Sebbene gli ispettori delle Nazioni Unite abbiano smentito le intenzioni pacifiche dichiarate da Tehran relativamente ai programmi nucleari iraniani, Russia e Cina si sono sempre schierate a favore dell'Iran.
Alcune settimane fa è stato ufficializzato l’arricchimento al 20% dell’uranio della centrale di Fordo, vicino la città di Qom, in Iran. Come al solito Russia e Cina - da un lato per interessi commerciali, e per spirito di contrapposizione contro “lo strapotere degli USA” dall’altro - si sono schierate a favore dell’Iran mentre Stati Uniti ed Alleati manifestano il loro disappunto: tale spaccatura favorisce la Repubblica Islamica che continua a portare avanti i suoi programmi ed è ormai a un passo dall’arma atomica.
Gli Stati Uniti hanno imposto nuove sanzioni alla Banca Centrale Iraniana e alle compagnie petrolifere che commerciano con gli USA, l’Ue ha comunicato che intende porre un embargo sul petrolio Iraniano, mentre l’Iran minaccia di chiudere lo Stretto di Hormuz, fondamentale per i trasporti via mare del petrolio dei Paesi Arabi: i provvedimenti Usa e Ue non sono stati approvati dalla Russia, che minaccia l’Occidente e, considerando un eventuale attacco israeliano, avverte che un attacco preventivo contro il sito nucleare Iraniano sarebbe “una catastrofe”, in quanto produrrebbe un movimento di profughi e acuirebbe le tensioni settarie già presenti in Medio Oriente.
I prossimi colloqui sul nucleare, con molta probabilità, si terranno a Istanbul, proprio come un anno fa, quando USA, UK, Cina, Francia, Russia e Germania si riunirono senza però arrivare a ottenere risultati concreti, se non quello di posticipare eventuali azioni.
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