turismo e, affinché quest’ultimo arrivi a costituire il 7% del Pil entro il 2018, crea una campagna pubblicitaria da 60 milioni di dollari.

Secondo l'Agenzia Federale per il Turismo russa attualmente solo il 10% degli stranieri entra nel Paese per un viaggio di piacere. All'origine di tale dato vi sarebbe la crisi economica che ha colpito i Paesi europei da cui proviene la maggior parte dei turisti diretti in Russia: Germania, Francia, Gran Bretagna e Italia.
Al fine di sviluppare il settore del turismo e promuovere l’immagine del Paese, la Federazione russa intende investire fino a 60 milioni di dollari in una campagna pubblicitaria, indirizzata sia a turisti stranieri che russi, della durata di sei anni: l'investimento infatti rientra nell’ambito del programma governativo per lo sviluppo del turismo proiettato verso il 2018, approvato nel luglio scorso e che prevede, complessivamente, una spesa di 10,2 miliardi di dollari, di cui 3 miliardi provenienti dalle casse federali. In particolare, come ha dichiarato Aleksandr Radkov, direttore dell'Agenzia, i 60 milioni di dollari destinati alla pubblicità verranno investiti in “tematiche e programmi sulla Russia diffusi sui canali federali, promozione sui social network, mostre, organizzazione di incontri e presentazioni sulla Russia all'estero, campagne promozionali e organizzazione di press tour”.
Lo sviluppo del turismo in Russia sarà focalizzato, in particolare, su alcune aree: l'Anello d'oro nel Distretto Federale Centrale, l'Anello d'argento nel Distretto Federale Nordoccidentale, le città del Volga nel Distretto Federale del Volga, nel Caucaso Settentrionale e nel Distretto Federale Meridionale, i territori di Krasnodar, Stavropol' e Rostov e la Cabardino-Balcaria.

venerdì 23 dicembre 2011

Il business della carne di tacchino

Dal 2006 al 2010 in Russia è quadruplicata la produzione di carne di tacchino.

Il settore agroindustriale russo ha registrato un forte aumento nel comparto dell’allevamento dei tacchini: la produzione di carne di tacchino, dal 2006 al 2010, è quadruplicata e le importazioni sono interrotte. Secondo le stime delle aziende agricole russe e internazionali, il settore continuerà a svilupparsi nel medio termine e i relativi guadagni, quest’anno, aumenteranno ulteriormente.
Il business dell’allevamento dei pennuti da cortile è concentrato relativamente in pochi Paesi del mondo ed è piuttosto giovane: in epoca sovietica non vi era la tradizione di allevare e utilizzare la carne del volatile che era presente solo in cortili privati; tuttavia, questo specifico sottosettore ora sta attraversando una fase di boom e si prevede che possa superare persino la produzione di carne di pollo.
Vadim Vaneev, presidente del gruppo societario Evrodon, leader indiscusso del settore, afferma che l’unica questione da risolvere relativamente all’industria della carne di tacchino, riguarda lo sterco ricco di fosforo di questi volatili: sebbene questa caratteristica potrebbe garantire un aumento della produttività, al momento gli imprenditori lo considerano ancora alla stregua di un rifiuto. Secondo Vaneev sarebbe invece opportuno scegliere una tecnologia di lavorazione in modo da poter guadagnare anche su questo “sottoprodotto”.

giovedì 22 dicembre 2011

Titoli di studio esteri equipollenti a quelli nazionali

In Russia è stata varata una legge che permette di riconoscere senza procedure supplementari le lauree e i titoli di studio che i cittadini della Federazione hanno conseguito negli atenei stranieri.

Il Presidente Dmitri Medvedev ha firmato una legge che permette di riconoscere senza procedure supplementari le lauree e i titoli di studio che i cittadini della Federazione conseguono nelle maggiori strutture universitarie straniere. Secondo gli autori del documento, la nuova norma è finalizzata a elevare la competitività della scienza e dell’istruzione pubblica nazionale, attraverso lo snellimento delle procedure che gravano sugli specialisti e sugli scienziati stranieri, rendendo loro faticoso trovare lavoro o continuare gli studi in Russia. Come spiega Andrei Korovkin, esperto nel campo della previsione delle risorse lavorative: “La legge consente al sistema di istruzione pubblica russo di integrarsi nel processo mondiale […]. Se nel mondo i nostri titoli di studio sono riconosciuti in misura insufficiente a livello di massa, sarebbe ragionevole che un primo passo per correggere la situazione in questo campo fosse quello di far sì che gli specialisti che si siano laureati all’estero siano da noi nel campo del diritto”.
La nuova legge ha molta rilevanza per i cittadini russi che, pur non avendo titolo di studio russo, desiderano trovare un lavoro presso gli organi statali, in quanto per corrispondere formalmente ai requisiti relativi alla carica ricoperta, è necessario affrontare la lunga procedura di verifica del diploma di laurea, che grazie alla legge in questione verrà semplificata.
Il provvedimento non rappresenta una minaccia per i russi in possesso di lauree nazionali. Inoltre, sebbene si tratti di un passo avanti verso la liberalizzazione del mercato del lavoro, secondo gli esperti, quest’ultimo non dovrebbe subire cambiamenti profondi.

mercoledì 21 dicembre 2011

Ingresso nella Wto: vantaggi per il Regno Unito

Grazie all’abbassamento delle tariffe doganali, consentito dall'ingresso nella Wto, la Russia ora offre grandi opportunità d’investimento, soprattutto al settore terziario inglese.

La Russia è stata a lungo considerata un Paese a rischio dagli investitori, anche a causa della diffusa percezione che la politica locale interferisce con le leggi che regolano gli investimenti. Ora il Paese diviene più sicuro: l’ingresso nella Wto lo costringe ad adottare un sistema indipendente di norme, regolamenti e meccanismi per la soluzione di dispute commerciali, tali da non essere facilmente raggirati dalle compagnie e dal governo russi. Inoltre, le compagnie straniere vedono con grande favore il fatto che d’ora in avanti le dispute commerciali saranno aggiudicate da una terza parte, anziché dai tribunali russi.
I tassi delle tariffe doganali imposte sulle merci importate, che negli ultimi venti anni hanno subito un calo progressivo, ora, grazie all’accelerazione del processo di liberalizzazione, registreranno un’ulteriore diminuzione; la riduzione o l’abolizione delle tariffe doganali riguarderà oltre settecento categorie di prodotti. Questo spingerà le compagnie russe verso una maggiore competizione e verso la riduzione dei prezzi per i consumatori.
Si prevede che la liberalizzazione del mercato russo porterà benefici soprattutto alle industrie dei servizi del Regno Unito: gli investitori britannici sono attratti dalla la possibilità di accedere al mercato russo dei servizi, un comparto che nella Federazione risulta carente e poco sviluppato e che dovrà crescere proprio al fine di soddisfare le regole imposte dalla Wto. Il mercato russo si aprirà infatti a una vasta gamma di servizi in campo legale, assicurativo e delle telecomunicazioni, tutti settori in cui la City di Londra presenta “una marcia in più”. Questo nuovo mercato potrebbe, almeno in parte, compensare con la sempre più debole domanda da parte della Ue, che minaccia la ripresa del Regno Unito.

martedì 20 dicembre 2011

Russia, i partner commerciali del Nord-Ovest

Nella Regione del Nord-ovest della Russia, nel primo semestre di quest’anno, l’interscambio commerciale con l’estero è aumentato del 18%.

I dati relativi all’interscambio commerciale della Federazione Russa registrati nel primo semestre del 2011, indicano che, a partire dal mese di febbraio, si è verificata una ripresa delle attività economiche della Regione del Nord-Ovest: nel periodo di riferimento, infatti, il valore totale dell’interscambio commerciale registrato dalle dogane è stato pari a 43,30 miliardi di dollari USA (il 18% in più rispetto allo stesso periodo del 2010).
Il totale delle esportazioni, secondo i dati forniti dalla Direzione Doganale di San Pietroburgo, è stato pari a 19,60 miliardi di dollari USA, mentre le importazioni hanno generato un business da 23,70 miliardi di dollari USA: le prime, rispetto al primo semestre 2010, sono diminuite del 4%, mentre le seconde sono aumentate del 45%.
Tra le regioni del Distretto Nord-Ovest la provincia di Leningrado, con il 34,4% del totale, detiene il primato nelle esportazioni, seguita da San Pietroburgo, con il 18,7% del totale. Quest’ultima occupa invece il primo posto relativamente alle importazioni (61,5% del totale), seguita dalla Regione di Kaliningrad (19,6% del totale).
Nonostante la quota delle importazioni cinesi sul totale delle importazioni sia diminuita, passando dal 19.2% del I semestre 2010 a 17% del I semestre di quest’anno, la Cina, con 4 miliardi di dollari USA di importazioni, è il principale partner commerciale della Regione del Nord-ovest della Federazione Russa. Dal Dragone la Russia importa soprattutto prodotti dell’industria metalmeccanica, prodotti in plastica, abbigliamento e calzature, giocattoli. Vi è poi la Germania con una quota del 12% del valore complessivo delle importazioni (2,8 miliardi di dollari USA). Dalla Germania vengono importati prevalentemente prodotti dell’industria metalmeccanica, mezzi di trasporto terrestre, materie plastiche, prodotti in metalli ferrosi, derivati di carne. Il terzo posto è occupato dalla Repubblica di Corea, la cui quota è pari a 6,6% (1.5 miliardi di dollari USA). L’Italia, tra i partner commerciali della Russia, occupa invece il settimo posto.

lunedì 19 dicembre 2011

Le previsioni di O’Neill sull’economia russa

Grazie alla diversificazione economica e allo sviluppo delle esportazioni, il Pil russo potrebbe superare quello di Francia, Gran Bretagna e Germania entro il 2030.

Nel libro The Growth Map: Economic Opportunity in the Brics and Beyond, opera pubblicata in onore del decimo anniversario dei BRIC, Jim O’Neill - l’ex capo economista della banca d’investimenti americana Goldman Sachs, noto proprio per aver coniato dieci anni fa l’acronimo BRIC, per indicare le economie emergenti di Brasile, Russia, India e Cina - passa in rassegna le previsioni relative alla congiuntura di questi quattro Paesi, e si dichiara particolarmente ottimista circa le sorti future dell’economia russa. O’Neill, sostiene infatti che la Federazione crescerà a ritmi record nel giro dei prossimi 20 anni: il Pil russo, grazie alla diversificazione dell’economia e alla crescita delle esportazioni, supererà quello di Francia, Gran Bretagna e Germania entro il 2030; inoltre, O’Neill stima che il Paese, entro il 2050, raggiungerà i 7 trilioni di dollari (cifra quattro volte superiore a quella attuale) solo mantenendo gli attuali tassi di crescita, e che, se riuscirà a evitare le crisi e attrarre gli investitori stranieri, il PIL nazionale potrà raggiungere addirittura i 10 trilioni di dollari.
Alcuni esperti giudicano eccessivamente rosee le previsioni di O’Neill e sostengono che, sebbene la Russia - considerando la sua popolazione e le sue ingenti risorse - disponga effettivamente del potenziale per diventare l’economia più ricca d’Europa, non è scontato che riuscirà a sfruttarlo al meglio. Secondo l’analista di Investkafe, Anton Safonov, per realizzare il suo enorme potenziale, la Russia deve impegnarsi a fondo e, nello specifico: ridurre la dipendenza dalle esportazioni di materie prime, migliorare l’efficacia dei consumi e fondare imprese in grado di produrre beni a elevato valore aggiunto.
Per molti esperti è molto probabile che si concretizzi invece il processo di integrazione dell’economia russa ed europea. A tal riguardo il direttore generale della società di gestione Solid Management, Jurij Novikov, afferma: “Garantire una maggiore apertura e integrazione sui mercati globali nell’ottica di una possibile unione, sia con le nostre ex-repubbliche o con la futura Europa, non è solo auspicabile bensì necessario per la sopravvivenza della nazione. L’autoisolamento non risolve nessuno dei problemi che attualmente ostacolano lo sviluppo del Paese. Al contrario, l’isolamento ha solo effetti negativi”.

venerdì 16 dicembre 2011

Si rafforzano gli scambi commerciali Italia-Russia

L’Italia è il quarto partner commerciale della Russia. Tra le aziende italiane che, sempre più numerose, decidono di investire nella Federazione, ci sono anche Pirelli, Saipem e Piaggio Aero.

