Le principali notizie e informazioni di natura economica, finanziaria, giuridica e politica relative alla Federazione Russa.

martedì 28 febbraio 2012

Fiat-Chrysler: jeep russa entro il 2013

L’ad di Fiat-Chrysler, Sergio Marchionne, in occasione della riunione dell'Acea (Associazione europea dei costruttori), ha reso noto che il gruppo sta valutando le possibili alleanze industriali nel mondo.

Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fiat-Chrysler e, dall’inizio di quest’anno, presidente dell'Acea (Associazione europea dei costruttori), in occasione di una riunione di quest’ultima tenutasi a Bruxelles, ha dichiarato: “Ci stiamo muovendo, possiamo essere un socio attivo in qualsiasi paese del mondo”, e ha aggiunto che in Europa “non ci sono più molte possibilità”.
Tra i progetti cui ha fatto riferimento Marchionne, vi è quello relativo alla produzione della prima Jeep in Russia entro la fine dell’anno prossimo: l’ad della casa automobilistica torinese auspica che venga costruita “in uno dei due stabilimenti entro il 2013”, ovvero in quello di Mosca o a San Pietroburgo.
Marchionne ha confermato anche l’impegno di Fiat in Italia ma “a condizioni estremamente chiare: non posso continuare a perdere soldi in Europa semplicemente per mantenere in piedi un sistema industriale che poi economicamente non ha basi”.

lunedì 27 febbraio 2012

Škoda si espande in Russia

La ŠKODA, già presente a Kaluga nello stabilimento del Gruppo Volkswagen, dove vengono costruiti i modelli Fabia e Octavia, amplia la capacità produttiva presso l’impianto del Gruppo GAZ, a Nizhny Novgorod.

Nel 2011 la domanda dei modelli ŠKODA è incrementata in maniera consistente in Russia, il 60% in più rispetto al passato. Circa la metà dei Clienti russi ha scelto auto prodotte in loco, come la Octavia, la Fabia e la Yeti.
In Russia, si contano attualmente 120 Concessionari ŠKODA, un numero che è destinato a raddoppiare nei prossimi anni. La casa automobilistica crescerà ulteriormente nella Federazione, attraverso la collaborazione con il Gruppo GAZ, un partner importante e affidabile, dotato di un adeguato know-how e di dipendenti altamente qualificati. L’accordo prevede la produzione di auto per i marchi ŠKODA e Volkswagen presso lo stabilimento di Nizhny Novgorod del Gruppo GAZ, per un totale di 110.000 unità annue che, sommate alle vetture prodotte nell’impianto di Kaluga (del Gruppo Volkswagen), diventano 350.000.
Come ha dichiarato Winfried Vahland, il presidente della casa automobilistica, c’è un grande potenziale di crescita per la ŠKODA in Russia: “proprio per questo motivo riteniamo necessario incrementare la nostra capacità produttiva. […] Il mercato russo - per noi già oggi il terzo per importanza - gioca un ruolo centrale nella strategia di crescita della ŠKODA. Abbiamo piani ambiziosi, e i successi ottenuti fin qui testimoniano come la nostra offerta risponda perfettamente alle esigenze dei Clienti russi”.

venerdì 24 febbraio 2012

Internet innocuo attraverso l’ONU

Mosca e Pechino intendono far passare nuove norme internazionali atte a sottomettere internet al controllo di un’organizzazione intergovernativa.

