Dal 17 dicembre 2009 il primo Tgv russo - il Sapsan - collega, superando i 250 km orari e in sole 4 ore, Mosca e San Pietroburgo (finora erano necessarie 7-8 ore). Il treno, acquistato dalla Siemens tedesca, la società Velaro Rus, è gestito da Rdz, le Ferrovie russe, che quest’anno hanno programmato la realizzazione anche della linea ad alta velocità tra Mosca e Nizhnij Novgorod, centro industriale sul Volga. La terza linea Tvg unirà, invece, Mosca e Adler, nel territorio meridionale di Krasnodar, sul Mar Nero, presumibilmente nel 2014, prima che abbiano inizio le Olimpiadi di Soci. Tra le linee ad alta velocità, con la cooperazione delle ferrovie finniche e del costruttore ferroviario francese Alstom, s’inserirà anche la San Pietroburgo-Helsinki. Infine, un’altra ferrovia che coprirà una lunga distanza alla velocità di 150 km/h orari collegherà San Pietroburgo a Khabarovsk, porto sul Pacifico in estremo oriente, una sorta di seconda Transiberiana posta più a Nord.
Il programma nazionale di ammodernamento al 2015-2030 prevede di apportare 85 miliardi di rubli al Pil russo (2,8 miliardi di dollari circa), creando circa 28.000 posti di lavoro in settori quali commercio al dettaglio, edilizia e servizi. Come da accordi con le autorità regionali, si costruiranno 23 nuovi centri nodali in altrettante stazioni.
Gli obiettivi prefissati sembrano essere però troppo ambiziosi (Rdz punta, entro il 2030, all’investimento di ben 13.000 miliardi di rubli, 382 miliardi di dollari), poiché la Russia è dotata di oltre 86.000 km/h di ferrovie, seconda nel mondo solo agli Stati Uniti (226.000 km). Inoltre la velocità media dei convogli è piuttosto bassa (circa 50 km/h) e gran parte della strumentazione è ormai superata.
Il piano si propone di sostituire, entro 7-8 anni, 22.000 locomotive, 26.000 vagoni passeggeri e ben 890 mila vagoni merci, estendendo inoltre la rete esistente con almeno una prima tranche di 22.300 km: secondo vari esperti russi si tratta di un piano al di sopra dell’odierna capacità delle industrie ferroviarie nazionali e occorrerà ricorrere all’import da altri paesi europei.
Il programma nazionale di ammodernamento al 2015-2030 prevede di apportare 85 miliardi di rubli al Pil russo (2,8 miliardi di dollari circa), creando circa 28.000 posti di lavoro in settori quali commercio al dettaglio, edilizia e servizi. Come da accordi con le autorità regionali, si costruiranno 23 nuovi centri nodali in altrettante stazioni.
Gli obiettivi prefissati sembrano essere però troppo ambiziosi (Rdz punta, entro il 2030, all’investimento di ben 13.000 miliardi di rubli, 382 miliardi di dollari), poiché la Russia è dotata di oltre 86.000 km/h di ferrovie, seconda nel mondo solo agli Stati Uniti (226.000 km). Inoltre la velocità media dei convogli è piuttosto bassa (circa 50 km/h) e gran parte della strumentazione è ormai superata.
Il piano si propone di sostituire, entro 7-8 anni, 22.000 locomotive, 26.000 vagoni passeggeri e ben 890 mila vagoni merci, estendendo inoltre la rete esistente con almeno una prima tranche di 22.300 km: secondo vari esperti russi si tratta di un piano al di sopra dell’odierna capacità delle industrie ferroviarie nazionali e occorrerà ricorrere all’import da altri paesi europei.
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