Le principali notizie e informazioni di natura economica, finanziaria, giuridica e politica relative alla Federazione Russa.

venerdì 30 aprile 2010

La catena statunitense “Dunkin’Donuts” torna in Russia con una nuova strategia

Dunkin’Donuts, la catena internazionale di ciambelle (i donuts) e caffè, è tornata in Russia, dopo che nel 1999, con solo tre anni di presenza, fu costretta a chiudere i suoi locali russi a causa della crisi del 1998. Il ritorno in territorio russo rappresenta un’importante tappa per la nuova strategia in Europa. Negli ultimi 10 anni Dunkin’Donuts ha visto una grande espansione del proprio marchio a livello globale, soprattutto in Asia dove ha aperto 2.000 locali. Ora che ha acquisito esperienza e capacità di adattamento ha deciso di investire nuovamente nella Federazione Russa, dove il prossimo 11 maggio aprirà un locale a Mosca, al quale ne seguirà a breve un secondo sempre nella capitale ed in seguito altri a San Pietroburgo, Sochi, Novosibirsk, Krasnodar and Yekaterinburg. Nei prossimi 5 anni la catena prevede di aprire 50 nuovi punti solo a Mosca con un investimento previsto tra i 10 e i 14 milioni di dollari per il primo anno.
In questi ultimi anni la Russia si è aperta sempre più ai brand internazionali e il consumo di caffè è diventata una comune abitudine sociale, motivo per cui il paese è ora più appetibile per investimenti in questo settore. Le famose doughnuts americane, inoltre, sono molto simili al dolce russo ponchik, molto comune in epoca sovietica. Dunkin’Donuts, comunque, assieme alle ciambelle servirà cibi più adatti ai palati russi, come insalate, sandwich, marmellate e dolci con crema pasticcera. Il 70% degli ingredienti usati verrà però importato dall’estero mentre il restante 30% verrà acquistato da produttori locali. Tra le strategie attuate vi è inoltre la consegna gratuita nella capitale per i clienti che si registreranno sul sito web.

giovedì 29 aprile 2010

La Russia investe nelle riserve energetiche del Mar Caspio

Grazie alla società LUKoil la Russia è diventata produttrice di petrolio anche nel Mar Caspio, la terza area di risorse energetiche più grande del pianeta. LUKoil ha infatti avviato mercoledì scorso una offshore nella zona, che aveva iniziato ad esplorare nel 1995, spendendo dal 2004 al 2009 oltre 1,2 miliardi di dollari per portare nel progetto Yury Korchagin, secondo produttore nazionale di petrolio. Lo sfruttamento delle risorse del Mar Caspio era già guidato da Kazakistan e Azerbaijan con le società ExxonMobil, BF e Chevron, oltre che in misura minore dall’Uzbekistan, Turkmenistan e più recentemente dall’Iran. La produzione di petrolio in quest’area è considerata dagli esperti talmente grande da poter sopperire al bisogno mondiale di energia e si prevede che nel futuro saranno necessari ingenti investimenti stranieri e tecnologie per poter sfruttarne le enormi potenzialità. Per la Russia, quindi, operare in questa zona significa investire in un’attraente frontiera che va ad aggiungersi agli impianti già attivi della Siberia e dell’Artico, tanto che il governo russo preme per una legislazione a favore degli investimenti stranieri nell’area. Entro il 2015 LUKoil vuole portare alla luce le risorse che ha scoperto nel 2005, ovvero 220 milioni di tonnellate di petrolio e 40 miliardi cubici di gas. Il Kazakistan, invece, sta lavorando per lo sfruttamento di 2 miliardi cubici di greggio dall’area di Kashagan, grazie ai suoi partner internazionali quali Eni, Exxon, Shell e Total.
Nel frattempo la Federazione Russa sta cercando di potenziare gli impianti nell’Artico tentando di coinvolgere grandi società occidentali in una partnership con Gazprom; tuttavia si ritiene che il governo dovrebbe offrire maggiori agevolazioni fiscali per invitare ad operare le aziende in zone così remote e in condizioni talmente dure.

martedì 27 aprile 2010

Le potenzialità del mercato dell’auto russo: continua a crescere il distretto automotive di Kaluga