Nel 1991 il governo degli Stati Uniti, con l’approvazione dell’High performance computing Act - la legge che ha rimosso i lacci che legavano Internet agli ambienti militari e al mondo della ricerca - aveva affidato la rete al libero mercato, mettendola a disposizione dall’iniziativa privata a fini commerciali. Così, tra il 1995 e il 2011, gli utenti Internet sono passati da 16 milioni a 2 miliardi: le persone hanno compreso la possibilità di risparmiare tempo e denaro attraverso la rete che, in questo senso, ha migliorato la qualità della loro vita.
Gli Stati hanno compreso che Internet è un vero e proprio motore dell’economia - si stima che in Italia contribuisca al 2% del Pil (dati 2011) - e intendono approfittarne: in paesi come India, Cina, Brasile e Russia, ha trovato largo consenso la proposta di consentire alle compagnie telefoniche, che in molti paesi sono monopoli o incumbent pubblici, di far pagare il traffico internet internazionale. Tuttavia, oltre al ritorno economico, tassare le connessioni con l’estero consente anche di limitare la circolazione di idee che potrebbero rivelarsi pericolose per la sopravvivenza dei regimi autoritari: per tale ragione, i governi di Mosca e Pechino sono pronti a favorire l’introduzione di nuove norme internazionali atte a sottomettere internet ad un controllo più rigido, attraverso la International Telecommunication Union (ITU), un’organizzazione intergovernativa istituita da un trattato internazionale sotto l’egida dell’ONU. In sostanza, in nome della privacy, si intende consentire ai governi di schedare chi si esprime attraverso la rete attraverso un proprio sito internet.
Molte personalità note si sono opposte a questo eventualità, avvertita come una minaccia per la libertà di internet: se i governi dovessero detenere il monopolio sulla governance della rete, le Internet Technologies che hanno consentito il miglioramento della vita delle persone subirebbero un’involuzione.

mercoledì 22 febbraio 2012

La campagna di Putin punta sulla Difesa

La campagna elettorale di Putin ora si concentra sul progetto di riforma delle forze armate e dell'industria della difesa. 

Vladimir Putin, candidato alle prossime elezioni presidenziali, ha illustrato i punti chiave del suo programma attraverso un articolo pubblicato su Rossiyskaya Gazeta: ora la campagna del primo ministro russo si concentra sul suo progetto di riforma delle forze armate e dell'industria della difesa. Putin ha affermato che l'esercito e la Marina russa hanno sofferto per la mancanza di fondi durante la maggior parte del periodo post-sovietico, mentre altri Paesi “hanno aumentato in maniera consistente le loro forze militari”.
Il Cremlino ha già stanziato circa 23mila miliardi di rubli - circa 773 miliardi di dollari - per raggiungere questo obiettivo, entro il 2020. Il piano non prevede la riduzione dell'organico dei militari, bensì un aumento del numero di militari professionisti rispetto a quello dei soldati di leva.
Secondo gli esperti, sussistono però problemi demografici tali da compromettere la realizzazione del piano di Putin. A tal riguardo, Aleksandr Golts, direttore della rivista Web settimanale Ezhednevny Zhournal, in un'intervista al quotidiano Kommersant ha dichiarato: “Il problema è che saremo costretti a diminuire il numero di soldati nelle forze armate in un prossimo futuro [perché] non c'è nessuno da arruolare”.
Igor Korotchenko, un funzionario del Ministero della Difesa, ha invece dichiarato: “anticipare le minacce in cui il Paese potrebbe incorrere nei prossimi 30 - 50 anni è fondamentale, perché permette una risposta tempestiva a qualsiasi minaccia esterna”. Tuttavia, un esercito di professionisti comporterebbe un costo non indifferente per il Paese e non sarebbe facile mantenere il sistema misto di reclutamento dei soldati di leva, l'80% dei quali si dimostra riluttante ad arruolarsi.

martedì 21 febbraio 2012

La Sace tutela gli investimenti russi

La Sace si è aggiudicata il contratto di advisory per la nuova agenzia governativa russa per l’assicurazione del credito all’esportazione e agli investimenti.