Il Belpaese, dopo Olanda, Cina e Germania, è il quarto partner commerciale della Russia. La crisi internazionale sembra non intaccare lo sviluppo delle relazioni commerciali tra Italia e Russia: nei primi sei mesi di quest’anno l’interscambio tra i due Paesi è cresciuto del 29,5% rispetto al 2010 e, secondo i dati Istat, lo scorso anno il valore degli scambi ha toccato i 21 miliardi di euro, il 13% in più rispetto al 2009. Gli scambi commerciali saranno ulteriormente rafforzati dall’ingresso della Federazione nel Wto e grazie l’accordo tra Russia, Kazahstan e Bielorussia di agire in regime di Spazio Economico Comune a partire dal 1° gennaio 2012.
Sono molte le aziende della Penisola che decidono di investire in nuovi progetti di espansione nella Federazione. Gli investimenti italiani in Russia si riscontrano sia nell’industria che nella finanza. Pirelli ha finalizzato un accordo per una joint-venture con la Rostechnologii, vincolato all’acquisto delle fabbriche di Kirovsk e Voronezh dalla Sibur Russkie Shiny, con l’obiettivo di produrre 8 milioni di gomme nel 2012; Piaggio Aero informa di avere firmato due contratti per la vendita di sei aerei P.180 Avanti II Flight Inspections per le radiomisure e le calibrazioni alla Jsc Flight Inspections and Systems; la Saipem sarebbe vicina a un’alleanza con il colosso russo della cantieristica navale Osk con l’obiettivo di creare una joint-venture per la progettazione di piattaforme navali per l’estrazione offshore di gas e petrolio, i principali prodotti di import italiano dalla Russia.

giovedì 15 dicembre 2011

La F.lli Gancia cede il 70% alla Russian Standard

La F.lli Gancia, l’azienda che da decenni produce il Pinot di Pinot, è passata alla Russian Standard, una delle più importanti imprese russe del settore beverage.

Oggi la F.lli Gancia, produttrice del Pinot di Pinot, uno dei più famosi spumanti italiani, è stata acquisita per il 70% da una delle più importanti imprese russe del settore beverage, la Russian Standard dell’oligarga Roustam Tariko, una conglomerata presente, oltre che nel settore della produzione della vodka, anche in quello bancario e assicurativo.
La società piemontese con sede a Canelli (Asti) produce circa 25 milioni di bottiglie all’anno lavorando l’uva di 2000 ettari di terra, negli ultimi anni aveva avuto problemi di bilancio piuttosto gravi: nel 2010 il fatturato dell’azienda era sceso a 60,5 milioni di euro circa, segnando un calo del 14,5%, corrispondente a una perdita netta di 6,4 milioni (7,8 milioni di perdita anche nel 2009). Evidentemente il protrarsi di questa situazione di difficoltà ha convinto la famiglia, proprietaria delle cantine dal 1850, a farsi da parte. Relativamente all’acquisizione, Roustam Tariko ha dichiarato: “il nostro è un investimento strategico di lungo periodo che ci garantirà l’opportunità unica di diventare una delle società dominanti nel settore beverage a livello mondiale. Abbiamo le dimensioni, le infrastrutture, l’esperienza e le risorse finanziarie tali da trasformare Gancia nel marchio leader sia in Russia che a livello globale”.

martedì 13 dicembre 2011

Previsioni sulla borsa moscovita per il 2012

Le previsioni sulla piazza moscovita per il 2012 non sono particolarmente positive ma, a differenza di quanto avviene in buona parte del Sud Europa, i fondamentali dell’economia russa rimangono saldi.

La Borsa di Mosca (Micex) potrebbe offrire buone opportunità per il 2012: anche se sarà condizionata dall’andamento del petrolio e i rialzi probabilmente non saranno molto elevati, grazie al continuo incremento dei consumi privati e al calo della disoccupazione, la crescita degli utili aziendali appare destinata a continuare, almeno per quanto riguarda le imprese di maggiori dimensioni.
Secondo gli analisti gli indicatori relativi alla piazza moscovita consentirebbero una buona ripresa nel corso del prossimo anno, quest’ultima sarà tuttavia ostacolata dalla crisi internazionale, che potrebbe portare a un calo di medio periodo per i prezzi del petrolio, di cui la Federazione è una grande esportatrice; incisivo sarà anche l’andamento del rublo, che nel corso dell’estate 2011 si è fortemente indebolito. Per queste ragioni, anziché concentrarsi sulle stime generali di mercato, gli analisti focalizzano la loro attenzione sulle potenzialità dei singoli titoli. I titoli che presentano le caratteristiche idonee per portare avanti una crescita sostenibile sono quelli che fanno capo alle aziende di grandi dimensioni e che possono continuare a crescere anche se si dovesse verificare una situazione di contrazione generalizzata della liquidità a livello internazionale, in quanto avvantaggiate dalla presenza di importanti flussi di cassa, da una politica di distribuzione degli utili molto attenta e che occupano posizioni di mercato tali da renderle in grado di orientarne i prezzi. Le cinque società in questione sono: Sberbank (il principale istituto di credito russo), Novatek (primo produttore indipendente di gas), Uralkali (la principale produttrice di potassio, controllata dal magnate Suleiman Kerimov), Magnit (gestore di una catena di negozi alimentari) ed Eurasia Drilling (leader nazionale nei servizi di perforazione).

lunedì 12 dicembre 2011

Dati OCSE: la Russia deve “modernizzarsi”

Secondo quanto emerso dagli ultimi dati resi noti dall’Osce, per crescere la Russia deve modernizzare il proprio sistema economico e migliorarsi a livello di inclusione sociale.

Come ha ricordato Angel Gurria, segretario generale dell’Ocse, in occasione della diffusione dell’Economic Survey sulla Russia, il Paese deve modernizzare il proprio sistema economico e migliorarsi a livello di inclusione sociale per poter crescere. La Federazione “non sta ancora sfruttando appieno le opportunità di crescita offerte dalla sua ricca dotazione di risorse naturali e dalle alte capacità della sua popolazione […] la modernizzazione ridurrà la dipendenza del bilancio pubblico dai proventi del petrolio e stimolerà la diversificazione dell’economia”.
Sempre secondo quanto emerso dagli ultimi dati resi noti dall'organizzazione con sede a Parigi, il Pil della Federazione Russa, cresciuto del 4% nel 2010, raggiungerà il 4,1% nel 2012 e nel 2013, mentre il debito pubblico rimarrà stabile al 9,5% del Pil; relativamente all'inflazione, i prezzi al consumo cresceranno dell'8,4% quest'anno, per poi scendere al +6,5 e +5,7% nel 2012 e 2013.
La performance russa risulta particolarmente positiva nei settori gestione del debito (tra i più bassi al mondo con il 9,5% del Pil), educazione, occupazione. Uno dei punti di debolezza della Federazione è invece quello relativo alla gestione dell’ambiente business. Quello russo risulta infatti essere uno dei mercati più “ingessati” a livello mondiale, con più regole di quello indiano e secondo solo a quello cinese; per questo l’Ocse invita a: limitare la burocrazia, favorire le privatizzazioni, ammorbidire la legislazione in vigore per il commercio e gli investimenti dall’estero.
L’organizzazione con sede a Parigi chiede poi a Mosca di aumentare l’efficienza del settore energetico, di lottare contro la povertà e ridurre le disuguaglianze, quindi di supportare le persone che cercano un impiego sviluppando politiche di reinserimento lavorativo, di applicare gli standard sul salario minimo, di rafforzare la rappresentanza dei lavoratori e, di conseguenza, il loro potere contrattuale. Infine, il Cremlino dovrebbe rendere sostenibile il sistema previdenziale riducendo le possibilità di accesso alle pensioni anticipate.

mercoledì 7 dicembre 2011

ITALIA@CASA 2011: incontri B2B con buyer russi

Metropoli ha organizzato ITALIA@CASA 2011, 4 giornate a Napoli e Firenze per promuovere i prodotti di arredamento made in Italy e favorire partnership tra aziende italiane e buyer russi.

Metropoli, azienda speciale della Camera di Commercio di Firenze e membro di Enterprise Europe Network, ha organizzato un evento, dedicato ai buyer russi, per la promozione dell’arredamento e degli accessori per la casa italiani, al fine di favorirne l’acquisto e la distribuzione sul mercato della Federazione. Molte delle aziende russe coinvolte hanno già rapporti commerciali con le imprese italiane del settore e hanno partecipato per consolidare il proprio business.
Gli incontri di ITALIA@CASA 2011 si sono svolti il 28 e il 29 novembre 2011 a Napoli - dove hanno partecipato 19 aziende provenienti da Campania, Basilicata, Puglia e Sicilia - e il 1° e il 2 dicembre a Firenze, dove erano presenti ben 58 aziende dalle regioni del Centro-Nord (Toscana, Lazio, Umbria, Veneto, Friuli e Sardegna).
All’iniziativa hanno aderito 11 buyer russi, selezionati da Metropoli con il supporto del loro desk di Mosca, “privilegiando quelli piccoli interessati a ordinare non grandi quantitativi, prodotti di alta qualità anche artigianali perché il tessuto imprenditoriale italiano è composto principalmente da piccole imprese”. In particolare, per il settore architettura e design hanno partecipato English Style, Interior Solution Center, Mebius, Studio Deco Interiors; mentre, relativamente ai potenziali partner commerciali, erano presenti negozi o catene di vendita al dettaglio, come Chiaro Style, A Style, Business Textile, Facilicom, Verona Design Quarley Trading, Raritet e Vic Art.
L’incoming ha registrato ben 536 incontri business to business, 108 a Napoli e 428 a Firenze; come hanno spiegato i responsabili di Metropoli: “Ogni azienda italiana partecipante ha avuto a disposizione un tavolo, ha potuto portare i propri cataloghi accompagnati da una piccola campionatura per mostrare i prodotti e ogni buyer ha avuto a disposizione un interprete”.

martedì 6 dicembre 2011

L’esito elettorale: Russia Unita sotto il 50%

I risultati delle elezioni di domenica mostrano che i russi avvertono l’esigenza di cambiamento: vacilla Russia Unita, il partito di Putin, che comanda la Federazione da 13 anni consecutivi.

