I benefici che l’ingresso della Russia nella Wto può portare ai paesi occidentali e, in primis, all’economia italiana.
L’ingresso della Russia nella Wto, in seguito alla chiusura del negoziato durato 18 anni, consentirà alla Federazione di giovare dell’aumento degli investimenti esteri e rappresenta una grande opportunità anche per le economie occidentali, Italia in primis. L’export italiano vale 8 miliardi di euro e, nel 2010, ha segnato un aumento del 23%: per il Belpaese quello russo è il 13° più importante mercato di destinazione, non molto lontano da quello cinese.
Inoltre, grazie all’ingresso nella Wto la Russia sarà impossibilitata ad alzare barriere agli scambi commerciali e quindi ad adottare misure che, distorcendo il mercato interno, ostacolano il libero commercio, come è avvenuto lo scorso anno, quando Putin ha raddoppiato i dazi relativi alle importazioni di automobili nuove. L’accordo firmato di recente, sebbene non abbassi di molto i dazi vigenti, impedisce alla Russia di aumentarli in futuro e, al contempo, non consente al Cremlino l’erogazione di incentivi che potrebbero dare un vantaggio competitivo alle aziende nazionali.
L'impatto dell'accordo riguarda anche gli investimenti esteri nei servizi: ora le imprese di telecomunicazioni potranno operare senza avere un socio locale di maggioranza e le assicurazioni e le banche straniere potranno aprire delle sussidiarie.
L'accordo della Wto apporterà, inoltre, un rafforzamento del quadro istituzionale: verranno eliminate o riformate tutte le misure che possono ostacolare l'accesso al mercato e quindi limitare la possibilità per le imprese straniere di acquistare componenti e input esteri in genere. Verranno introdotte misure efficaci per la protezione dei diritti di proprietà intellettuale e le regole sugli appalti pubblici saranno riviste affinché non favoriscano più i produttori nazionali indebitamente.
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