Tra gli elementi considerati dalle aziende intenzionate a investire oltre i confini nazionali, la tutela economica e giuridica degli investimenti effettuati all’estero, è uno dei più importanti, soprattutto quando il mercato di destinazione presenta differenze culturali difficili da colmare e non si attiene alle norme dell’Unione Europea. Per andare incontro a quest’esigenza, la Sace, azienda specializzata in assicurazioni sui crediti, ha siglato il contratto di advisory per la Exiar, la nuova agenzia russa per l’assicurazione del credito all’esportazione e agli investimenti. Sace, cui è stata riconosciuta l’eccellenza nel know-how per quanto riguarda le competenze tecniche e specialistiche, si è aggiudicata il contratto superando gli altri concorrenti occidentali, tra i quali anche il consorzio capitanato da due colossi del settore come Euler Hermes e PricewaterhouseCoopers.
Exiar, creata verso la fine dello scorso anno e controllata dalla Banca di sviluppo russa Vnesheconombank (Veb), verrà gestita da Sace, che ne curerà l’intero programma di formazione per i professionisti, dai prodotti ai processi, dalle tecniche di gestione alla valutazione dei rischi.
La collaborazione tra Sace e Exiar sarà poi ulteriormente rafforzata dalla firma di un memorandum d’intesa che mira a rafforzare le opportunità commerciali e di investimento all’estero “mediante lo scambio di informazioni tecniche e attività di cooperazione sui progetti attuali e potenziali”, come riporta una nota diffusa dalla stessa Sace. L’attenzione sarà focalizzata sui 2 mercati di riferimento, pertanto dell’accordo beneficeranno sia le aziende italiane impegnate negli investimenti in Russia, sia quelle russe in Italia.

venerdì 17 febbraio 2012

Russia, crescono gli acquisti online

Il commercio via Internet in Russia ha raggiunto un valore di 10,4 miliardi di dollari nel 2011, segnando un aumento del 30% rispetto al 2010.

L’e-commerce sta spopolando in Russia: lo scorso anno ha raggiunto un valore di 10,4 miliardi di dollari, il 30% in più rispetto al 2010. I principali siti di e-commerce hanno registrato un notevole incremento di utenti e di fatturato. Un esempio è quello rappresentato da Avito.ru, l’equivalente locale di eBay: l’attività commerciale del sito, attivo dal 2007, ha iniziato a crescere in maniera significativa nel 2010, anno in cui ha raggiunto ricavi per 40 miliardi di rubli, fino ad arrivare ai 460 miliardi (15 miliardi di dollari) segnati lo scorso anno.
La domanda da parte dei consumatori è diventata evidente e l’e-commerce rappresentava la soluzione più logica”, ha dichiarato al Moscow Times Marina Treshchova, l’amministratore delegato di Fast Lane Ventures, fondo di venture capital entrato nell’e-commerce nel 2010. Il fondo, che si propone di selezionare, finanziare e formare startuppers, ora intende investire 500 milioni di euro (651 milioni di dollari) nello sviluppo di 15 progetti in vari settori, tra cui il trading online, il turismo, l’immobiliare e la salute. Fast Lane si basa su una metodologia di avvio locale chiamata Fast-50, che cerca di portare la società su cui investe dalla fase iniziale al decollo entro 50 giorni.
Alla fine dello scorso anno, il numero di utenti Internet della Federazione russa ha raggiunto quota 60 milioni: la Russia è così diventata il primo mercato in Europa.

mercoledì 15 febbraio 2012

Un funzionario per la tutela degli imprenditori

In Russia le imprese potranno godere di un rappresentante speciale incaricato di proteggere i diritti degli imprenditori, spesso calpestati dalla prepotenza di burocrati e funzionari.