Il 2009 non è stato un anno positivo per l’import in Russia nel settore automobilistico: la domanda di veicoli era diminuita a fronte di ampi magazzini di veicoli nei concessionari. Inoltre, il governo aveva innalzato i dazi doganali sulle importazioni di auto nuove ed usate per difendere i produttori locali. Tuttavia le case automobilistiche internazionali non hanno interrotto le loro attività di internazionalizzazione nella Federazione Russa e molti marchi hanno delocalizzato impianti produttivi sul territorio, anche per aggirare le misure protezionistiche doganali. Il Gruppo Fiat, ad esempio, è presente in Russia dall’epoca del primo impianto Togliatti, nella parte centrale del paese, in cui produsse e ancora produce la prima auto di massa russa, la “Zhiguli”. Recentemente ha annunciato il potenziamento degli impianti produttivi con l’apertura di una fabbrica nella Repubblica autonoma del Tatarstan, dove grazie alla joint-venture con il partner russo Sollers, inizierà a produrre e distribuire nuovi modelli. Nel 2009, invece, era stata la volta di Volvo, che inaugurò il suo primo impianto russo per la produzione di veicoli commerciali nel distretto di Kaluga, a sud-ovest di Mosca. Questa area industriale iniziò a sorgere già nel 2007 con gli impianti della Volkswagen e oggi si estende per circa 145 ettari. In questi ultimi giorni il distretto automotive ha assistito ad una nuova entrata, con l’inaugurazione dell’impianto del gruppo francese PSA (Peugeot-Citroën) in joint-venture con il partner giapponese Mitsubishi. Nella fabbrica russa verranno prodotte la Peugeot 308, la Citroën C4 e altri modelli più sportivi. L’impianto sarà attivo dal 2012 e prevede di costruire 125.000 vetture all’anno.
In definitiva quindi, le potenzialità del mercato automobilistico russo sono buone, basti pensare che nell’ultimo decennio la produzione di vetture straniere in Russia ha raggiunto le 600.000 unità annue e nel futuro, secondo le attuali stime, potrebbe raggiungere la cifra di 5 milioni di veicoli all’anno.

lunedì 26 aprile 2010

Accordi bilaterali tra Italia e Russia in campo nucleare ed elettrico

La giornata odierna si prospetta ricca di novità per quanto riguarda gli accordi tra Italia e Russia nel settore nucleare ed energetico; nella mattinata, infatti, si incontreranno il Primo Ministro Silvio Berlusconi, Igor Sechin, Vicepremier russo responsabile del settore energetico e presidente della Inter Rao – azienda elettrica russa - e Serghej Shmatko, Ministro russo per l’Energia. Tra gli argomenti in scaletta figura anche il nuovo accordo tra Inter Rao ed Enel, quest’ultima recentemente coinvolta nella costruzione di una centrale nucleare in Russia. La collaborazione rientra nel progetto precedentemente esposto dal Capo di Stato russo Vladimir Putin riguardante la realizzazione di un nuovo impianto nucleare entro il 2030 che conterà 26 nuovi reattori. L’apporto di Enel riguarderà lo studio di un nuovo tipo di reattore di tecnologia russa che, per altro, sta già sviluppando in Slovacchia. Grazie a questo accordo Enel completerà la propria presenza in Russia, già attiva sul fronte del gas e del carbone. L’azienda russa Inter Rao, nel frattempo, sta progettando una linea di trasmissione elettrica da Kaliningrad alla Germania lungo il gasdotto Nord Stream per portare energia elettrica all’Europa occidentale. Il gasdotto gemello South Stream, invece, vede coinvolti l’Eni, Gazprom e il nuovo partner francese, Electricité de France. Entro il 2011 verrà concluso lo studio di fattibilità che lo riguarda.

Accordo tra Russia ed Ucraina: ridotti i prezzi del gas per l’Ucraina in cambio della permanenza della flotta russa nel Mar Nero fino al 2042

Tra Russia ed Ucraina è stato stipulato un accordo definito “senza precedenti” dal presidente ucraino, Viktor Yanukovich. La Russia, infatti, ridurrà il prezzo delle forniture di gas verso l’Ucraina, applicando uno sconto di 100 dollari se il prezzo sarà maggiore di 330 dollari per mille metri cubi, o del 30% se il prezzo sarà superiore. Anche l’Unione Europea sarebbe interessata all’accordo, dato che riceve una buona parte del gas dalla Russia tramite gasdotti ucraini.
Così facendo l’Ucraina dedurrà il danaro risparmiato per l’importazione di gas russo dalla cifra che la Russia le deve per l’utilizzo della base di Sebastopoli, nella penisola di Crimea, dove dal 1997 è presente la flotta russa. Assieme alla riduzione dei prezzi del gas, infatti, i due paesi si sono accordati per estendere di altri 25 anni, a partire dal 2017, la presenza della flotta russa nella base ucraina. La presenza di una flotta russa nel Mar Nero sarebbe, secondo Putin, uno strumento fondamentale per il mantenimento della pace e della sicurezza regionale e globale.
Con questo patto si consolida inoltre la partnership tra le due nazioni, che non escludono future misure strategiche per rafforzare il loro rapporto.