Russia Unita, il partito del premier Putin, leader da ormai da 13 anni consecutivi nella Federazione, non si è aggiudicato nemmeno il 50% dei voti alle elezioni parlamentari di domenica scorsa. Putin, candidato alle elezioni presidenziali del 4 marzo 2012, minimizza e fa notare che comunque il suo partito ha mantenuto la maggioranza dei seggi. Tuttavia, è innegabile la differenza tra il 49,5% ottenuto domenica e l’eclatante 64,7% registrato nel 2007; evidentemente la fiducia dei cittadini russi nel premier e nel suo staff sta venendo meno: il presidente Medvedev, con la sua politica più attenta alla democrazia e ai diritti umani, ha fatto intravedere la possibilità di un cambiamento in senso democratico ai russi e in molti hanno, probabilmente, vissuto l’annuncio della candidatura per il ritorno Cremlino di Putin come una minaccia alle riforme avviate dall’attuale presidente.
Con quasi il 20% della Duma, come non avveniva dai primi anni Novanta, entreranno in Parlamento i comunisti - guidati da Gennadij Zhjuganov, un reduce dell'Urss - che, in risposta ai privilegi della ristretta classe dominante, si propongono come garanti delle classi sociali più basse. Crescono anche i populisti di Russia Giusta e quelli del liberaldemocrato Zhirnovskij. Rimangono invece esclusi i democratici, perfino Gorbaciov: sembra che non siano stati ammessi a causa dei complessi e sospetti cavilli elaborati dalla suprema corte elettorale. A tal riguardo, da osservatori esterni e anche dagli Usa arrivano segnali di allarme: Hillary Clinton si è dichiarata preoccupata circa le modalità in cui si sono svolte le elezioni e ritiene che i russi meritino “un'inchiesta approfondita” sui possibili brogli elettorali atti a salvare la maggioranza. In particolare ha parlato dei cyberattacchi contro il sito web degli osservatori russi indipendenti di Golos. Per le stesse ragioni molti membri dei movimenti di protesta sono scesi in piazza: domenica sono state arrestate centinaia di persone a Mosca e quasi mille in tutto il paese.

lunedì 5 dicembre 2011

L’estrazione delle risorse naturali in Antartide

La trivellazione della calotta di ghiaccio che ricopre il lago di Vostok è in fase di completamento, secondo gli esperti la superficie dell’acqua sarà raggiunta entro la fine dell’anno.

Una rappresentanza russa, durante l’incontro sul Trattato Antartico, svoltosi l’estate scorsa a Buenos Aires, aveva mostrato il piano attività di ricerca scientifica relativo alla trivellazione della calotta di ghiaccio che si trova sopra al lago di Vostok. Viktor Bojarskij, direttore del Museo dell’Artico e dell’Antartico di San Pietroburgo, ha dichiarato: “Si tratta di un progetto d’avanguardia della scienza nazionale. Avremmo finalmente la possibilità di prelevare dei campioni di acqua e capire com’era la vita sul nostro pianeta 500.000 anni fa”.
I primi interventi di perforazione dello strato di ghiaccio (spesso fino a 3.600 metri) del lago Vostok, che si estende per circa 15.690 kmq, iniziarono negli anni ’90, quando un gruppo di scienziati russi lo scoprì; secondo questi ultimi, i lavori verranno terminati nel corso di questo mese.
L’Antartide raccoglie circa l’80% della riserva di acqua dolce del mondo e, sebbene gli esperti non abbiano presentato prove concrete della loro effettiva esistenza, potrebbe comprendere anche giacimenti di risorse minerarie e combustibili fossili. Al sesto continente, 52 anni fa, era stato attribuito lo status di patrimonio dell’umanità e di riserva naturale dedicata alla pace e alla scienza, da allora tutti i Paesi vi hanno concentrato gran parte delle loro ricerche. Tuttavia, per ragioni di natura tecnica e a causa della moratoria imposta dal Protocollo di Madrid, siglato dai Paesi membri del Trattato Antartico - che proibisce qualsiasi pratica legata alle risorse minerarie per fini economici e commerciali della Penisola Antartica - non risulta ancora possibile attingere a questa enorme ricchezza se non ai fini della ricerca scientifica, in quanto, sebbene consenta di studiare i processi biologici e climatici e di raccogliere informazioni relative allo stato della vita sulla Terra migliaia di anni fa, è ancora incerto in quale misura l’intervento umano nell’Antartide sia consentito e quali ne siano le conseguenze: l’estrazione di risorse nell’Oceano Meridionale rappresenta anche una seria minaccia per l’unicità del suo ecosistema.
Sergej Jakunceni, presidente del consiglio pubblico dell’Agenzia Federale per l’Uso del Sottosuolo, ritiene che prima del 2048, data di scadenza della moratoria, si potrebbe compiere un passo da gigante in campo tecnologico e il Protocollo di Madrid potrebbe essere rivisto: “Non appena lo sviluppo di nuove tecnologie ci permetterà di sfruttare i nuovi territori senza arrecare danni all’ambiente, allora anche le convenzioni inizieranno, in poco tempo, ad adattarsi alla nuova realtà”.

venerdì 2 dicembre 2011

La Russia alla vigilia delle elezioni parlamentari

Domenica 4 dicembre in Russia si terranno le elezioni parlamentari, che precedono le presidenziali di marzo 2012: la popolazione appare sfiduciata e scarsamente interessata alla partecipazione.

L’atteggiamento che caratterizza la maggior parte dei cittadini russi alla vigilia delle elezioni parlamentari di domenica non è dei più positivi: vari sondaggi mettono in evidenza che la popolazione della Federazione sembra dominata da un senso di sfiducia e scetticismo. A tal riguardo, l’autorevole politologo Boris Dubin, all’interno del suo saggio Il malessere come norma della vita sociale, parla di una “società frammentata”, in cui la maggior parte della popolazione (75-80%) si limita all’interazione con la cerchia più ristretta dei parenti e sembra caratterizzarsi per un sentimento generale di diffidenza nei confronti della politica: si fa strada l’idea che il potere e la politica siano corrotti e che chi ne fa parte agisca soltanto in base a interessi personali.
I sociologi rilevano inoltre che, se da un lato alcuni sembrano rassegnati e disposti ad adattarsi a condizioni sempre peggiori, dall’altro si va diffondendo l’orientamento, che riguarda in primo luogo giovani studenti o neolaureati, a lasciare il Paese: secondo un recente sondaggio, il 28% dei giovani sotto i 35 anni vorrebbe lasciare definitivamente la Russia.
Secondo i sondaggi del Centro Levada, ad esempio, circa due terzi dei russi ritengono che il paese non stia occupando il posto “che merita” a livello internazionale ed è diffusa la sensazione di una minaccia incombente proveniente dall’esterno, come quella rappresentata dal terrorismo islamico, dalle popolazioni del Caucaso, dalla Cina o dagli USA.

giovedì 1 dicembre 2011

Un misuratore controlla le emissioni di Co2

Il Wwf Russia ha creato un calcolatore “verde”: uno strumento in grado di quantificare le emissioni di CO2 generate dall’attività delle imprese della Federazione e di valutare i vantaggi apportati dall’impiego di tecnologie per il risparmio energetico.

Il Wwf Russia ha creato uno strumento in grado di misurare le emissioni di CO2 generate dall’attività delle imprese russe. In soldoni, il calcolatore “verde” riporta la struttura produttiva di energia elettrica o termica di una determinata regione e l’impresa inserisce nel dispositivo gli indicatori relativi al consumo di elettricità, calore, acqua calda e fredda, carta e indica l’eventuale adozione di misure volte al risparmio di tali risorse.
Julija Polonskaja, responsabile dei programmi di politica ambientale del settore finanziario del Wwf., spiega che “analizzando e riducendo il consumo di energia, un’impresa può risparmiare e contenere l’impatto sull’ambiente circostante”. Le aziende si sono mostrate molto interessate e disponibili nel confronto di tale progetto che, oltre a tutelare l’ambiente, offre loro la possibilità di valutare i consumi energetici e di poterli ridurre. A tal riguardo, Ksenija Leschinskaja - responsabile del settore servizi nell’ambito dello sviluppo sostenibile del gruppo Ernst & Young, società che applica da sempre all’interno dei suoi uffici una politica di contenimento degli impatti negativi sull’ambiente - ha affermato: “Il calcolatore dell’impronta di carbonio può essere utile a qualsiasi impresa russa. […] Le imprese russe investono in efficienza energetica, in quanto ciò consente di ottenere grandi volumi di produzione, con il medesimo consumo di risorse energetiche”.
Sebbene le aziende russe mostrino un maggiore coinvolgimento nei confronti delle tematiche green si riscontra un ritardo rispetto alle imprese occidentali, dovuto soprattutto alla carenza degli incentivi statali e delle agevolazioni da parte delle banche, che non facilitano gli investimenti in progetti con tecnologie di efficienza energetica come avviene invece in Norvegia e in altri paesi del Nord Europa.

mercoledì 30 novembre 2011

L’intervento di Jan Chadam al 6° Energy Meeting

In occasione del 6° Energy Meeting - dal 28 al 30 novembre a Sopot in Polonia - Jan Chadam, ad della Gaz-System, ha ribadito la posizione di assoluto rilievo che la Russia occupa tra i fornitori energetici europei.

Si conclude oggi il 6° Energy Meeting, iniziato lunedì e tenutosi a Sopot, in Polonia. In occasione dell’evento, Jan Chadam, amministratore delegato della società polacca Gaz-System, ha affermato: “Le nostre previsioni suggeriscono che i consumi di gas in Polonia cresceranno notevolmente. Entro il 2020 il consumo dovrebbe attestarsi tra i 17 e i 20 miliardi di metri cubi, un terzo in più rispetto ad oggi”.
La crescente domanda di gas rappresenta una sfida per tutto il Vecchio Continente, che, come la Polonia, avverte la necessità di non dipendere esclusivamente dalla Russia. A tal riguardo, Chadam ha dichiarato che, sebbene la Polonia non intenda rinunciare all'idea di diversificare l'approvvigionamento di gas, per ora la Russia rappresenta l'unica soluzione per soddisfare le esigenze energetiche del Paese: “Le consegne di gas naturale russo saranno la principale risorsa energetica per la Polonia. Il gasdotto Yamal sarà quello principale e rappresenterà l'elemento chiave del meccanismo di trasporto di gas dall'Est”.
Chadam ha inoltre esortato alla creazione di un corridoio europeo Nord-Sud che, dalla Polonia alla Croazia, integri il mercato energetico dalla Scandinavia all’Europa centrale: in questo modo il Paese potrebbe aspirare a diventare un hub per l'energia che dalla Russia e dal nord Europa andrebbe a convogliarsi verso il centro del Vecchio Continente.

martedì 29 novembre 2011

Segnali di ripresa per il settore immobiliare russo

Dopo i due anni di stagnazione causati dalla recessione del 2008, il settore immobiliare russo sta vivendo un nuovo slancio.

