Domenica 4 dicembre in Russia si terranno le elezioni parlamentari, che precedono le presidenziali di marzo 2012: la popolazione appare sfiduciata e scarsamente interessata alla partecipazione.
L’atteggiamento che caratterizza la maggior parte dei cittadini russi alla vigilia delle elezioni parlamentari di domenica non è dei più positivi: vari sondaggi mettono in evidenza che la popolazione della Federazione sembra dominata da un senso di sfiducia e scetticismo. A tal riguardo, l’autorevole politologo Boris Dubin, all’interno del suo saggio Il malessere come norma della vita sociale, parla di una “società frammentata”, in cui la maggior parte della popolazione (75-80%) si limita all’interazione con la cerchia più ristretta dei parenti e sembra caratterizzarsi per un sentimento generale di diffidenza nei confronti della politica: si fa strada l’idea che il potere e la politica siano corrotti e che chi ne fa parte agisca soltanto in base a interessi personali.
I sociologi rilevano inoltre che, se da un lato alcuni sembrano rassegnati e disposti ad adattarsi a condizioni sempre peggiori, dall’altro si va diffondendo l’orientamento, che riguarda in primo luogo giovani studenti o neolaureati, a lasciare il Paese: secondo un recente sondaggio, il 28% dei giovani sotto i 35 anni vorrebbe lasciare definitivamente la Russia.
Secondo i sondaggi del Centro Levada, ad esempio, circa due terzi dei russi ritengono che il paese non stia occupando il posto “che merita” a livello internazionale ed è diffusa la sensazione di una minaccia incombente proveniente dall’esterno, come quella rappresentata dal terrorismo islamico, dalle popolazioni del Caucaso, dalla Cina o dagli USA.
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