In occasione del Forum “Russia 2012”, svoltosi a Mosca il 2 febbraio scorso, il primo ministro Vladimir Putin ha annunciato che il Cremlino sta lavorando a un pacchetto di misure atte a garantire condizioni favorevoli per il tessuto imprenditoriale russo: l’attraversamento delle dogane con merci durerà 7 volte di meno, l’ottenimento dei permessi per le costruzioni avrà tempi 5 volte inferiori - e minore sarà anche numero dei documenti necessari - si ridurranno molto le tempistiche per l’allacciamento alle reti energetiche e sarà più celere anche la compilazione della dichiarazione dei redditi. Il premier ha richiesto anche la cancellazione dalla legislazione penale della Federazione Russa di tutti gli appigli che permettono di convertire una controversia economica in un procedimento penale, ereditati dal periodo socialista.
Inoltre, le imprese potranno avvalersi del supporto di un rappresentante personale incaricato di tutelare i loro diritti, un funzionario che difenderà gli interessi degli imprenditori in tribunale, prenderà in considerazione i loro reclami e fornirà suggerimenti alle autorità. Non è escluso che tale figura possa inserirsi in un intero apparato di difesa degli interessi degli imprenditori sul territorio russo: con Dmitri Medvedev, nei distretti federali russi è già comparsa la figura del difensore civico (ombudsman), cui è assegnato il compito di fornire supporto agli imprenditori nelle regioni. A tal riguardo, il Direttore della filiale russa di Ernst&Young, Aleksandr Ivlev, ha dichiarato: “L’istituzione di un difensore civico dei diritti degli investitori stranieri in Russia ha costituito un significativo passo avanti. […] I vantaggi sono evidenti”.
Tuttavia, alcuni esperti russi sono più scettici; tra questi vi è Nikita Kricevskij, rappresentante del consiglio di esperti Opora della Russia, che ha affermato: “L’appello al difensore si limita sempre a soddisfare solo una richiesta specifica, un suggerimento o un reclamo. È improbabile pensare che l’iniziativa cambi davvero qualcosa nel clima degli investimenti”.

martedì 14 febbraio 2012

Sempre più imprese straniere in Russia

Il buon andamento dell’economia, le agevolazioni fiscali e le norme in itinere sono gli ingredienti di cui si serve la Federazione russa per attirare le imprese straniere.

Il crescente interesse manifestato dalle aziende occidentali verso la Federazione Russa si spiega considerando che, nonostante la stagnazione dell'economia che caratterizza oggi l’Europa occidentale, il Paese vanta un'economia in forte crescita, è prossimo all’ingresso nel Wto - che favorirà il calo dei dazi - e intende ridurre il peso della burocrazia e creare zone a fiscalità agevolate.
In occasione del convegno “How western businesses can establish manufacturing in Russia?” organizzato da Ernst & Young a Milano, Calin Anton, key accounts sales manager della Lindab Buildings - società svedese specializzata nella produzione di edifici in acciaio presente in Russia dal 2009 - ha dichiarato: “Per noi la Federazione rappresenta una grande opportunità, visto che il settore retail nel quale operiamo sta conoscendo un grande sviluppo in Russia, superiore a quello del resto d'Europa […]. Se si decide di operare in questo mercato, però, bisogna armarsi di pazienza e determinazione visto che non è affatto facile ottenere le approvazioni per costruire. Inoltre, le normative sulle costruzioni sono ancora in fase di sviluppo e quindi non si può fare affidamento su delle leggi fisse”.
Per favorire le aziende straniere, il Governo ha creato una figura specifica che si occupa di attrarre e sviluppare gli investimenti esteri in Russia, anche attraverso la ricerca di partnership locali. Inoltre, sono state create aree a fiscalità agevolata - come Lipetsk, dove è presente un distretto di aziende italiane come Merloni e Imer, Tatarstan con De Longhi e Samara con la Pietro Barbara - e sono previsti anche interventi normativi per facilitare l'arrivo di personale qualificato (visti più rapidi per gli stranieri in possesso di competenze tecniche). Infine, sarà a breve operativo per le aziende straniere un portale Internet in cui verranno presentate le regioni russe con le relative opportunità di investimento.
Per quanto riguarda il Belpaese, gli investimenti diretti di aziende italiane in Russia, che sono in costante crescita negli ultimi anni, riguardano il settore energetico, la tecnologia e le tlc.

lunedì 13 febbraio 2012

Possibile aumento di capitali esteri in Russia

I funzionari statali prevedono che la Russia, dopo le elezioni di marzo 2012, sarà inondata di capitale estero, grazie ai buoni indicatori macroeconomici, al basso rapporto debito estero/Pil e alla grande disponibilità di riserve d’oro.

