Al termine della visita annuale dal Fondo monetario europeo (5-18 giugno) sono emersi alcuni importanti dati sulla Russia.
La crescita economia del paese per il 2013 è stimata attorno al 2,5%, mentre per l’anno successivo al 3,25%. Diverso il discorso per l’inflazione registrata al 5-6% per il corrente anno e al 4-5% per il 2014. Ciò che va a svantaggio del Paese sono certamente la crescita debole e un’inflazione ancora alta dovuta anche alla debolezza degli investimenti e della domanda estera.
Stando al Fmi: “Sono necessarie ambiziose riforme per realizzare il potenziale a medio termine dell’economia russa e ridurre le sue vulnerabilità, mentre politiche di breve termine potrebbero mettere a rischio i punti di riferimento macroeconomici, aumentano i rischi per la stabilità finanziaria legati alla rapida crescita del credito al consumo”.
Relativamente alla posizione fiscale per il 2013, essa viene definita “appropriata” mentre, sempre secondo il Fmi, “ulteriori aggiustamenti a medio termine e maggiori risparmi saranno benefici, mentre uno stimolo fiscale ora non avrebbe altro effetto che intensificare le pressioni inflazionistiche, visto che l’economia gira già a piena capacità”.
Quali i suggerimenti dunque? Maggiore efficienza nella spesa e negli investimenti produttivi, il rafforzamento delle istituzioni e riforme strutturali, con una politica monetaria mirata a raggiungere gli obiettivi dell’inflazione.
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