venerdì 23 aprile 2010

Gazprom scala la classifica delle imprese più profittevoli al mondo

E’ stata recentemente pubblicata da Forbes la classifica delle imprese più profittevoli al mondo. L’analisi ha preso in considerazione 2000 aziende esaminandone i dati relativi a vendite, profitti, beni e capitalizzazioni. La Russia ha registrato un buon andamento rispetto alla precedente classifica del 2005: Gazprom, il più grande produttore di petrolio russo, si colloca al tredicesimo posto con 24,33 miliardi di dollari, guadagnando così tre posizioni rispetto a cinque anni fa. Il panorama imprenditoriale russo è comunque dominato da aziende petrolifere ben 8 su 28 compaiono nella lista di Forbes.
In generale, nel 2010 aumentano le imprese dei mercati emergenti a scapito di quelle dei paesi più sviluppati; nella lista delle nazioni più influenti in funzione del profitto delle aziende nazionali ai primi due posti si trovano Cine ed India, mentre la Russia si colloca al quinto posto. Perdono punti invece gli Stati Uniti, il Giappone e il Regno Unito.

Firmato tra imprese straniere un patto di anti-corruzione

Mercoledì scorso è stato firmato tra un gruppo di imprese straniere un patto di anti-corruzione per frenare le pratiche di business illegali in Russia. L’iniziativa è di un gruppo di imprese tedesco ed ha coinvolto 56 membri della Camera di Commercio russo-tedesca, anche se per ora solo 40 dirigenti hanno firmato a causa del blocco dei voli in Europa. Tra le aziende coinvolte nel progetto ci sono Deutsche Bahn, Deutsche Bank, MAN Avtomobili Rossiya, Mercedes-Benz Russia ed una sussidiaria locale di Daimler e Siemens. Alcune di queste aziende, tra l’altro, sono state già coinvolte in precedenza in casi di corruzione. Alla firma dell’accordo era presente anche Arkady Dvorkovich, assistente del presidente russo Dimitri Medvedev; con questo documento il mondo imprenditoriale vuole compiere un importante passo verso la diffuzione di pratiche legali di affari e vuole inoltre dare un segnale forte alle autorità russe. Il documento stilato prevede per le imprese firmatarie il divieto di svolgere attività di corruzione anche in forme alternative, come donazioni e sostegno a partiti politici ed il coinvolgimento in questa iniziativa dei partner delle aziende coinvolte. Chi dovesse violare il patto verrà escluso dall’accordo, con conseguente rischio della propria immagine pubblica, e potrebbe essere portato d’innanzi alla corte d’arbitrato svizzera, in quanto l’iniziativa è regolata proprio dal Diritto svizzero.
L'iniziativa potrebbe essere replicata nei progetti con la Camera di Commercio Americana e l'Association of European Businesses.

giovedì 22 aprile 2010

La Russia punta su di una politica di innovazione per uscire dalla crisi

Il governo russo ha delineato da poco quelle che saranno le linee guida per il biennio 2010-2012 in campo economico e politico. La tendenza emersa è quella di una politica prevalentemente incentrata sull’innovazione e sull’ammodernamento con 45 progetti recentemente approvati che potrebbero portare all’uscita dalla crisi economica. Gli obiettivi alla base di questi progetti sono molti ed ambiziosi: superare l’arretratezza tecnologica; elevare l’efficienza della spesa pubblica; aumentare la produttività; riformare la sanità pubblica e l’istruzione. Entro maggio gli imprenditori russi potranno presentare le proprie proposte di innovazione che verranno finanziate dal governo, grazie anche ad un pacchetto di agevolazioni e stimoli fiscali esposti dal Ministro delle Finanze Aleksej Judrin. Secondo quanto dichiarato da Vladimir Putin, il settore dell’edilizia e delle costruzioni potranno risollevare lo sviluppo economico del paese.
Tuttavia, alcuni economisti sono piuttosto scettici nei confronti di queste nuove misure governative; in questi progetti mancano, infatti, incentivi per lo sviluppo e la tutela della concorrenza, stimoli per il settore privato, non si prevedono finanziamenti a lungo termine né risorse finanziarie sufficienti per la classe imprenditoriale. Ciò potrebbe rendere molto più difficile la ripresa economica della Russia a causa della bassa competitività, dei problemi infrastrutturali e del sistema bancario.