A metà gennaio 2012 il direttore del Dipartimento ministeriale, Sergej Beljakov, ha annunciato che la Russia aspira a rientrare tra i primi 30 Paesi con le condizioni migliori per condurre un business e prevede di aumentare il flusso di investimenti stranieri dai 51,9 miliardi di dollari del 2011 agli attesi 70-75 di quest’anno. Il Direttore Generale del Fondo russo di investimenti diretti, Kirill Dimitriev, in un'intervista al canale televisivo RT, ha dichiarato: “La Russia è uno dei pochi mercati a garantire la crescita e gli investitori cercano opportunità di crescita”.
Tuttavia, come avverte Igor Nikolaev, della compagnia Fbk, nel Paese “c’è fuga di capitali”: l’esperto ritiene che questo si verifichi a causa dell’andamento dell’economia mondiale, dell’aumento della pressione fiscale nel Paese e per rischi di natura politica. A tal riguardo, Alexei Devjatov, economista di riferimento di Uralsib Capital, ha affermato: “Il flusso di investimenti ci sarà solo quando non ci saranno più burocrazia e corruzione, che sono i problemi ai quali devono far fronte gli investitori. I nostri sorprendenti indicatori macroeconomici non incantano nessuno”.
Per consentire l’afflusso di denaro previsto, il governo dovrà favorire gli investimenti, innanzitutto preoccupandosi di risolvere i problemi relativi alle infrastrutture. Come ricorda Devjatov: “Possono presentarsi problemi infrastrutturali, che dipendono dallo scarso sviluppo del sistema dei trasporti e dal collegamento alle reti di comunicazione e a quelle elettriche, perché questo richiede una scelta mirata del posto”.

venerdì 10 febbraio 2012

Il Darfur armato da Cina e Russia

Amnesty International accusa Russia, Cina e Bielorussia della vendita di armi e munizioni al Sudan, dove vengono utilizzate contro la popolazione civile del Darfur.

Attraverso un documento intitolato “Sudan: nessuna fine in vista per il conflitto in Darfur”, Amnesty International accusa Russia, Cina e Bielorussia della vendita di armi - munizioni, elicotteri, aerei, missili terra-aria e veicoli blindati - al Sudan. A tal riguardo, Brian Wood, esperto di Amnesty International relativamente a questioni militari e di polizia, ha dichiarato: “Cina e Russia stanno vendendo armi al governo del Sudan pur sapendo perfettamente che molte di esse finiranno probabilmente per essere usate per commettere violazioni dei diritti umani in Darfur […] tutti i trasferimenti internazionali di armi al Sudan dovrebbero essere immediatamente sospesi e l’embargo Onu sulle armi dovrebbe essere esteso a tutto il territorio del paese”.
La prossima settimana, il Consiglio di sicurezza dibatterà sulle sanzioni attualmente vigenti nei confronti del Sudan e verranno ripresi anche i negoziati su un futuro Trattato sul commercio di armi, per impedire che gli embarghi delle Nazioni Unite continuino a essere aggirati e fare in modo che i governi si impegnino a porre fine ai trasferimenti qualora vi fosse il rischio di utilizzo delle armi per commettere o favorire gravi violazioni dei diritti umani o crimini di guerra.
Le munizioni per armi leggere prodotte in Cina sono usate in Darfur dalle Forze armate sudanesi (Fas), da altre forze di sicurezza nazionali e dalle milizie governative. Dalla Russia, tra il 2007 e il 2009, il Sudan ha ricevuto 36 nuovi elicotteri Mi-24. Amnesty International ha anche ottenuto prove dell’uso di missili terra-aria nel corso di attacchi avvenuti nel 2011, sia in Darfur sia altrove in Sudan: si tratta di missili compatibili con le dotazioni adatte agli elicotteri Mi-24 e agli aerei da attacco Su-25, che sono stati prodotti in una serie di ex repubbliche sovietiche.

