I principali prodotti esportati dall’Italia in Russia non riguardano principalmente l’abbigliamento del Made in Italy (15%), bensì macchinari e apparecchiature (27%), mobili (8%), articoli in pelle (8%), prodotti in metallo (6%), apparecchi elettrici e per uso domestico (6%), prodotti chimici (5%), altri prodotti della lavorazione di minerali non metalli (3%) e prodotti alimentari (3%).
Ad oggi, l’unica modalità efficace per entrare o rimanere nel mercato russo è quella di:
- Monitorare il panorama normativo e politico che è sempre in continua evoluzione;
- Instaurare un ottimo rapporto personale con il cliente, abbattendo tutte le difficoltà culturali, linguistiche e sociali e abbandonando gli stereotipi;
- Tutelarsi in modo adeguato dal punto di vista contrattuale;
- Rimanere sempre fedeli al proprio modus operandi.
Dal punto di vista contrattuale è fondamentale possedere una figura giuridica riconoscibile (apertura di un pronto magazzino e/o apertura di un c/c bancario), la maggior parte delle volte richiesta dai russi stessi. In questo gli italiani sono molto carenti. Dal punto di vista prettamente commerciale, puntare tutto sul marchio “Made in Italy” non è una condizione sufficiente per fare business. Bisogna innanzitutto garantire elevati livelli qualitativi e fare molta attenzione alle condizioni economiche praticate. L’imprenditore italiano deve essere inoltre pronto ad espandersi territorialmente, costituendo una stabile organizzazione e affidandosi ad un consulente locale.
Per quanto riguarda le Joint Venture, oggi la tendenza registrata è quella di evitarle. La pratica delle J/V è superata e viene caldamente sconsigliata: bisogna avere un quadro completo e avere un controllo totale della società, ove possibile, o comunque avere sempre una partecipazione di controllo nella società mista. Se non si riesce in questo, a quel punto assicurarsi solamente una quota di minoranza.
Ad oggi, l’unica modalità efficace per entrare o rimanere nel mercato russo è quella di:
- Monitorare il panorama normativo e politico che è sempre in continua evoluzione;
- Instaurare un ottimo rapporto personale con il cliente, abbattendo tutte le difficoltà culturali, linguistiche e sociali e abbandonando gli stereotipi;
- Tutelarsi in modo adeguato dal punto di vista contrattuale;
- Rimanere sempre fedeli al proprio modus operandi.
Dal punto di vista contrattuale è fondamentale possedere una figura giuridica riconoscibile (apertura di un pronto magazzino e/o apertura di un c/c bancario), la maggior parte delle volte richiesta dai russi stessi. In questo gli italiani sono molto carenti. Dal punto di vista prettamente commerciale, puntare tutto sul marchio “Made in Italy” non è una condizione sufficiente per fare business. Bisogna innanzitutto garantire elevati livelli qualitativi e fare molta attenzione alle condizioni economiche praticate. L’imprenditore italiano deve essere inoltre pronto ad espandersi territorialmente, costituendo una stabile organizzazione e affidandosi ad un consulente locale.
Per quanto riguarda le Joint Venture, oggi la tendenza registrata è quella di evitarle. La pratica delle J/V è superata e viene caldamente sconsigliata: bisogna avere un quadro completo e avere un controllo totale della società, ove possibile, o comunque avere sempre una partecipazione di controllo nella società mista. Se non si riesce in questo, a quel punto assicurarsi solamente una quota di minoranza.
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