Grazie alla diversificazione economica e allo sviluppo delle esportazioni, il Pil russo potrebbe superare quello di Francia, Gran Bretagna e Germania entro il 2030.
Nel libro The Growth Map: Economic Opportunity in the Brics and Beyond, opera pubblicata in onore del decimo anniversario dei BRIC, Jim O’Neill - l’ex capo economista della banca d’investimenti americana Goldman Sachs, noto proprio per aver coniato dieci anni fa l’acronimo BRIC, per indicare le economie emergenti di Brasile, Russia, India e Cina - passa in rassegna le previsioni relative alla congiuntura di questi quattro Paesi, e si dichiara particolarmente ottimista circa le sorti future dell’economia russa. O’Neill, sostiene infatti che la Federazione crescerà a ritmi record nel giro dei prossimi 20 anni: il Pil russo, grazie alla diversificazione dell’economia e alla crescita delle esportazioni, supererà quello di Francia, Gran Bretagna e Germania entro il 2030; inoltre, O’Neill stima che il Paese, entro il 2050, raggiungerà i 7 trilioni di dollari (cifra quattro volte superiore a quella attuale) solo mantenendo gli attuali tassi di crescita, e che, se riuscirà a evitare le crisi e attrarre gli investitori stranieri, il PIL nazionale potrà raggiungere addirittura i 10 trilioni di dollari.
Alcuni esperti giudicano eccessivamente rosee le previsioni di O’Neill e sostengono che, sebbene la Russia - considerando la sua popolazione e le sue ingenti risorse - disponga effettivamente del potenziale per diventare l’economia più ricca d’Europa, non è scontato che riuscirà a sfruttarlo al meglio. Secondo l’analista di Investkafe, Anton Safonov, per realizzare il suo enorme potenziale, la Russia deve impegnarsi a fondo e, nello specifico: ridurre la dipendenza dalle esportazioni di materie prime, migliorare l’efficacia dei consumi e fondare imprese in grado di produrre beni a elevato valore aggiunto.
Per molti esperti è molto probabile che si concretizzi invece il processo di integrazione dell’economia russa ed europea. A tal riguardo il direttore generale della società di gestione Solid Management, Jurij Novikov, afferma: “Garantire una maggiore apertura e integrazione sui mercati globali nell’ottica di una possibile unione, sia con le nostre ex-repubbliche o con la futura Europa, non è solo auspicabile bensì necessario per la sopravvivenza della nazione. L’autoisolamento non risolve nessuno dei problemi che attualmente ostacolano lo sviluppo del Paese. Al contrario, l’isolamento ha solo effetti negativi”.
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