Il primo gennaio 2010 è ufficialmente nata l'unione doganale tra Russia, Bielorussia e Kazakistan. Si tratta di una tappa importante nel lungo processo di riavvicinamento dei tre Stati del CSI, che punta all’abbattimento progressivo delle barriere al commercio.
Si dovranno attendere altri sei mesi per l'implementazione di tutti gli strumenti tecnici integrati; il 1 luglio 2010 sarà adottato il Codice doganale unico dei tre paesi, fondamentale in vista della creazione di uno spazio economico unificato nel 2012. Già oggi si registra una corrispondenza prossima al 95% nella nomenclatura doganale tra la Russia e la Bielorussia, mentre, nei confronti del Kazakistan, dovrà essere svolto un lavoro di omologazione decisamente più imponente.
Secondo gli esperti, l'introduzione della tariffa doganale unica avrà un effetto di contenimento nei limiti dell'1% sul livello medio delle aliquote doganali applicabili. Inoltre, la creazione dell'Unione doganale, potrebbe condurre a uno sviluppo nell'ordine del 15% del PIL entro il 2015.
Nel medio periodo è possibile l'adesione all'Unione anche degli altri membri Eurases: il Kirghizistan e il Tagikistan. Se la scorsa estate Vladimir Putin, stanco delle estenuanti trattative, non avesse improvvisamente sospeso i negoziati con l’Organizzazione mondiale del commercio, la nascita della tariffa doganale avrebbe potuto segnare l’inizio del cammino di Mosca nella Wto. Ora la strada verso la stessa si fa più tortuosa: sebbene la Russia abbia considerato la possibilità di entrare nella Wto nell'ambito dell'unione doganale, accanto a bielorussi e kazaki, tale ipotesi appare difficilmente realizzabile, in quanto l'articolo 12 dell'Accordo di Marrakesh, che regola l'esistenza della Wto, stabilisce che ne può diventare membro un singolo paese o un territorio doganale come Hong Kong o Macao, autonomi sul proprio spazio doganale. Ma l'unione con Kazakhstan e Bielorussia ha autorità solo sulle merci e non prevede il controllo totale sugli scambi. Inoltre, Russia e Kazakistan hanno completato ormai il 95% dei requisiti posti durante i negoziati, ma la Bielorussia non ha nemmeno cominciato ad adeguare la propria legislazione interna.
Si dovranno attendere altri sei mesi per l'implementazione di tutti gli strumenti tecnici integrati; il 1 luglio 2010 sarà adottato il Codice doganale unico dei tre paesi, fondamentale in vista della creazione di uno spazio economico unificato nel 2012. Già oggi si registra una corrispondenza prossima al 95% nella nomenclatura doganale tra la Russia e la Bielorussia, mentre, nei confronti del Kazakistan, dovrà essere svolto un lavoro di omologazione decisamente più imponente.
Secondo gli esperti, l'introduzione della tariffa doganale unica avrà un effetto di contenimento nei limiti dell'1% sul livello medio delle aliquote doganali applicabili. Inoltre, la creazione dell'Unione doganale, potrebbe condurre a uno sviluppo nell'ordine del 15% del PIL entro il 2015.
Nel medio periodo è possibile l'adesione all'Unione anche degli altri membri Eurases: il Kirghizistan e il Tagikistan. Se la scorsa estate Vladimir Putin, stanco delle estenuanti trattative, non avesse improvvisamente sospeso i negoziati con l’Organizzazione mondiale del commercio, la nascita della tariffa doganale avrebbe potuto segnare l’inizio del cammino di Mosca nella Wto. Ora la strada verso la stessa si fa più tortuosa: sebbene la Russia abbia considerato la possibilità di entrare nella Wto nell'ambito dell'unione doganale, accanto a bielorussi e kazaki, tale ipotesi appare difficilmente realizzabile, in quanto l'articolo 12 dell'Accordo di Marrakesh, che regola l'esistenza della Wto, stabilisce che ne può diventare membro un singolo paese o un territorio doganale come Hong Kong o Macao, autonomi sul proprio spazio doganale. Ma l'unione con Kazakhstan e Bielorussia ha autorità solo sulle merci e non prevede il controllo totale sugli scambi. Inoltre, Russia e Kazakistan hanno completato ormai il 95% dei requisiti posti durante i negoziati, ma la Bielorussia non ha nemmeno cominciato ad adeguare la propria legislazione interna.
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