Prima della recessione internazionale, il settore immobiliare era in forte espansione nella Federazione Russa, i prezzi andavano crescendo e gli agenti immobiliari effettuavano ingenti investimenti. La crisi si è abbattuta sul mercato immobiliare russo poco dopo l’acquisizione di oltre un milione di metri quadrati destinati a diventare nuovi uffici a Mosca; con il collasso dei prezzi si era venuto a creare un surplus di spazio per gli uffici che oggi, grazie alla pressione della domanda sull’offerta, si sta tuttavia assorbendo. La mancanza di offerta ha inoltre consentito un innalzamento dei prezzi e dei costi d’affitto per immobili di prima qualità, che hanno addirittura superato i massimi segnati prima della bolla finanziaria.
Anche il mercato abitativo è in fase di ripresa. Lo scorso luglio, il volume delle compravendite delle nuove costruzioni ha registrato un’inaspettata accelerazione: secondo i dati riportati dagli analisti di Alfa Bank, è aumentato del 17,6% su base annua. Inoltre, l’Agenzia statale dei finanziamenti (Aizhk) stima che il numero di mutui e prestiti per l’acquisto di immobili passerà dall’attuale quota di 300mila euro a 741mila entro il 2015, e a 868mila entro il 2020.

lunedì 28 novembre 2011

Gli investimenti per Sochi 2014

Sono ormai noti i tratti fondamentali dell’ambizioso progetto relativo alle Olimpiadi invernali che si terranno a Sochi nel 2014.

Il programma del governo russo relativo ai lavori per la preparazione delle Olimpiadi che si terranno nel 2014 a Sochi, prevedeva inizialmente un investimento di 12 miliardi di dollari. Tuttavia, secondo le stime realizzate in seguito dalle istituzioni, la spesa complessiva sarebbe molto più elevata e renderebbe il progetto paragonabile alle Olimpiadi estive di Pechino 2008 (ad oggi i Giochi più costosi della storia).
Il Comitato olimpico internazionale ha voluto precisare che il budget destinato ai Giochi olimpici veri e propri, per i quali è prevista una spesa standard non superiore ai 2,5 miliardi di dollari, non va sommato ai progetti collaterali. Inoltre, considerando la mole di lavori che dovranno essere svolti in un lasso di tempo molto breve, il costo dell’iniziativa non risulta poi tanto eccessivo.
Le strutture destinate propriamente allo svolgimento dei Giochi sono 11 e comprendono: un complesso sciistico, una pista per bob e slitte, uno snowboard park, un palazzo del ghiaccio, un trampolino per il salto con gli sci, alcune piste da pattinaggio e campi di hockey; le stesse, come è solito nelle Olimpiadi invernali, saranno situate in due villaggi sportivi che, nel caso di Sochi, saranno molto vicini; i tifosi saranno così favoriti negli spostamenti tra gli impianti, che saranno pronti per l’utilizzo già nel 2012. Infine, in occasione della competizione a cinque cerchi, la capacità ricettiva della città che si affaccia sul Mar Nero, verrà moltiplicata, attraverso la creazione di 42mila nuovi posti letto all’interno degli alberghi: prevalentemente hotel a tre stelle, molti dei quali, finite le Olimpiadi, verranno convertiti a uso abitativo e immessi sul mercato immobiliare.

giovedì 24 novembre 2011

Rapporto SIPRI: cambiano i rapporti sino-russi

Lo Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI) ha redatto un ampio rapporto relativo allo stato delle relazioni tra Russia e Cina.

Dal rapporto sulle relazioni che intercorrono tra Russia e Cina elaborato dei ricercatori del SIPRI - Istituto Internazionale di Ricerche sulla Pace di Stoccolma - emerge che va scemando la collaborazione avviata dai governi dei due Paesi in seguito allo scioglimento dell'Unione Sovietica e fondata su alcuni interessi condivisi: sicurezza dei confini comuni, contrasto del fondamentalismo islamico, del terrorismo e della proliferazione di armi non convenzionali, affermazione del principio di non ingerenza nelle questioni interne degli altri stati, costruzione di un assetto internazionale multipolare.
La cooperazione strategica intrapresa da Mosca e Pechino si caratterizza soprattutto per la collaborazione in ambito militare che, dagli anni Novanta ad oggi, è stata continua e proficua. Tuttavia, oggi le tecnologie militari e l'esportazione di armi sono diventate i principali motivi di attrito fra i due paesi: il Dragone, che occupa il secondo posto a livello militare per la spesa militare, e che nel periodo 1991 - 2010 ha importato più del 90% delle principali armi convenzionali dalla Russia, a partire dal 2005, pur restando interessato alle tecnologie militari russe, ha deciso di sviluppare una propria industria degli armamenti e di favorire le proprie esportazioni di armi, facendo crollare gli ordini presentati alla Russia.
Un altro elemento critico nelle relazioni tra i due Paesi è costituito dal petrolio. La Cina è il secondo se non il primo importatore di oro nero, mentre la Russia ne è forse il maggior produttore: le divergenze circa i prezzi e la volontà di ridurre la dipendenza energetica hanno limitato le importazioni cinesi, che negli ultimi anni non sono mai state superiori al 10% del totale.
In conclusione, dal rapporto SIPRI si evince che tra i due Paesi stanno venendo meno gli interessi strategici precedentemente condivisi. La Russia si considera un paese europeo ed i suoi gruppi dirigenti nutrono una profonda diffidenza per la Cina, percepita come una minaccia strategica; d’altro canto la Russia diventa sempre meno importante per Pechino ed entrambe le potenze intendono sviluppare soprattutto le relazioni con gli Stati Uniti.

mercoledì 23 novembre 2011

Medvedev: un esercito a prova di scudo Usa

Dmitrij Medvedev ha annunciato di aver ordinato ai vertici militari di mettersi nelle condizioni di poter distruggere il sistema di difesa missilistico che gli Usa stanno pianificando in Europa.

Poche ore prima dell’annuncio televisivo in cui il presidente Medvedev ordinava all’esercito di prepararsi ad annientare il sistema missilistico Usa in Europa, Washington aveva annunciato la sospensione dell’invio di informazioni al Cremlino sugli spostamenti di forze convenzionali in territorio europeo, in obbedienza al Trattato Cfe, sebbene i russi si siano ritirati da quest’ultimo già da quattro anni.
Le parole di Medvedev mostrano che quella attuale è una fase particolarmente difficile dei rapporti tra Mosca e Washington, che da anni sono offuscati dalle divergenze relative allo Scudo spaziale, percepito da Mosca come una minaccia sulla propria deterrenza nucleare; Washington non intende modificare i propri piani e assicura che i missili trasferiti alle porte della Ue sono diretti contro l’Iran, tuttavia non accetta di fornire garanzie scritte.
Relativamente all’annuncio di Medvedev, l’ambasciatore russo a Bruxelles, Dimitrij Rogozin ha fatto eco al presidente russo dichiarando che i provvedimenti militari ordinati mettono Mosca in grado di scongiurare la minaccia che lo Scudo costituisce per i russi.
Secondo alcuni analisti i toni sono particolarmente accesi perché - trovandosi in prossimità delle elezioni per il rinnovo del Parlamento, previste per il prossimo 4 dicembre, e delle presidenziali previste per marzo 2012 - il Cremlino si vede costretto a difendere il forte calo di popolarità registrato da Medvedev, da Putin e dal loro partito, Russia Unita e far presa sulla frange nazionaliste degli elettori, che apprezzano molto le prese di posizione contro Washington.

martedì 22 novembre 2011

Dati Rosstat: positivi costumi e investimenti

I dati macro pubblicati lo scorso venerdì da Rosstat indicano che lo scenario economico russo, caratterizzandosi per una crescita stabile della domanda domestica, rimane positivo.

Relativamente al mese scorso, in Russia le vendite retail hanno segnato +8,8% anno su anno, in leggero calo rispetto al +9,2% anno su anno registrato in settembre. La spesa discrezionale risulta ancora solida, considerando che le vendite retail non alimentari continuano a crescere e a tassi piuttosto elevati (+11,1% anno su anno). Tuttavia, se da un lato l’outlook dell’attività domestica è migliorato, dall’altro sussiste il rischio connesso alla diminuzione delle fonti di finanziamento delle banche che stanno iniziando ad adottare standard più restrittivi sul prestito: una crescita più contenuta di quest’ultimo avrà ripercussioni sui consumi nei mesi a venire.
Per quanto riguarda il settore immobiliare, sembra che l’attività edilizia sia in fase di ripresa: a meno che non si verifichino forti correzioni dei prezzi delle materie prime, si prevede che la domanda di investimento rimarrà su livelli positivi.
Gli unici dati deludenti rilevati da Rosstat riguardano il mercato del lavoro: il tasso di disoccupazione è passato dal 6,0% segnato in settembre al 6,4% nel mese scorso; anche la crescita dei salari nominali, relativamente allo stesso periodo, è diminuita, passando dal 12,9% al 12,6% anno su anno. Considerando la rigida struttura del mercato del lavoro presente in Russia, qualora il rallentamento economico si rivelasse più grave del previsto, non dovrebbe verificarsi una forte contrazione dell’occupazione, bensì una correzione a livello di crescita salariale.

lunedì 21 novembre 2011

Il Festival della Moda Russa

Dal 15 al 17 novembre scorso si è tenuta la quinta edizione del Festival della Moda Russa: una vetrina per i giovani stilisti d’avanguardia dell’Ex Unione Sovietica.

Lo scorso giovedì 17 novembre, si è concluso il Festival della Moda Russa, promosso e organizzato da Società Italia e giunto alla 5° edizione. L’evento, che ha avuto luogo a Milano, ha inoltre potuto contare sull'appoggio di istituzioni quali la Provincia di Milano, il Comune di Milano, il Consolato Generale d'Italia a San Pietroburgo, l'Ente Moda Italia, la Camera di Commercio Italo-Russa; all'apertura dei lavori era presente anche il Cav. Mario Boselli, Presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana.
Come ogni anno, l’evento si è caratterizzato, per la presenza delle innovative creazioni dei giovani talenti più promettenti del settore della moda, provenienti da Ucraina, Russia, Kazakistan e, per la prima volta, anche dalla Siberia. La quinta edizione della kermesse, rientrando nel “2011 Anno Italia-Russia”, si è posta come scambio culturale fra i 2 Paesi, sottoforma di dialogo creativo e produttivo, come un’occasione per favorire l’incontro fra i modelli proposti dagli stilisti russi e quelli Made in Italy: Milano ha potuto così vedere da vicino l'interpretazione della moda da parte dei designer dell'Est Europa e il loro linguaggio innovativo, interessante anche per il mercato europeo e internazionale.
Durante le conferenze previste per il Festival, si è parlato anche dell’andamento del mercato della moda che, a dispetto dell’attuale situazione congiunturale, continua ad espandersi. A tal riguardo, Tatiana Souchtcheva - titolare di Società Italia e ideatrice e organizzatrice del Festival della Moda Russa - relativamente alla moda femminile, ha affermato: “Oggi la donna russa è sicuramente molto più attenta all'eleganza, orientando le sue scelte verso un lusso meno ostentato e più di sostanza. Più vissuto e consapevole, con la capacità di scegliere e accostare capi di designer diversi, andando oltre il total look ipergriffato e creando un proprio stile personale”.

venerdì 18 novembre 2011

Mosca ospita una mostra dedicata a Caravaggio

Fino al 24 novembre 2011, presso la sede dell’Ambasciata d‘Italia a Mosca, sarà esposta l’opera del Caravaggio “Ragazzo con canestra di frutta”, che confluirà poi al Museo Pushkin per la mostra dedicata al genio lombardo.