giovedì 9 febbraio 2012

Russia e Italia: culture del lavoro a confronto

Grazie all’apertura delle frontiere e alla liberalizzazione dei consumi, il mercato del lavoro russo offre molte opportunità ai lavoratori stranieri.

In occasione della tavola rotonda “Russia e Italia: culture del lavoro a confronto”, tenutasi lo scorso 3 febbraio a Milano, si è discusso delle analogie e delle differenze nel mondo dell’impiego dei due Paesi. L’evento è stato organizzato da Russian Business Club e Promos in collaborazione con Strategia e Sviluppo Consultants e lo studio legale Toffoletto De Luca Tamajo. All’inizio del dibattito, il console generale della Federazione russa, Alexei V. Paramanov, ha sottolineato che “la forza lavoro qualificata italiana gode ancora di una scarsa presenza in Russia. Ma il governo russo si sta muovendo nella direzione di facilitare i visti, in modo da incentivare i lavoratori del Belpaese interessati a recarsi nella Federazione”.
Aleksandr Linnikov - partner dello studio Leadcons di Mosca - ha poi illustrato le caratteristiche della legislazione russa in materia di diritto del lavoro, menzionando il principio del partenariato sociale che mira a bilanciare gli interessi contrapposti tra datore di lavoro e lavoratore, anche se di fatto “i diritti del lavoratore sono tutelati meglio di quelli del datore di lavoro”.
Relativamente alle tipologie contrattuali - a differenza di quanto avviene in Italia, dove attualmente sono presenti 46 differenti tipologie contrattuali - in Russia la scelta è tra tempo determinato e indeterminato e il contratto può prevedere un periodo di prova.
La difficoltà di licenziamento del lavoratore sembra accomunare entrambi i mercati: solitamente il rapporto viene risolto per mutuo consenso. Aldo Bottini, partner di Toffoletto De Luca Tamajo, ha poi discusso della mancanza di flessibilità del sistema italiano: “la differenza centrale tra il nostro sistema e quello del resto d’Europa, come la Russia, è l’eccessiva rigidità del nostro mercato del lavoro. In primo luogo sul tema del licenziamento”.

mercoledì 8 febbraio 2012

Emergenza gas: a rischio “gli interrompibili”

Paolo Scaroni, ad di Eni, afferma che potrebbe essere necessario bloccare le forniture agli “interrompibili”: le aziende il cui contratto prevede la possibilità di interrompere il flusso in presenza di situazioni eccezionali.

