La British Petroleum, intende aumentare gli investimenti in Russia per continuare l’esplorazione dell’Artico attraverso la sua joint venture locale.
Nonostante il fallimento dell'accordo per l'esplorazione dell'Artico con il gigante petrolifero russo Rosneft, la British Petroleum, come ha annunciato l'amministratore delegato Robert Dudley, intende continuare a operare nella Federazione Russa attraverso la sua joint venture locale, Tnk-Bp.
L'accordo tra Rosneft e Bp, siglato a gennaio 2011, prevedeva l'esplorazione congiunta dell'Artico russo, oltre a uno scambio azionario da 16 miliardi di dollari. Fin da subito, però, l'alleanza era stata ostacolata dagli azionisti russi della Tnk-Bp, riuniti nel consorzio Alfa-Access-Renova (AAR), secondo i quali l'intesa violava il patto tra i soci, che obbliga la major britannica a passare per la joint venture in ogni sua attività in Russia. Il successivo ricorso a un tribunale arbitrale internazionale ha dapprima congelato l'accordo e poi modificato i parametri originari dell'affare: a questo punto, Rosneft - che non vi riscontrava più alcuna convenienza - uscito dal progetto e ha cercato un nuovo partner. Lo scorso agosto, la compagnia russa ha infatti firmato un accordo con la statunitense Exxon Mobil, in modo da poter sviluppare, congiuntamente con quest’ultima, le riserve artiche di idrocarburi.
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