Dallo scorso mercoledì 16 novembre, il capolavoro giovanile del Caravaggio “Ragazzo con canestra di frutta”, pezzo forte della Galleria Borghese di Roma, si trova a Mosca. La tela, fino al 24 novembre, è esposta a Villa Berg, sede dell’Ambasciata d’Italia a Mosca, e dal 26 novembre al 12 febbraio 2012, sarà collocata presso il Museo Pushkin, insieme alle altre opere trasferite a Mosca in occasione della più grande esposizione delle opere del pittore lombardo mai organizzata in Russia: “Caravaggio (1571-1610). Dalle collezioni dei musei italiani e dei musei vaticani”. L’iniziativa, creata nell’ambito dell’anno della cultura italiana in Russia, chiude il ciclo di appuntamenti “Capolavori dai musei italiani. Da Raffaello a Caravaggio”.
Al museo Pushkin saranno esposti undici capolavori, tra cui la leggendaria “Deposizione nel sepolcro”, “La cena di Emmaus” e “Conversione di San Paolo”. In occasione dell’inaugurazione dell’opera, la direttrice del Pushkin, Irina Antonova, ha dichiarato: “Caravaggio occupa un posto particolare nel pantheon degli artisti europei perché con la sua nuova concezione pittorica del mondo e il suo nuovo linguaggio ha aperto il Seicento con un golpe artistico”.
L’ambasciatore italiano Antonio Zanardi Landi, alla presenza della Antonova e del vice ministro russo alla Cultura Andrej Busygin ha ricordato che quella di Mosca sarà la maggiore esposizione tutta italiana dedicata a Michelangelo Merisi e ha, inoltre, sottolineato che “riuscire a richiamare l’attenzione del pubblico russo su un’opera singola con una valenza particolare è stato possibile grazie all’alleanza eccezionale con il Pushkin e al sostegno del Ministero della Cultura russo, oltre agli sforzi di sponsor come Enel che ha permesso anche l’arrivo all’Ermitage di San Pietroburgo della Tempesta di Giorgione”.

giovedì 17 novembre 2011

Accordi Russia-Italia nel settore aerospaziale

Si consolidano i rapporti tra Italia e Russia nel settore dell’aerospazio: il workshop di Brindisi.

Si è concluso ieri il workshop sull’aerospazio di Brindisi, la ventesima tappa di incontri che, negli ultimi anni, hanno visto come protagonisti piccoli imprenditori e grandi gruppi industriali del settore. Martedì 15 novembre, durante la prima fase dell’evento promosso dalla Regione, si sono incontrati nella città pugliese i rappresentanti di dieci aziende russe e di venti imprese italiane che, sull’onda della collaborazione precedentemente avviata, sono pronti a stabilire nuovi rapporti commerciali. A tal riguardo, Chiara Gargano, del ministero per lo Sviluppo economico, spiega: “Dopo il magnifico avvio nel 2004, dal 2008 abbiamo subito una flessione che oggi sembra superata. Credo che esistano ancora notevoli possibilità di unire i nostri interessi a quelli dei russi”.
Il presidente del distretto produttivo pugliese, Giuseppe Acierno, moderatore della prima giornata del workshop, nelle fasi di saluto e di confronto tecnico sulla realizzazione del Super Jet 100, ha spiegato anche il supporto dato alle imprese locali. Alenia Aeronautica, la più importante realtà industriale italiana del settore, subappaltando a piccole imprese brindisine la costruzioni di alcuni elementi, sta contribuendo in maniera sostanziale alla realizzazione di questo nuovo aeromobile per la parte degli interni: “Il distretto rappresenta un supporto importante ma è anche un continuo stimolo per le imprese di questo settore. Questi due giorni servono proprio per consolidare ciò che è già stato realizzato e promuovere nuovi rapporti commerciali”, ha dichiarato Acierno.
Oltre alla collaborazione relativa al Super Jet 100, la Regione punta anche sulle zone franche che sono state create sul territorio russo e che consentono tassazioni agevolate alle imprese dell’aerospazio.

martedì 15 novembre 2011

I vantaggi dell’ingresso della Russia nella Wto

I benefici che l’ingresso della Russia nella Wto può portare ai paesi occidentali e, in primis, all’economia italiana.

L’ingresso della Russia nella Wto, in seguito alla chiusura del negoziato durato 18 anni, consentirà alla Federazione di giovare dell’aumento degli investimenti esteri e rappresenta una grande opportunità anche per le economie occidentali, Italia in primis. L’export italiano vale 8 miliardi di euro e, nel 2010, ha segnato un aumento del 23%: per il Belpaese quello russo è il 13° più importante mercato di destinazione, non molto lontano da quello cinese.
Inoltre, grazie all’ingresso nella Wto la Russia sarà impossibilitata ad alzare barriere agli scambi commerciali e quindi ad adottare misure che, distorcendo il mercato interno, ostacolano il libero commercio, come è avvenuto lo scorso anno, quando Putin ha raddoppiato i dazi relativi alle importazioni di automobili nuove. L’accordo firmato di recente, sebbene non abbassi di molto i dazi vigenti, impedisce alla Russia di aumentarli in futuro e, al contempo, non consente al Cremlino l’erogazione di incentivi che potrebbero dare un vantaggio competitivo alle aziende nazionali.
L'impatto dell'accordo riguarda anche gli investimenti esteri nei servizi: ora le imprese di telecomunicazioni potranno operare senza avere un socio locale di maggioranza e le assicurazioni e le banche straniere potranno aprire delle sussidiarie.
L'accordo della Wto apporterà, inoltre, un rafforzamento del quadro istituzionale: verranno eliminate o riformate tutte le misure che possono ostacolare l'accesso al mercato e quindi limitare la possibilità per le imprese straniere di acquistare componenti e input esteri in genere. Verranno introdotte misure efficaci per la protezione dei diritti di proprietà intellettuale e le regole sugli appalti pubblici saranno riviste affinché non favoriscano più i produttori nazionali indebitamente.

lunedì 14 novembre 2011

La joint venture Pirelli-Rostechnologii diventa operativa

L’accordo per creare una joint venture firmato da Pirelli e Rostechnologii nel novembre 2008 diventa operativo.

L’accordo per la creazione di una joint venture che Pirelli aveva firmato con la Rostechnologii nel novembre 2008 è vincolato all’acquisto di due fabbriche che in precedenza appartenevano alla Amtel-Vredestein: quella di Kirovsk e quella di Voronezh dalla Sibur Russkie Shiny. Per l’acquisto delle due fabbriche Pirelli spenderà 222 milioni di euro e investirà altri 200 milioni per incrementarne la produttività. Nel 2012 la fabbrica di Kirovsk dovrebbe arrivare alla produzione di circa 6,5 milioni di gomme, mentre quella di Voronezh dapprima a 2 milioni e, nel 2014, a 4 milioni. Entro il 2015 più del 60% della produzione di copertoni uscirà dal primo impianto col marchio Pirelli; non è ancora chiaro con quale marchio uscirà il restante 40%. Nel secondo impianto, la fabbrica più moderna di tutta la Russia, la produzione sarà invece completamente italiana e focalizzata sulle gomme di qualità premium.
L’alleanza con Rostechnologii, società russa con partecipazione statale, consentirà all’impresa italiana di dividere i rischi finanziari e legati al Paese. Inoltre, si prevede che la collaborazione con la Rosstechnologii fornirà a Pirelli più della metà dell’incremento di produttività: entro il 2015 si dovrebbe passare dagli attuali 56 milioni a 74 milioni di gomme per automobili e, grazie all’apertura dei nuovi stabilimenti, un pneumatico su sette proverrà da una ditta russa.
Il mercato russo attualmente è uno dei più attraenti per i grandi produttori mondiali, i dati relativi alla vendita di automobili sono, infatti, molto positivi e riguardano anche le auto di lusso, non soltanto le utilitarie. Le maggiori produttrici di gomme in Russia oggi sono la Sibur Russkie Shiny e la Nokian Tyres ma grazie agli ambiziosi progetti, anche la compagnia italiana potrebbe presto affiancarsi ai leader del mercato.

venerdì 11 novembre 2011

Kamaz-Mercedes: un nuovo "low cost" strada

La cooperazione tra la casa produttrice di camion russa Kamaz e Mercedes, ha portato alla creazione del trattore stradale Kamaz 5490, presentato in occasione dell’’11 edizione della fiera Comtrans di Mosca.

La Kamaz, azienda russa da sempre orientata ai mezzi da cava e cantiere, a partire dalla fine del 2013, produrrà nello stabilimento Kamaz nel Tatarstan il nuovo Kamaz 5490, il trattore stradale attualmente prodotto in Germania e Turchia da Mercedes Axor. Si tratta del frutto di un processo di integrazione del prodotto tra i due costruttori: Mercedes detiene infatti il 10% delle azioni della Kamaz.
Al fine di adattare la nuova versione del trattore stradale alle esigenze del mercato locale, verranno apportate modifiche alla carrozzeria, al telaio, al cambio e al ponte; tuttavia, il veicolo risulterà idoneo anche ai viaggi nella Ue: nasce infatti da subito come Euro 5, con cronotachigrafo digitale, sebbene tale livello normativo in Russia non sia richiesto. Inoltre, sarà dotato del sei cilindri in linea, nelle tarature da 420 e 440 CV (che in futuro verranno prodotte in Russia) è disporrà di componenti specifici estranei alla catena cinematica tradizionale, ma diffusi in Europa.
Il veicolo, sebbene i dati relativi al budget non siano ancora disponibili, dovrebbe costare il 25% in meno rispetto a un analogo veicolo europeo.

giovedì 10 novembre 2011

La Russia nel WTO dal 2012

La Russia entrerà a breve a far parte dell’Organizzazione mondiale del commercio: grazie alla mediazione svizzera è stata finalmente raggiunta l’intesa con la Georgia.