martedì 20 aprile 2010

In Russia sospese le adozioni di minori per le famiglie statunitensi

Nuove tensioni tra Stati Uniti e Russia nel campo delle adozioni, dopo che una famiglia americana del Tennessee che aveva appena adottato un bambino russo di 7 anni lo ha rimandato in Russia da solo sostenendo che fosse violento e con gravi problemi psicologici. L’episodio ha provocato la reazione negativa della politica russa, a cominciare dal presidente Dimitri Medvedev, che ha definito l’episodio “mostruoso”. Il Ministro degli esteri Sergei Lavrov ha deciso di sospendere le adozioni tra i due paesi fino a che non verrà raggiunto un accordo che implichi una serie di garanzie sulle condizioni di vita dei bambini russi negli Stati Uniti. Nelle prossime settimane arriverà a Mosca una delegazione del Dipartimento di Stato americano proprio per discutere un nuovo accordo nel settore. Intanto la Russia ha sospeso la licenza al gruppo che si è occupato dell’adozione del minore portato in Tennessee, la “World Association for Children and Parents”.
Le adozioni di bambini russi negli Stati Uniti sono molto frequenti, tanto che nel 2009 la Russia era il terzo paese per numero di adozioni da parte di famiglie americane con 1.586 casi. Tuttavia i casi di maltrattamento finiti in tragedia da parte dei genitori adottivi statunitense non sono pochi: dal 1996, su 60.000 adottati, 15 sono stati i minori uccisi dalle nuove famiglie.

lunedì 19 aprile 2010

Blocco dei voli in Europa: la situazione in Russia

Al centro dell’attenzione in questi giorni c’è l’emergenza provocata dall’eruzione del vulcano islandese, che con la nube di cenere su quasi tutta l’Europa ha paralizzato i voli nazionali ed internazionali del Vecchio Continente. Anche in Russia si vive la medesima situazione che negli altri paesi coinvolti: 277 i voli cancellati all’aeroporto di Mosca Sheremetyevo, 91 allo scalo di San Pietroburgo e 27 a quello di Mosca Domodedovo. Il problema più grande al momento riguarda gli stranieri che dalla Russia devono tornare in patria, soprattutto a causa delle scadenze dei visti. Per far fronte a ciò il servizio consolare russo ha installato dei punti informativi nei maggiori aeroporti; è possibile estendere in modo immediato il proprio visto per tre giorni al costo di 25 euro. Coloro che invece devono tornare o recarsi in Russia sono stati convogliati negli aeroporti del Sud, che rimangono per ora attivi, e da lì si cerca qualche volo per la Russia. La compagnia aerea di stato russa sta mandando i suoi aerei più grandi in questi scali per trasportare il maggior numero di passeggeri. Sebbene la paralisi dei voli abbia bloccato anche sportivi e politici, il presidente russo Dimitri Medvedev è riuscito ugualmente a recarsi in Polonia per i funerali di Stato del presidente polacco, recentemente perito in un incidente aereo, contrariamente a molti altri diplomatici che hanno invece rinunciato a volare.

Importanti obiettivi russi al secondo summit BRIC

Si è svolto venerdì scorso a Brasilia il secondo summit BRIC (Brasile, India, Russia, Cina), importante incontro soprattutto per il ruolo mondiale dei paesi partecipanti che rappresentano oltre il 40% della popolazione e circa il 15% del PIL mondiale. L’incontro si è focalizzato principalmente sulla necessità di una stabilità monetaria e sull’importanza di un sostegno alle politiche fiscali dei quattro paesi. L’argomento più discusso è stato tuttavia quello riguardante la riforma dei voti presso la Banca Mondiale a favore dei paesi in via di sviluppo, che dovrebbe già verificarsi negli incontri dell’istituto di questa primavera. E’ inoltre stata ribadita l’importanza dell’unità tra i quattro paesi al fine di ottenere una maggior autorità sullo scenario economico mondiale.
La Russia aveva puntato molto su questo incontro ponendosi gli obiettivi di consolidare la crescita economica e poter innalzare il livello economico della popolazione. Il presidente russo Dimitri Medvedev, in una dichiarazione precedente al summit, si era dimostrato fiducioso circa la possibilità di accordi in campi quali l’energia nucleare, l’ingegneria aerea, l’esplorazione e l’uso dello spazio e delle nanotecnologia. La Russia ha avuto, durante il forum, un incontro privato con il Brasile, nel quale ha discusso di una possibile cooperazione tra i due paesi nei settori aerospaziale, energetico, agricolo e delle telecomunicazioni. Prima di giungere in Brasile, inoltre, Medvedev aveva incontrato in Argentina il presidente Cristina Fernandez de Kirchner, in occasione del quale ha espresso l’interesse della Russia in investimenti nel settore idroelettrico nel paese latinoamericano.

venerdì 16 aprile 2010

La Russia potrebbe entrare nell’Organizzazione Mondiale per il Commercio entro la fine dell’anno

