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venerdì 12 febbraio 2010

Joint venture Fiat/Sollers: 500.000 vetture all’anno saranno prodotte in Russia

La razionalizzazione delle spese, per aziende del calibro della Fiat, comporta costi sociali non indifferenti. I tagli studiati dall’azienda torinese, oltre alla chiusura dello stabilimento di Termini Imerese nel 2011, tra qualche anno potrebbero comportare anche quella di Pomigliano d’Arco. D’altro canto, dopo aver abbandonato la Russia negli anni ’90, la casa automobilistica, negli ultimi tempi, sta rilanciando la sua presenza nella Federazione Russa: l'AD Marchionne ha firmato ieri una nuova joint venture con la Sollers, partner acquisito fin dal 2005. L’accordo prevede un significativo potenziamento degli impianti produttivi della Fiat Russia, in uno dei più importanti centri industriali della Repubblica autonoma di Tatarstan, la città russa di Naberzhenye Chelny, che si trova a circa 1000 km a est di Mosca.
Fiat e la russa Sollers hanno in programma un investimento congiunto di 2,4 miliardi di euro, attraverso una joint venture che si pone lo scopo di produrre fino a 500.000 vetture all’anno (con non meno del 10% destinato all'esportazione) - suddivise in 9 modelli fra Fiat e Chrysler - quasi lo stesso numero di veicoli che sono stati prodotti complessivamente nei cinque stabilimenti italiani nel 2008. Inoltre, l’attuale stabilimento Sollers di Naberezhnye Chelny sarà ampliato con nuovi impianti produttivi ed un parco tecnologico per la produzione di componenti.
Nella fabbrica Fiat russa, già operativa per la produzione di modelli quali Fiat Albea e Doblò, probabilmente verrà costruita la berlina di classe economica “globale” Fiat Linea, oppure la Jeep Grand Cherokee della controllata Chrysler.Secondo le dichiarazioni dei vertici Fiat, la scelta in favore della Russia, considerata da alcuni come un segnale di disimpegno dell’azienda, è una mossa strategica verso i mercati del futuro: se non si saprà assicurare una buona presenza nei mercati asiatici o dell’Est Europa, la nuova Fiat, sebbene abbia in dote anche la Chrysler, non potrà competere sul mercato globale.

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