L’ambasciatore georgiano Zorab Tchiaberashivi ha annunciato ieri da Ginevra la raggiunta intesa con Mosca relativamente all’ingresso di Russia e Georgia nel WTO, l’Oraganizzazione mondiale del commercio; l’accordo è stato possibile grazie alla mediazione decisiva della Svizzera.
L’ingresso della Federazione russa nell’organismo, che dovrebbe consentire a entrambi i Paesi di migliorare le rispettive economie, era bloccato a causa del veto di Tiblisi, che si era fermamente opposta all’adesione russa a causa dai problemi con le frontiere georgiane, generatisi in seguito alla guerra lampo dell’agosto 2008, quando le due Repubbliche secessioniste di Abkhazia e Ossezia del sud erano state riconosciute come indipendenti da Mosca, ma non dalla Georgia.
L’accordo nasce al fine di regolare il commercio fra le due nazioni, ma il nodo cruciale della complicata trattativa con i mediatori svizzeri, rimaneva proprio il traffico transfrontaliero attraverso l’Abkhazia e il Sud dell’Ossezia: tutte le vie commerciali terrestri fra Georgia e Russia passano attraverso le due nazioni secessioniste e l’intesa si è resa possibile solo grazie a precise garanzie da parte del Paese neutrale che si impegna a inviare dei controllori internazionali in quei territori.
La decisione definitiva, per la quale si dovrà attendere almeno un mese, sarà presa nell’ambito della Conferenza dei ministri del Wto, prevista sempre a Ginevra dal 15 al 17 dicembre prossimo; in quell’occasione un gruppo di lavoro speciale del Wto presenterà i documenti di adesione già discussi e approvati. La decisione dovrebbe essere infine ratificata da parte del parlamento di Mosca entro febbraio del prossimo anno, prima delle prossime elezioni presidenziali russe, che potrebbero riportare Vladimir Putin, alla guida del Cremlino.

mercoledì 9 novembre 2011

Medvedev e Merkel inaugurano il Nord Stream

Ieri è stato inaugurato a Lubmin il Nord Stream, il gasdotto che attraversa il Mar Baltico e permette il collegamento tra Russia ed Europa.

Lo scorso 6 settembre, a Vyborg, Vladimir Putin e l’ex cancellier tedesco Gerhard Schröder - ora presidente del consorzio Nord Stream - avevano celebrato la prima immissione di gas nelle condotte del gasdotto. Ieri, a Lubmin, Dmitrij Medvedev e Angela Merkel hanno “inaugurato il rubinetto” che porta quel gas all’Europa occidentale, dove è arrivato in poco più di due mesi: l’inaugurazione era stata organizzata per ieri proprio per consentire al gas immesso di attraversare tutte le condotte.
Il Nord Stream è lungo 1.224 chilometri e ha ora una capacità di trasporto di 27,5 miliardi di metri cubi all’anno, che diventeranno 55 in seguito alla costruzione di una seconda linea, che dovrebbe essere pronta entro l’autunno 2012.
L’agenzia Bloomberg ha riferito che Medvedev, in occasione dell’inaugurazione, ha commentato: “il gasdotto rappresenta un passo verso la sicurezza degli approvvigionamenti energetici dell’Europa […] è un evento lungamente atteso che rafforzerà le relazioni tra Russia e Ue”. Infatti, evitando il passaggio da Bielorussia o Ucraina, si eviteranno, di conseguenza, anche i vari intoppi dovuti alle crisi che spesso si presentano nella stagione invernale.

martedì 8 novembre 2011

Business Travel: la Russia è tra le mete più gettonate

Per i loro viaggi d’affari, i manager italiani prediligono Russia e Turchia.

Secondo quanto emerge dalla “Business Travel Survey” - l’indagine avviata nel 2006 da Uvet American Express al fine di monitorare l’andamento del Business Travel in Italia - le destinazioni più gettonate dai manager italiani sono Russia e Turchia.
Gli esiti dell’indagine, che si basa sull’analisi dei trend di spesa e dei comportamenti d’acquisto di un campione selezionato di aziende, sono stai presentati in occasione della seconda giornata del BizTravel Forum 2011, la manifestazione rivolta ai responsabili aziendali della mobilità e agli operatori del settore viaggi d’affari e turismo, organizzata, appunto, da Uvet Amex e tenutasi a Milano. Secondo i dati relativi al campione preso in esame, che fa riferimento a oltre 700 aziende che hanno effettuato spese di viaggio comprese tra 20mila e 15 milioni di euro l'anno, la Federazione russa si collocherebbe al secondo posto, dopo gli Stati Uniti, tra le prime 7 destinazioni extra UE dei viaggi d’affari (davanti a Turchia, Cina, Svizzera, India e Brasile).
Luca Patanè, presidente del gruppo Uvet, polo distributivo nel turismo che vanta un giro d’affari di 1,65 miliardi di euro ha dichiarato: “Osservando i comportamenti delle imprese negli spostamenti dei loro manager stiamo notando come nel terzo trimestre 2011 ci sia una crescita del 13,5% delle trasferte verso i Paesi cosiddetti Bric (Brasile, Russia, India, Cina), un trend positivo a doppia cifra che si è innescato dalla seconda metà del 2010”. In particolare, per quanto riguarda i movimenti di manager e dipendenti delle imprese italiane verso la Federazione Russa, si riscontra un incremento di quasi due punti percentuali e mezzo nel terzo trimestre del 2011.
Le destinazioni cui i businessmen italiani risultano più interessati non sono solo Mosca e San Pietroburgo: nel corso di quest’anno si sono affermate anche Kazan, considerata la terza capitale russa, da sempre centro della cultura tatara, e Krasnodar, in prossimità del Mar Nero e del Gran Caucaso.

lunedì 7 novembre 2011

Putin in cambio degli aiuti, più spazio nell’Fmi

Il primo ministro russo Vladimir Putin ha annunciato che in cambio dell’aiuto ai i Paesi coinvolti nella crisi del debito, promesso dal presidente Dmitri Medvedev in occasione dell’ultimo G20, la Russia dovrà godere di uno status migliore all'interno dell’Fmi.

Nelle ultime settimane, la Russia ha annunciato che, insieme agli altri Brics (Brasile, India, Cina e Sudafrica), potrebbe partecipare a un eventuale fondo di sostegno per l’Eurozona organizzato dal Fmi con un ammontare di circa 10 miliardi di dollari. Ipotesi che si è avverata la scorsa settimana, in occasione del G20 di Cannes. Sebbene la crisi del debito europeo preoccupi anche il Cremlino, e, di conseguenza, l’impegno preso con i Paesi coinvolti nella crisi del debito sia anche nel suo interesse, il premier Putin ha dichiarato che, come contropartita, la Federazione dovrà ottenere “uno status migliore” all'interno del “Fondo monetario internazionale e di altre strutture di questo tipo”.
Questa mattina, Christine Lagarde, il direttore generale dell’Fmi, ha incontrato il presidente russo Dmitri Medvedev per discutere la situazione critica dell’Europa, la stabilizzazione dell’economia mondiale, l’esito del G20 a Cannes e la posizione della Russia nell’organizzazione con sede a Washington. L’Fmi sembra appoggiare la pretesa del premier russo: la stessa Lagarde ha infatti sottolineato che il crescente sviluppo economico della Russia sta portando il Paese ad avere un ruolo “sempre più forte nell’economia mondiale e in seno all’Fmi”. Lagarde ha, inoltre, voluto esprimere il suo apprezzamento per il prossimo ingresso della Russia nel Wto, l’organizzazione mondiale del commercio, che dovrebbe formalizzarsi entro il 15 dicembre: se la Russia soddisfa a pieno ai requisiti del Wto, è molto probabile che non ci potranno essere grandi obiezioni su altri frangenti; un passo avanti la cui importanza è evidente sia a livello economico sia a livello politico.

venerdì 4 novembre 2011

Cina e Russia: cyber-spie che minacciano gli Usa

Uno studio dell’intelligence americana rileva che Russia e Cina stanno costantemente rubando tecnologie e segreti industriali Usa attraverso operazioni di cyber-spionaggio, al fine di incrementare la loro crescita economica.

Gli Stati Uniti accusano Cina e Russia di cyber-spionaggio: secondo quanto emerso da un report realizzato dall’Office of the national counterintelligence, entrambi Paesi carpiscono tecnologie, informazioni sensibili e segreti industriali degli Usa attraverso cyber-spie per favorire la loro crescita economica e “cercare di raggiungere la parità economica, strategica e militare con gli Stati Uniti”.
Lo studio, presentato al Congresso e intitolato “Foreign spies stealing Us economic secrets in cyberspace”, avverte che per le spie straniere è possibile raccogliere enormi quantità di dati - riguardanti informazioni sensibili e ricerche confidenziali che vengono trasmesse su reti informatiche - rapidamente e senza grandi rischi, in quanto la loro presenza passa spesso inosservata. A tal riguardo, lo studio ammette la difficoltà di risalire ai diretti responsabili di un cyber-attacco e che non è possibile definire quanto delle centinaia di miliardi di dollari che il governo, le università e le imprese americane spendono in ricerca e sviluppo, venga rubato dalle cyber-spie.
L’agenzia di intelligence americana sostiene che siano decine i servizi di intelligence, le aziende, le istituzioni accademiche e i privati cittadini che spiano i segreti americani sul web e che i cyber-furti, e i tentativi in questo senso, siano incrementati negli ultimi due anni.
Robert Bryant, il capo della National counterintelligence, ha affermato: “Cina e Russia, tramite i loro servizi di intelligence e le loro aziende attaccano la nostra ricerca e sviluppo […] il problema è serio perché noi alimentiamo la loro crescita economica con le nostre informazioni, e non è giusto”.
Il report indica i cinesi come “i più attivi e accaniti autori di spionaggio economico”, ma ritiene che sia opportuno considerare anche la minaccia rappresentata dal cyber-spionaggio russo: come si legge nel report, “I servizi di intelligence russi stanno conducendo una serie di attività per raccogliere informazioni industriali e tecnologiche da obiettivi selezionati negli Stati Uniti”.
I settori più a rischio di intrusioni sono le Ict, le tecnologie militari, l’energia, l’industria farmaceutica.

giovedì 3 novembre 2011

Russia, calo della disoccupazione e mobilità

Nel giugno 2009, relativamente ai Paesi dell’euro, la disoccupazione riguardava il 9,4% della popolazione attiva e ha raggiunto quota 9,9% nel giugno 2011; si è invece verificato il percorso inverso in Russia, dove si è passati dall’8,3% al 6,1%.

Lo stato di salute del mercato del lavoro russo è migliorato a dispetto della crisi, le cui ripercussioni, sul piano occupazionale, continuano invece a farsi sentire nei Paesi della zona euro.
In Russia - dove la disoccupazione è passata dall’8,3% registrato nel giugno 2009, al 6,1% segnato nello stesso mese di quest’anno - il notevole aumento dell’occupazione che ha caratterizzato il periodo post-crisi, dipende soprattutto dall’aumento della mobilità lavorativa dei cittadini russi.
La Rosstat nel 2008 aveva registrato un numero di spostamenti fuori dalla regione di origine pari a 1,6 milioni; l’anno successivo, in seguito al generale abbassamento della domanda di risorse umane e all’ingente calo degli impieghi, il volume della migrazione lavorativa interna si era ridotto considerevolmente, ma nel 2010 è nuovamente aumentato: se a gennaio-febbraio del 2010 il fenomeno in questione riguardava 1,5 milioni di persone (il 2,4% della popolazione occupata), verso marzo il flusso migratorio ha iniziato a crescere gradualmente, fino ad arrivare a 2,3 milioni di persone (il 3,3% della popolazione occupata) verso fine anno.
I cittadini russi che si spostano scelgono, prevalentemente, la provincia di Tiumen, San Pietroburgo, la regione di Krasnodar e Mosca, che, attirando personale dalle altre regioni della Federazione, ha sempre avuto un ruolo fondamentale nella lotta alla disoccupazione. Circa la metà dei lavoratori che si trasferiscono per lavoro nella capitale trova impiego nei settori dell’edilizia, del commercio e dei trasporti.

mercoledì 2 novembre 2011

Prodi: intensificare l’interscambio Italia-Russia

In occasione del Forum italo russo tenutosi la scorsa settimana a Verona, l’ex presidente del consiglio Romano Prodi ha sostenuto l’esigenza di intensificare i rapporti tra i due Paesi.