La Russia rimane la sola grande potenza economica a non far parte dell’Organizzazione Mondiale per il Commercio, anche se è dal 1993 che si discute sulla sua possibile entrata nell’organizzazione. Precedentemente la Federazione Russa annunciò di voler compiere il passo assieme a Kazakistan e Bielorussia, con i quali ha creato un’unione doganale diventata effettiva il primo gennaio. L’unione dovrebbe completarsi nel luglio del 2011 e la sua creazione porterà, entro il 2015, circa 400 miliardi di dollari di prodotto interno lordo in più nei tre paesi. Tuttavia questa decisione sarebbe stata contraria ai principi della WTO, sanciti nell’accordo di Marrakesh nel 1994, secondo i quali i paesi facenti parte di una unione doganale possono fare richiesta di entrare nell’organizzazione a patto che abbiamo la completa sovranità delle politiche commerciali.
Ora però la Russia sembra aver cambiato idea ed il presidente Dimitri Medvedev ha dichiarato che l’entrata del paese nella WTO avverrà secondo la modalità più conveniente. Nonostante il cambiamento di strategie la Federazione Russa potrebbe vedere il suo ingresso nell’organizzazione entro la fine dell’anno, grazie al supporto dell’Unione Europea e ai positivi segnali dell’amministrazione statunitense. L’appoggio degli Stati Uniti è decisivo secondo Medvedev, il quale conta sull’aiuto di Obama in questa operazione e si rammarica che finora il presidente americano non abbia mantenuto le promesse fatte nell’aprile 2009 al summit del G20. Nel frattempo la Russia si sta dando da fare per rispettare i requisiti richiesti dall’Organizzazione Mondiale del Commercio e ha in previsione di abbassare nei prossimi mesi le tariffe doganali, decisione che si rivela difficile dato che negli ultimi anni queste erano state aumentate al fine di proteggere la produzione interna.

giovedì 15 aprile 2010

Facebook tenta di conquistare il mercato russo

Uno dei social network più conosciuti al mondo, Facebook, ha annunciato di voler aprire un proprio ufficio in Russia per poter sfruttare le ottime potenzialità del mercato, rappresentate da 32,6 milioni di persone che navigano abitualmente in internet. L’obiettivo è quello di creare molti più network russi e delineare così nuovi opinion leaders. La società americana ha già preso contatti con tre compagnie telefoniche russe con cui potrebbe creare una partnership per espandere i propri servizi e la propria presenza in Russia: MTS, Vimpelcom e Megafon.
Tuttavia il network dovrà scontrarsi con il rivale russo Vkontakte, già presente sul mercato da oltre un anno e leader nel settore con 18 milioni di profili registrati sul sito. Tra l’altro Vkontakte e Facebook sono molto simili tra loro, non solo per il funzionamento, ma anche per l’interfaccia grafica, motivo per cui sembrerebbe difficile che chi è già registrato sul sito russo decida di passare a Facebook. Secondo gli esperti il portale americano potrebbe raccogliere tra i 4,9 e i 6,5 milioni di utenti. A rendere negative le previsioni ci sono anche i precedenti di altre aziende web internazionali che già avevano cercato di conquistare il mercato russo raccogliendo fallimenti. L’anno scorso, ad esempio, MySpace fu costretta a chiudere l’ufficio locale a causa di pesanti tagli alle spese.
Nel frattempo i maggiori operatori telefonici russi si stanno aprendo possibilità di marketing in diverse direzioni: Megafon ha già avviato una serie di campagne promozionali in rete con la creazione di gruppi su Vkontakte, YouTube, Twitter, MySpace e lo stesso Facebook.

martedì 13 aprile 2010

La certificazione Gost Standard e l’EuRaseC

Nell’ambito del commercio russo ci sono due importanti strumenti in uso che regolano gli scambi: la certificazione Gost Standard, utilizzata all’atto dell’introduzione di merci nel territorio russo e all’interno del mercato per i vari controlli, e la nuova unione doganale EuRaseC.
La certificazione Gost nasce nel 1992 in seguito all’emanazione della legge 2300-1 sulla difesa dei diritti dei consumatori. Essa si pone i seguenti obiettivi: evitare l’introduzione di merce scadente e/o pericolosa; regolare i rapporti fra i consumatori, produttori e distributori; stabilire i diritti del consumatore; garantire l’informazione sul prodotto, produttore e distributore. Punto basilare di questa legge è la Nomenklatura, ossia una lista di prodotti, in continuo aggiornamento, che per legge devono essere certificati.
Esistono due tipi di certificazioni (una obbligatoria ed una volontaria) e a queste si aggiunge poi il responso epidemiologico-sanitario (certificato di igiene) con validità da 1 mese fino a 5 anni.
L’iter per la certificazione differisce in base alla tipologia del prodotto e si articola in quattro fasi: l’istruttoria, l’iter di assistenza, le eventuali visite ispettive e l’iter di certificazione
Nell’ambito del commercio internazionale assume rilievo l’EuRaseC (o EuRaSes), l’Unione Doganale tra Russia, Bielorussia e Kazakistan. Consiste nell’abbattimento delle frontiere doganali tra questi tre Paesi con l’introduzione di un'unica tariffa doganale. L’obiettivo di questa comunità doganale è quello di proteggere il mercato e favorire lo sviluppo interno.