L'ondata di gelo di recente arrivata in Europa ha provocato un notevole incremento del consumo di gas e, al contempo, una diminuzione delle forniture dalla Russia, che le ha ridotte di quasi il 18%. Sebbene Gazprom assicuri che il peggio è passato e il flusso di gas sia già leggermente risalito, Romania, Germania e Italia rimangono in difficoltà; il Belpaese risulta ulteriormente sfavorito dalla difficoltà di attracco delle navi al rigassificatore di Rovigo, che copre circa il 10% del fabbisogno nazionale. L'Unione europea invita l’Italia ad acquistare gas dall'Austria, attraverso il gasdotto Tag, attualmente sottoutilizzato.
L'amministratore delegato dell'Eni, Paolo Scaroni, afferma che sono aumentate le importazioni di gas dall'Algeria e dal nord Europa attraverso la Svizzera ma non nasconde la possibilità che, a causa della nuova andata di freddo prevista in Russia, da domani scattino i distacchi per alcune aziende, quelle che hanno contratti che prevedono la possibilità di interrompere il flusso in presenza di situazioni eccezionali, in cambio di un costo minore del gas: “Non sappiamo che comportamento avrà Gazprom giovedì e venerdì. Nella peggiore delle ipotesi dovremo intervenire sugli interrompibili”. A tal riguardo, il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, si dichiara preoccupata per le imprese già penalizzate dagli scioperi dei Tir e dall'impossibilità di spedire la merce a causa del maltempo; la Marcegaglia ritiene che sarebbe opportuno attingere dalle scorte. Il Comitato per il monitoraggio e l'emergenza gas, riunitosi al ministero dello Sviluppo economico, ha invece stabilito “di avviare la messa in esercizio di centrali elettriche ad olio combustibile, che consentiranno di contenere i consumi di gas a uso termoelettrico”. L'Autorithy ha inoltre deliberato che Snam Rete Gas deve accettare le immissioni di gas sulla rete da parte degli utenti.

lunedì 6 febbraio 2012

Le proteste di massa in Russia

La società russa di oggi è molto più critica nei confronti delle autorità.

La classe media russa, che, distratta dal sistema dei consumi, sembrava essersi dimenticata della politica, oggi costituisce l’elemento trainante delle proteste contro il sistema attuale, che non può più garantire la stabilità. Alle due manifestazioni dello scorso dicembre hanno partecipato dalle 50.000 alle 100.000 persone: secondo quanto emerso dai sondaggi effettuati dal Centro di ricerca russo di opinione pubblica (Vciom), alla seconda manifestazione il sostegno principale è venuto da manifestanti con più di 20 anni, il 37% aveva più di 45 anni, mentre erano pochissimi gli studenti.
Il sociologo ed economista Aleksandr Auzan, relativamente alle recenti proteste, ha dichiarato: “Dopo la crisi economica, il sistema attuale non può più garantire la stabilità a queste persone. Il vero fondamento su cui il potere si basava sin dal 2004 è ormai logoro. Da qui, la reazione estremamente sentita dinnanzi ai brogli elettorali”.
Secondo i sostenitori del governo il potenziale delle proteste è concentrato perlopiù su internet. Gli scienziati dell’Istituto delle Scienze di Controllo dell’Accademia delle Scienze russa - lo scorso autunno, per due settimane - hanno analizzato tutti i post in russo presenti sui social network e hanno registrato tutti quelli in cui comparivano termini di natura politica, al fine di valutare il livello di politicizzazione in Internet. Dallo studio è emerso che sui 60 milioni di utenti Internet, il numero di autori di contenuti “politici” originali si aggira attorno alle 1.000 persone, con circa 30.000 commentatori sul tema; difficile stimare invece quanti siano coloro che hanno anche soltanto letto tali contenuti. Tuttavia, è indubbio che oggi la società russa si è fatta molto più critica nei confronti delle autorità.

venerdì 3 febbraio 2012

La capitalizzazione di Borsa delle imprese russe

Gli imprenditori russi a Davos hanno espresso il loro disappunto circa la “percezione della differenza” tra la realtà russa e la concezione occidentale e internazionale del Paese.