I rapporti con la Russia appaiono fondamentali per lo sviluppo del Belpaese: la Federazione, da cui l’Italia dipende per le forniture di gas, che soddisfano quasi un terzo del fabbisogno nazionale, ha saputo far fronte alla crisi e oggi si sta sviluppando a un ritmo del 4% l'anno e presenta un debito pubblico che non supera il 10% sul Pil.
L’ex presidente del consiglio - nonché presidente della Fondazione per la collaborazione tra i popoli, Romano Prodi - intervenendo al IV Forum italo russo tenutosi il 27 e 28 ottobre a Verona, ha dichiarato: “I rapporti fra Italia e Russia vanno intensificati. Siamo entrati in una nuova fase: dopo il secolo europeo e la caduta dell'Unione Sovietica ci si aspettava il secolo americano, ma non è così. Siamo entrati nel secolo asiatico. […] Il Pil degli Usa cresce dell'1,5%, quello dell'Ue dell'1,5%, quello italiano è sullo 0,6%. I paesi Brics, fra i quali rientra la Russia, crescono al ritmo del 5% annuo”.
Dal Forum è emerso che, relativamente al Veneto, secondo l’Unioncamere regionale, le esportazioni dirette a Mosca sono aumentate del 32,2% nel secondo trimestre 2011, con un saldo positivo import-export di 513 milioni di euro e, relativamente alla città di Verona, l’interscambio con la Federazione ammonta a 320 milioni.

venerdì 28 ottobre 2011

Ospitalità professionale Made in Italy per la Russia

Lo scorso 25 ottobre si è concluso Host, il Salone dell’ospitalità professionale a Milano: questa edizione si è caratterizzata per il debutto di Russia, Croazia, Panama e Thailandia.

L’edizione di Host - il Salone dedicato alle ultime novità nei settori della ristorazione professionale - conclusasi martedì scorso a Milano, quest’anno ha registrato un aumento del 21% relativamente alla presenza estera e ha visto il debutto di nuovi mercati come Russia, Croazia, Panama e Thailandia.
All’evento hanno partecipato circa una trentina di buyer provenienti dalla Federazione Russa, selezionati dalla Camera di Commercio italo-russa di Milano, tutti interessati a vedere in anteprima le ultime novità e le innovazioni presentate nel corso della fiera.
Sergey Garanin, buyer della società Azbuka Vkusa - catena di supermercati con 40 punti vendita a Mosca e dintorni - si è dichiarato soddisfatto dalla fiera e ha confermato la passione dei consumatori russi per il Made in Italy in questo settore: “Come azienda siamo nati nel 1997 e da allora siamo diventati un punto di riferimento per i moscoviti che amano il cibo di qualità e i prodotti mediterranei. Si tratta di un business che si sta sviluppando, con una crescita media all’anno di circa il 15% […]. I nostri clienti ricercano la freschezza e la qualità dei prodotti italiani, senza badare al prezzo. Con una predilezione per il formaggio, la pasta, i salumi e l’olio”. Garanin inoltre, ricordando che la Russia è attualmente molto focalizzata sull’ecologia, ha manifestato il proprio interesse riguardo ai prodotti improntati al risparmio energetico, che intende introdurre nel mercato russo.
Irina Trushina, buyer di Russian Project - società specializzata nel settore Horeca (hotel, ristoranti e catering) che collabora da 15 anni con aziende italiane - ritiene che la fiera rappresenti un’occasione per scoprire tutte le ultime novità nelle attrezzature da cucina e rivela che i clienti russi sono attratti soprattutto dall’attenzione al design che caratterizza il Made in Italy.
Considerando, infine, anche i prossimi importanti appuntamenti di cui sarà protagonista (Universiadi di Kazhan nel 2013 e Olimpiadi invernali di Sochi nel 2014), è indubbio che la Federazione Russia si candida a diventare la mecca delle aziende che operano nel settore alberghiero e nell’ospitalità professionale.

giovedì 27 ottobre 2011

Il programma del Fronte popolare panrusso

Il partito Russia Unita, certo di conservare la maggioranza alle elezioni di dicembre, fissa le priorità dei lavori della Duma.

Il partito Russia Unita ha pubblicato sul proprio sito web il Programma del Fronte popolare panrusso, l’organizzazione che il partito ha creato in vista delle prossime elezioni parlamentari e che si pone come obiettivo quello di concretizzare la democrazia diretta nel Paese.
Gli ideologi del Fronte popolare panrusso ritengono che, tra i problemi che la Federazione si trova a dover affrontare, i più urgenti sono quelli alla base della profonda insoddisfazione dei cittadini russi: povertà, cattivo clima economico, corruzione e l’incapacità degli amministratori nel risolvere adeguatamente i problemi della gente.
Il programma dell’organizzazione che fa capo a Russia Unita presenta un approccio liberale: la parte macroeconomica del documento insiste sulla necessità di modernizzare e diversificare il sistema economico e prevede che le entrate ricavate dalla vendita di risorse naturali vengano utilizzate per stimolare lo sviluppo economico, non più come una sorta di “paracadute”. Lo Stato dovrà stimolare inoltre l’iniziativa privata, eliminando la corruzione e tutti gli elementi burocratico-amministrativi che sono di ostacolo in tal senso.
Nella sezione relativa al commercio estero, appare chiaro l’intento di sostenere e incoraggiare le esportazioni dei settori manifatturieri e dei prodotti ad alto valore aggiunto. Anche i partner stranieri “più meritevoli” verranno favoriti: “Apriremo il nostro sistema economico alle imprese straniere detentrici di nuove tecnologie e disposte a estendere la produzione in Russia”.
Il Fronte popolare panrusso propone poi di sostituire con l’autoregolamentazione, in modo graduale, le misure di controllo statale nel sistema economico. Più in generale, gli estensori del documento intendono interrompere lo sviluppo pilotato che ha caratterizzato il mercato russo negli ultimi 10 anni, in favore di “una sempre maggiore iniziativa privata e una sempre maggiore competitività”.

martedì 25 ottobre 2011

Il piano Russia-Olanda: esportare biogas in Europa

Venerdì scorso Gazprom, Eurotechnika, BioGazEnergostroy e il gruppo olandese Gasunie hanno siglato a Mosca un memorandum per lo sviluppo e la distribuzione del biogas in Europa.

Il colosso russo Gazprom, le connazionali Eurotechnika e BioGazEnergostroy e il gruppo olandese Gasunie hanno stipulato un accordo relativamente al piano che prevede lo sviluppo e la distribuzione ci biogas in Europa. L’intesa, in un primo momento, prevede la creazione di una joint venture tra le imprese di settore per implementare in Russia la rete di produzione e di fornitura del nuovo gas “verde”, che presenterà caratteristiche energetiche analoghe a quelle del normale gas naturale; successivamente, seguirà l’avvio della fase di esportazione del metano biologico in tutti i Paesi europei.
Come ha dichiarato Alexander Medvedev, vice-presidente di Gazprom, “la Russia ha un considerevole potenziale produttivo di biogas, che nel lungo termine potrebbe raggiungere i 35 miliardi di mc l’anno […]. Sono fiducioso che lo sviluppo di questo settore contribuirà in modo significativo alla salvaguardia dell’ambiente e ad aprire nuovi orizzonti per la cooperazione energetica tra Ue e Russia.” Anche Paul van Gelder, ad di Gasunie, ha espresso simili constatazioni, ricordando che produrre biogas consente di utilizzare al meglio sia le biomasse rinnovabili che le infrastrutture esistenti attraverso le quali passa già la rete di distribuzione del gas naturale in Europa: per queste ragioni, per van Gelder, la Russia rappresenta il partner ideale con cui stabilire accordi che prevedano l’incremento delle esportazioni future “verso un nuovo mix energetico sostenibile.”

lunedì 24 ottobre 2011

Moody’s declassa il settore bancario russo

L’agenzia di rating Moody’s ha abbassato l’outlook del sistema bancario russo, che da “stabile” passa a “negativo”.

Moody's ha abbassato le prospettive sul settore bancario russo da stabile a negativo. Come è emerso da un report dell’agenzia di rating diffuso oggi, nel corso dei prossimi 12-18 mesi si verificheranno cambiamenti negativi per la Federazione Russa: “le deboli prospettive dell’economia mondiale e l’alta volatilità dei mercati finanziari indeboliranno il contesto operativo in Russia, riflettendosi in modo negativo sul settore bancario”. Secondo Moody’s la crescita del Pil russo subirà un rallentamento a causa della debole ripresa globale: il Pil decelererà al 2,8% nel 2012 dal 3,8% atteso per l'anno in corso. Il calo della domanda di idrocarburi che probabilmente ne conseguirà, graverà profondamente sull’economia russa che è strettamente connessa proprio alla vendita di gas e petrolio.
Se le previsioni dell’agenzia di rating Usa si dimostreranno fondate, le ripercussioni sul settore bancario si tradurranno in “una stretta sul credito, e nell’aumento dei tassi sui prestiti”. La Banca centrale e il ministero delle Finanze hanno già iniziato a rafforzare gli strumenti di sostegno alla liquidità. A tal riguardo, Eugene Tarzimanov, vice presidente Moody’s ha affermato: “Mentre crediamo che andando avanti questo sostegno si intensificherà non abbiamo alcuna certezza che venga fatto lo stesso per le banche medie e piccole”.

venerdì 21 ottobre 2011

Corruzione e burocrazia limitano gli investimenti

Il numero di progetti stranieri avviati in Russia è cresciuto del 130% rispetto al 2006, ma il Paese presenta ancora ostacoli all’investimento, corruzione e burocrazia in primis.