lunedì 12 aprile 2010

Importazioni russe in forte aumento rispetto al 2009

Si confermano i dati positivi per quanto riguarda le importazioni russe: l’import cresce del 16,5% nel primo trimestre del 2010, raggiungendo il valore di 34,3 miliardi di dollari. Il settore trainante, con un aumento del 25,4%, è quello dei generi alimentari, in cui bevande alcoliche ed analcoliche, frutta e verdura, oli vegetali, carne, latte e latticini segnano la crescita maggiore. Seguono poi due mercati importanti per l’export italiano verso la Russia: quello dei prodotti chimici (+ 25,3%) e quello dei macchinari (+24,6%).
Il saldo della bilancia commerciale raggiunge così la cifra di 34 miliardi di dollari, grazie anche ad una voce importante dell’export russo, quella degli idrocarburi. Gli scambi commerciali della Russia si attestano a 145 miliardi di dollari.
I dati, che sono forniti dall’agenzia Federale delle dogane della Federazione Russa, registrano un netto miglioramento rispetto al 2009, in cui la bilancia commerciale registrava 19 miliardi di dollari in meno rispetto a quest’anno e si era verificato un forte calo delle importazioni.

Reazioni positive in Russia dopo la firma del trattato START 2

L’8 aprile scorso a Praga è stato firmato il trattato START 2 tra il presidente americano, Barack Obama, e il presidente russo, Dimitri Medvedev, sancendo così un patto che porterà ad una notevole riduzione dell’apparato nucleare a disposizione di ciascun paese. L’indomani della firma, la reazione della stampa e dell’opinione pubblica sembra nettamente positiva, riconoscendo l’importanza storica dell’accordo tra le due potenze economiche. Per molti si tratta di un passo decisivo per una nuova benaugurate relazione tra Russia e Stati Uniti in cui il presidente Medvedev ha segnato un ottimo successo politico. L’inizio di un rapporto positivo con gli USA potrebbe significare future nuove collaborazioni sul piano economico e politico, anche se molti ritengono ci sia molto su cui lavorare da qui in avanti. Alcune riviste economiche pensano già a possibili accordi su questioni come l’Afghanistan, l’Ucraina e l’Iran sul fronte internazionale. La questione iraniana, in particolare, è al centro dei dibattiti; Medvedev ha recentemente dichiarato, infatti, che è favorevole all’applicazione di pesanti sanzioni al paese se questo non rispetterà le richieste internazionali riguardanti il suo programma nucleare. Nessuna preoccupazione, inoltre, sul fronte della sicurezza: la maggior parte dei quotidiani e periodici russi non ritiene che il trattato appena siglato possa compromettere la sicurezza nazionale.
Poche le voci pessimistiche, emerse soprattutto tra la gente; le paure maggiori riguardano la perdita di risorse militari ritenute importanti per la difesa del paese ed il timore che gli Stati Uniti potenzino il proprio apparato missilistico, approfittando della mancanza di una limitazione dei programmi di difesa anti-missile nel trattato.

venerdì 9 aprile 2010

Il sistema bancario russo e gli strumenti a sostegno dell’esportazione

Dal 1989 in Russia il numero di banche specializzate è cresciuto in modo esponenziale. Nel 1995 si è arrivati alla presenza di 2.500 istituti di credito, una crescita brusca e non controllata che ha generato un sistema bancario debole e poco affidabile. Nel tempo vi è stato un ridimensionamento delle banche e attualmente sono 1.180 quelle tuttora presenti sul territorio russo. Sono 5 le banche locali (Sberbank, VTB, Gazprombank, Bank of Moscow e Russian Agriculture Bank) che monopolizzano il 60% degli attivi. Le banche estere sono invece 75 con una percentuale degli attivi limitata.
A ogni modo il Sistema Russo durante la crisi ha tenuto; le banche principali hanno ottenuto supporti di liquidità da parte del Governo. Esistono però 1.100 banche che potrebbero chiudere domani nell’indifferenza del sistema bancario complessivo.
I principali prodotti che la banca offre all’imprenditore che vuole esportare in Russia sono:
- la conferma di lettere di credito (è una tutela per l’imprenditore ed è uno degli strumenti più richiesti);
- verifica dei documenti e delle richieste finanziarie;
- emissione della bondistica (viene fatta nel momento in cui le aziende devono partecipare a delle gare d’appalto);
- buyer credit (finanziamenti che la banca dà all’imprenditore);
- smobilizzo di impegno di rapido utilizzo ed emissione più conferma della lettera di credito;
- smobilizzo di impegno del pagamento differito rappresentante le garanzie stand-by
- smobilizzo di cambiali.
La volontà della banca è quella di cercare di non rifiutare nessun tipo di richiesta che le viene fatta, cercando aiuti anche in soggetti esterni e continuando a monitorare la situazione bancaria evitando tutti i rischi possibili.