Il governo russo, gli imprenditori russi e le banche d’investimento russe e internazionali che operano nel Paese si lamentano del fatto che, da anni, gli asset russi sono sottovalutati rispetto a quelli dei mercati sviluppati e in via di sviluppo. Un esempio è costituito dalla vicenda di Gazprom: alcuni anni fa la società era la più grande azienda al mondo per capitalizzazione di Borsa quando i prezzi delle materie prime continuavano a crescere, tant’è che alcuni esponenti del Governo stimavano che avrebbe presto raggiunto un valore di 1 trilione di dollari. Tuttavia, è risaputo che Gazprom non è guidata solo da principi commerciali, viene infatti utilizzata dal governo per raggiungere obiettivi di politica sia interna che estera, come le guerre del gas con l’Europa ad esempio: questo va inevitabilmente a incidere sui suoi ricavi lordi e sugli utili netti, riducendone considerevolmente la capitalizzazione di Borsa. Una situazione simile si presenta anche a per altre grandi compagnie russe in cui il governo detiene delle partecipazioni di maggioranza.
Il Cremlino si rifiuta però di riconoscere che è questa la ragione alla base della bassa capitalizzazione di Borsa delle imprese russe, attribuendo invece la colpa alle politiche occidentali “intenzionate indebolire il Paese”: queste teorie della cospirazione permettono al governo di rafforzare il consenso e, al contempo, di ridurre la percezione della necessità di cambiamento; così le aziende russe continuano a perdere denaro e opportunità.

giovedì 2 febbraio 2012

La Russia limita le forniture di gas all’Italia

A causa delle difficili condizioni climatiche degli ultimi giorni calano le forniture di gas russo: diminuiscono le scorte di gas italiane.

La Russia, negli ultimi giorni, non riesce a soddisfare le esigenze di rifornimento di gas dell’Italia. Il Belpaese infatti sta attingendo dalle scorte che, quest’anno, sono aumentate “grazie” alla crisi economica, e ammontano a circa il 65% della capacità totale di magazzino. L’Italia è rifornita anche dall’Algeria e dalla Norvegia, ma i rifornimenti di gas liquefatti provenienti da questi Paesi, non riescono, dalle navi, a raggiungere la terra ferma a causa del maltempo. La situazione è aggravata dal fatto che l’Italia non è l’unico Paese europeo che necessita di approvvigionamenti di gas in questo momento.
Gazprom dichiara che si tratta di una situazione gestibile e “normale” nei periodi caratterizzati da gelo e mal tempo; per questo motivo, i contratti con la società russa prevedono una flessibilità di approvvigionamento del 10% circa, sia in negativo che in positivo. Lo stesso Commissario Ue all’Energia Oettinger, conferma che il gas c’è ed è sufficiente per essere redistribuito in tutta Europa.

mercoledì 1 febbraio 2012

Auchan Russia: transazioni “customer-oriented”

Il Gruppo Auchan è uno dei maggiori retailer in Russia e il primo ad introdurre al punto cassa terminali multi-funzionali di nuova generazione: tecnologia touch-screen a colori e firma elettronica del cliente.

Dal 2002 il Gruppo Auchan è uno dei maggiori retailer in Russia e ora è anche il primo ad introdurre al punto cassa terminali multi-funzionali dotati di tecnologia touch-screen a colori e che consentono di acquisire la firma elettronica del cliente evitando lo scontrino cartaceo. Per l’accettazione delle carte di pagamento VISA negli propri ipermercati, Auchan ha scelto di avvalersi dei terminali Ingenico iSC250: Ingenico è la società leader a livello mondiale nelle soluzioni di pagamento elettronico.Il primo ipermercato ad inaugurare il nuovo sistema di firma degli scontrini con terminali Ingenico iSC250 è stato l’Auchan Sokolniki di Mosca; le installazioni riguardano altri 22 ipermercati, per un totale di oltre 1700 terminali distribuiti alla fine dello scorso anno: entro la fine del 2012 le carte Visa saranno accettate, con la firma elettronica degli scontrini, in tutti gli Auchan della Federazione. Tale soluzione rappresenta un fattore di forte differenziazione per gli ipermercati Auchan in Russia e consente alla società di migliorare il rapporto con il cliente, in quanto, garantendo pagamenti sicuri e più veloci, costituisce una nuova e più piacevole interfaccia utente “customer-oriented”. L’ampio display a colori e la gradevole interfaccia, infatti, consentono una navigazione semplice e intuitiva al cliente, che diviene più autonomo nelle proprie transazioni di pagamento.