Più della metà del flusso degli investimenti esteri è diretto verso i Paesi emergenti. La Russia - quarta destinazione europea per attrattività di investimenti - nel 2010 si è aggiudicata 200 nuovi progetti, il 18% in più rispetto al 2009 e il 130% in più rispetto al 2006 e, relativamente ai manager stranieri presenti nella Federazione, è alta la percentuale di coloro che si dichiarano pronti ad incrementare i loro investimenti (66%). La Russia offre diversi sussidi e sgravi fiscali a seconda del comparto d’investimento, oltre a una lista di zone economiche speciali che abbattono i costi e le procedure di insediamento.
Tuttavia, come è emerso dall’ultima indagine condotta da Ernst&Young, la Federazione Russa non è affatto priva di freni all’investimento: un’azienda straniera su quattro è afflitta dalla complessità burocratica, mentre una su cinque si dichiara insoddisfatta a causa dell’alto tasso di corruzione. A tal riguardo, lo stesso Governo di Mosca ha ammesso che lo scorso anno il valore medio delle mazzette è cresciuto del 30%, rispetto a quello registrato nel 2009. Inoltre, nel Corruption perceptions index del 2010 - che misura il tasso di corruzione percepito - la posizione della Russia risulta peggiorata: su 178 nazioni si piazza al 154esimo posto, collocandosi dietro a Pakistan, Zimbabwe e Nigeria.
Secondo i dati resi noti dal ministro russo per lo Sviluppo economico, Elvira Nabiullina, sugli investitori grava anche il peso della burocrazia: le aziende esportatrici basate in Russia devono esibire mediamente otto documentazioni cartacee e quelle importatrici arrivano addirittura a tredici, mentre nei principali Paesi sviluppati, in entrambi i casi, la metà è sufficiente.
Come ha affermato Alexander Ivlev, country managing partner per la Federazione russa di Ernst&Young, “negli ultimi dieci anni la Russia ha fatto molto per aprire la propria economia agli investitori esteri e semplificare loro la vita, i miglioramenti si sono visti sulla legge antimonopoli, nella corporate governance, in fatto di stabilità del sistema finanziario e di immigrazione”. Lo scorso marzo, infatti, il presidente Dmitrij Medvedev ha lanciato i dieci punti per favorire gli investimenti nel Paese: la sfida del governo russo è ora quella di mettere in pratica le aperture previste da queste nuove leggi.

mercoledì 19 ottobre 2011

“Coats!”, la mostra di Max Mara ora è in Russia

La mostra “Coats! Max Mara, 60 anni di moda italiana” approda in Russia: dal 12 ottobre al 10 gennaio 2012 è allo State Historical Museum di Mosca.

La mostra dedicata alla storia di Max Mara, denominata “Coats! Max Mara, 60 anni di moda italiana”, è passata da Berlino nel 2006 e, dopo il Giappone e la Cina, è arrivata anche in Russia, dove il gruppo è presente dal 1989 e conta 80 negozi monomarca e più di 200 multimarca. La mostra, che dal 12 ottobre scorso al 10 gennaio 2012 si trova presso lo State Historical Museum di Mosca, si propone di mostrare il percorso di Max Mara attraverso i cappotti iconici del brand.
Luigi Maramotti, presidente di Max Mara, invita a considerare l’evento come una sorta di specchio che mostra oltre mezzo secolo di storia del costume occidentale, non soltanto quello italiano: “è solo dalla caduta del muro di Berlino nel 1989 che i russi hanno avuto accesso ai nostri codici di abbigliamento, prima d'allora l'ex Unione Sovietica viveva in una sorta di universo parallelo, per quanto riguarda il modo di vestirsi. Lo stesso vale per la Cina […]. "Coats!" offre una sorta di storia per immagini di un periodo che potrebbe altrimenti restare sconosciuto ai giovani cinesi e russi ma anche ai miei coetanei, che per molti anni hanno vissuto in una sorta di isolamento culturale e sociale”.
Max Mara, fondato a Reggio Emilia nel 1951 e oggi presente in oltre 100 Paesi, è uno dei pochi brand italiani della moda che supera il miliardo di euro di ricavi: il gruppo registra infatti un fatturato che è oltre 1,2 miliardi di euro, vanta un export del 47% e dà lavoro a circa 5.200 persone nel mondo.

martedì 18 ottobre 2011

Il Vinitaly Tour Russia

Il Vinitaly Tour Russia è giunto all’ottava edizione: l’evento si è tenuto il 12 e il 13 ottobre scorso presso lo Swissotel Krasnye Kholmy di Mosca.

La Russia - dietro a Germania, Regno Unito, Usa e Francia - è il quinto mercato mondiale per importazione di vini; in controtendenza rispetto alle temute ripercussioni dovute alla crisi economica internazionale, l’andamento dell’export verso la Federazione è positivo. L’Italia - che rappresenta il terzo Paese esportatore mondiale dopo Francia e Spagna - nei primi sei mesi del 2011 ha esportato in Russia merce per un valore di 54 milioni di euro, oltre il 24% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Relativamente alle importazioni di vino effettuate dalla Federazione Russa, si riscontra una capacità di crescita maggiore da parte del vino prodotto in Italia, rispetto a quello prodotto dai Paesi concorrenti: i consumatori russi sembrano prediligere i vini del Belpaese, soprattutto quelli frizzanti, che rappresentano il 61% dell’importazione complessiva.
In occasione dell’ottava edizione del Vinitaly Tour Russia, tenutosi il 12 e il 13 ottobre scorso presso lo Swissotel Krasnye Kholmy di Mosca, sono state organizzate varie attività volte a promuovere il vino italiano sul mercato russo e elaborare strategie per incrementare il giro d’affari di tale business: seminari per produttori e distributori, degustazioni, wine testing guidati e abbinamenti vino-cibo. All’appuntamento erano presenti un centinaio di aziende italiane, che con i loro banchi di assaggio hanno voluto intrecciare rapporti commerciali per conquistare nuovi consumatori nel redditizio mercato della Federazione Russa.

lunedì 17 ottobre 2011

British Petroleum aumenta gli investimenti in Russia

La British Petroleum, intende aumentare gli investimenti in Russia per continuare l’esplorazione dell’Artico attraverso la sua joint venture locale.

Nonostante il fallimento dell'accordo per l'esplorazione dell'Artico con il gigante petrolifero russo Rosneft, la British Petroleum, come ha annunciato l'amministratore delegato Robert Dudley, intende continuare a operare nella Federazione Russa attraverso la sua joint venture locale, Tnk-Bp.
L'accordo tra Rosneft e Bp, siglato a gennaio 2011, prevedeva l'esplorazione congiunta dell'Artico russo, oltre a uno scambio azionario da 16 miliardi di dollari. Fin da subito, però, l'alleanza era stata ostacolata dagli azionisti russi della Tnk-Bp, riuniti nel consorzio Alfa-Access-Renova (AAR), secondo i quali l'intesa violava il patto tra i soci, che obbliga la major britannica a passare per la joint venture in ogni sua attività in Russia. Il successivo ricorso a un tribunale arbitrale internazionale ha dapprima congelato l'accordo e poi modificato i parametri originari dell'affare: a questo punto, Rosneft - che non vi riscontrava più alcuna convenienza - uscito dal progetto e ha cercato un nuovo partner. Lo scorso agosto, la compagnia russa ha infatti firmato un accordo con la statunitense Exxon Mobil, in modo da poter sviluppare, congiuntamente con quest’ultima, le riserve artiche di idrocarburi.

venerdì 14 ottobre 2011

Coca-Cola ora conta 15 stabilimenti in Russia

Il 26 settembre scorso Coca-Cola Company ha inaugurato un altro stabilimento in Russia, il 15° nella Federazione, dove la multinazionale è presente dal 1994.

L’attuale congiuntura in patria, negli Stati Uniti, non consente la realizzazione di grandi profitti a Coca-Cola Company, che punta invece sui mercati dei Paesi emergenti ed è particolarmente attiva sul mercato russo. Il nuovo stabilimento che Coca-Cola Company ha inaugurato, verso la fine del mese scorso, sul territorio russo, si trova nella steppa meridionale di Priazov, a Rostov-na-Donu, una delle città più importanti della Russia meridionale. L’area del complesso produttivo, disponendo dei più potenti impianti di depurazione per il trattamento delle acque reflue della regione, riflette i parametri della multinazionale della bibita gassata per eccellenza, che osserva gli standard internazionali di produzione in tutti e 15 gli stabilimenti russi.
La struttura presenta una superficie di 26,5 ettari e produrrà 450 milioni di litri di bibite l’anno, 78mila bottiglie e quasi lo stesso numero di lattine, e tale regime è destinato ad aumentare: attualmente le linee di produzione attivate sono soltanto tre, ma entro il 2014 dovrebbero essere in funzione tutte e otto. Inoltre, dal 1994, anno in cui si è inserita nel mercato russo, la multinazionale ha investito più di tre miliardi di dollari nell’economia locale e, come annunciato durante l’inaugurazione dello stabilimento di Rostov-na-Donu, ora intende investire una cifra analoga entro i prossimi cinque anni.
Coca-Cola, tra tutti i competitors sul mercato russo, è l’azienda che meglio risponde al trend attuale del governo di Vladimir Putin, che intende promuovere uno stile di vita salutista: la multinazionale collabora ormai da 92 anni con il Movimento olimpico e sarà sponsor ufficiale alle Olimpiadi invernali di Sochi del 2014. Tuttavia Coca-Cola deve affrontare la concorrenza Pepsi Company, la cui capacità produttiva sul mercato della Federazione - in seguito all’acquisizione della Wimm-Bill-Dann, la più grande azienda produttrice di succhi e latticini in Russia - è notevolmente incrementata lo scorso anno. Coca-Cola ha però un asso nella manica: la nuova strategia di fidelizzazione del consumatore russo prevede di affiancare alle produzione di bibite tradizionali come la Coca-Cola e la Sprite, che hanno comunque grande successo nel mercato locale, la produzione della più tipica bevanda russe, il kvas.

mercoledì 12 ottobre 2011

Si intensifica la collaborazione tra Cina e Russia

Putin si trova in visita ufficiale a Pechino, dove avrà alcuni importanti colloqui con le autorità cinesi per rafforzare i rapporti economici e commerciali tra i due Paesi.

Il premier uscente della Russia, Vladimir Putin, è in visita ufficiale in questi giorni a Pechino, dove ha in programma una serie di colloqui con il primo ministro cinese Wen Jiabao e il presidente Hu Jintao. Questo appuntamento, oltre ad avere come obiettivo l’intensificazione economica e commerciale tra i due Paesi, ha una grande valenza politica. Putin, infatti, ha recentemente annunciato la sua futura presidenza, con l’intenzione di avviare nei prossimi 12 anni un’integrazione economica tra i Paesi dell’Eurasia.
L’interscambio economico tra Russia e Cina dovrà passare quest’anno dai 59 miliardi di dollari ai 70 miliardi, e ai 100 miliardi nel 2015 fino ai 200 entro il 2020, concentrandosi maggiormente sulle innovazioni e le tecnologie avanzate. Gli impegni reciproci prevedono che la Federazione Russa sostenga il Dragone nello sviluppo dell’energia nucleare e dell’industria aerospaziale, mentre la Repubblica Popolare fornirà il proprio aiuto alla Russia nella produzione dei treni ad alta velocità e nelle energie alternative. A tale scopo, durante la visita Putin firmerà un memorandum sulla collaborazione per la modernizzazione dell’economia russa.
Tra gli altri accordi che verranno firmati c’è anche l’intesa per la creazione di un fondo di investimento di 4 miliardi di dollari, al quale contribuiranno il Fondo russo di investimenti diretti e la China Investment Corporation. La condizione alla firma del documento è quella che almeno il 70% del denaro dovrà essere investito in Russia o nella Comunità di Stati indipendenti per progetti strategici, tra cui lo sviluppo di giacimenti minerari e il sistema di trasporto in Siberia.
Infine, questa visita servirà a discutere nuovamente la questione del prezzo del gas, sul quale non è ancora stata raggiunta un’intesa per la fornitura di 70 miliardi di metri cubi all’anno.