giovedì 8 aprile 2010

La Russia stringe accordi con la Repubblica Slovacca

Il presidente russo Dimitri Medvedev durante la sua prima visita in Slovacchia ha incontrato Ivan Gasparovic, presidente slovacco, e Robert Fico, primo ministro slovacco, con i quali ha firmato una serie di accordi che daranno inizio ad una proficua cooperazione economica tra i due paesi. La Russia, infatti, ritiene che ci siano i presupposti per avviare affari con la Slovacchia nel settore energetico e dei trasporti e che questi potranno stimolare relazioni simili anche con altri paesi dell’Est europeo. La repubblica Slovena, infatti, rappresenta un ponte fondamentale per il collegamento della Russia con il resto d’Europa, motivo per cui La Russian Railways, compagnia ferroviaria russa, già dalla fine dell’anno inizierà la costruzione della linea ferroviaria tra Kosice (Slovacchia) e Vienna, via Bratislava. Verrà anche costituita una joint-venture tra i due paesi per la progettazione e la costruzione di mezzi ferroviari e piattaforme.
I vantaggi maggiori sembrano essere nel nucleare: molte compagnie russe hanno già fatto accordi di medio - lungo termine per fornire materiale nucleare agli impianti slovacchi. Il sistema elettrico slovacco, invece, è già di proprietà della Enel. E’ inoltre in programma la creazione di una joint-venture per la costruzione in Slovacchia di strutture che produrranno materiale fissile negli impianti slovacchi e ucraini.
In aggiunta, è stata decisa la costruzione di un centro ricerche a Bratislava, che già era previsto dal 1996. Molti accordi sono stati fatti anche in altri ambiti, come il commercio del gas, la proprietà intellettuale e la lotta al traffico illegale di droga.

mercoledì 7 aprile 2010

Il PIL russo è in costante crescita. Segnali positivi anche tra i maggiori indici economici

La crescita annuale del PIL russo segna una crescita costante dopo che marzo si è confermato il nono mese consecutivo in cui l’indice è salito, fino a raggiungere l’1,1%. Si tratta della prima vera crescita economica dal dicembre 2008, periodo in cui ci fu un forte calo. Rimane però marginale il tasso di espansione che si attesta allo 0,5%. Anche l’indice stagionale di attività si è stabilizzato sopra il 50% per l’ottavo mese consecutivo, arrivando in marzo al 53,7 %.
Contrastanti i segnali provenienti dal settore manifatturiero e quello dei servizi: il primo rimane debole mentre il secondo si registrano cadute dovute ai costi molto alti che pesano sul profitto delle imprese.
Per ciò che riguarda il settore degli scambi commerciali, invece, è positiva la quota dell’import sul commercio al dettaglio che registra una percentuale pare al 45%. Da segnalare che il 54 % del commercio russo si realizza nelle 11 maggiori regioni del paese: Mosca, regione di Mosca, San Pietroburgo, Ekaterinburg, Krasnodar, Samara, Tatarstan, Tjumen, Chelyabinsk, Rostov.

martedì 6 aprile 2010

Accordi tra Russia e Venezuela: probabile vendita di armi russe a Chavez

Durante la visita di Putin in Venezuela sono stati firmati tra i due stati una serie di accordi sul petrolio, l’energia nucleare e il commercio. Le imprese petrolifere russe aiuteranno nell’esplorazione dalla riserva del blocco Junin-6 per un progetto di circa 30 miliardi di dollari, ed è stata inoltre dichiarata l’intenzione di creare una stazione nucleare con una capacità dai 200 ai 500 megawatt. Sono poi stati firmati anche accordi sulla scienza, cultura ed educazione.
Tuttavia ciò che è emerso durante l’incontro riguarda un possibile commercio di armi tra i due paesi. Putin, infatti, ha dichiarato che il Venezuela sarebbe un mercato interessante per il settore, a cui la Russia potrebbe vendere armi per un valore di 5 miliardi di dollari. Il paese latinoamericano, d’altro canto, avrebbe espresso l’intenzione di comprare armi dalla Russia per poter incrementare la propria difesa militare, provocando così lo sconcerto degli Stati Uniti, alleati del nemico venezuelano, la Colombia. Il contratto con il Venezuela potrebbe andare a ben 13 compagnie russe, tra cui l’impianto di Izhmash, produttore di Kalashnikov.
Il mercato di armi russo non conosce crisi, tanto che l’industria della difesa ha prodotto il 13% di armi in più rispetto all’anno precedente. Anche nel 2009 il settore ha conosciuto una piccola crescita arrivando al valore di 8,8 miliardi di dollari e potrebbe raggiungere, solo con le vendite all’estero, i 9 miliardi entro quest’anno. Al momento la Russia detiene contratti di vendita di armi a imprese straniere per 40 miliardi di dollari, valore che è destinato a crescere.

venerdì 2 aprile 2010

Il mercato farmaceutico russo offre interessanti opportunità per l’export

La flessione dell’interscambio commerciale causata dalla crisi economica mondiale non ha intaccato la posizione di prim’ordine che la Russia occupa come partner commerciale per l’Italia. Nei primi nove mesi del 2009 le importazioni russe dall’Italia hanno registrati tassi di flessione molto inferiori rispetto a quelli di altri concorrenti quali Germania, Regno Unito, Cina, Giappone, Turchia e Corea del Sud, tutti intorno, o superiori, al 50%. I settori dell’export italiano che hanno dimostrato una tenuta maggiore sono: quello delle macchine per uso generale e quello dei beni per la persona. Anche il settore farmaceutico, tuttavia, presenta notevoli opportunità: il mercato dei farmaci russo è uno dei più interessanti a livello nazionale, sia per quanto riguarda la destinazione dell’export di prodotto, sia come sede di investimenti produttivi, come confermano alcuni esempi eccellenti, anche relativamente a società italiane.
È in fase di approvazione da parte del Cremlino la modifica alla normativa sul commercio e la sicurezza dei medicinali. Secondo la nuova legge, verrà introdotta un’equiparazione tra le aziende farmaceutiche russe e quelle estere: i produttori esteri che desiderano vendere sul mercato russo avranno l’obbligo di effettuare test e sperimentazioni dei farmaci in loco.
Il mercato farmaceutico della Federazione Russa, purtroppo, è così redditizio a causa delle insalubri abitudini dei russi, prima far tutte, il consumo di alcolici. Inoltre, secondo un’indagine condotta dalla Cegedim Dendrite, leader mondiale nel campo delle soluzioni CRM (Customer Relationship Management) per il settore farmaceutico, in Russia il 70% degli uomini e il 30% delle donne sono dipendenti dal fumo e ogni anno circa 27 milioni di persone muoiono per malattie polmonari e cardiovascolari causate dal fumo.

giovedì 1 aprile 2010

Approcci e strategie di marketing nella Federazione Russa

I principali prodotti esportati dall’Italia in Russia non riguardano principalmente l’abbigliamento del Made in Italy (15%), bensì macchinari e apparecchiature (27%), mobili (8%), articoli in pelle (8%), prodotti in metallo (6%), apparecchi elettrici e per uso domestico (6%), prodotti chimici (5%), altri prodotti della lavorazione di minerali non metalli (3%) e prodotti alimentari (3%).
Ad oggi, l’unica modalità efficace per entrare o rimanere nel mercato russo è quella di:
- Monitorare il panorama normativo e politico che è sempre in continua evoluzione;
- Instaurare un ottimo rapporto personale con il cliente, abbattendo tutte le difficoltà culturali, linguistiche e sociali e abbandonando gli stereotipi;
- Tutelarsi in modo adeguato dal punto di vista contrattuale;
- Rimanere sempre fedeli al proprio modus operandi.
Dal punto di vista contrattuale è fondamentale possedere una figura giuridica riconoscibile (apertura di un pronto magazzino e/o apertura di un c/c bancario), la maggior parte delle volte richiesta dai russi stessi. In questo gli italiani sono molto carenti. Dal punto di vista prettamente commerciale, puntare tutto sul marchio “Made in Italy” non è una condizione sufficiente per fare business. Bisogna innanzitutto garantire elevati livelli qualitativi e fare molta attenzione alle condizioni economiche praticate. L’imprenditore italiano deve essere inoltre pronto ad espandersi territorialmente, costituendo una stabile organizzazione e affidandosi ad un consulente locale.
Per quanto riguarda le Joint Venture, oggi la tendenza registrata è quella di evitarle. La pratica delle J/V è superata e viene caldamente sconsigliata: bisogna avere un quadro completo e avere un controllo totale della società, ove possibile, o comunque avere sempre una partecipazione di controllo nella società mista. Se non si riesce in questo, a quel punto assicurarsi solamente una quota di minoranza.

Incontri a Mosca per aziende lombarde nel settore logistico

Dal 23 al 25 maggio PROMOS, in collaborazione con AICE, organizza una serie di incontri a Mosca con spedizionieri, agenti doganali, strutture logistiche e distributive. Lo scopo degli eventi è quello di far individuare alle aziende interessate le opportunità del sistema logistico e distributivo nell’area di Mosca, poter avviare contatti diretti con operatori e organizzazioni locali e poter eventualmente avviare un punto di riferimento operativo a Mosca. Nelle giornate si svolgeranno anche seminari sul mercato moscovita e incontri con strutture logistiche locali. Il costo della missione è di 2.460 euro, ma per 5 PMI lombarde è disponibile un contributo di 2.000 euro in voucher compilando la domanda on-line. Per qualsiasi informazione basta rivolgersi alla Camera di Commercio di Milano.