“La dipendenza dell’Europa dal gas russo è molto diminuita. Vent’anni fa eravamo al 70%, oggi siamo intorno al 30, grazie anche all’Eni e alle connessioni con Libia, Algeria e nel Mare del Nord”.
“La dipendenza dell’Europa dal gas russo è molto diminuita. Vent’anni fa eravamo al 70%, oggi siamo intorno al 30, grazie anche all’Eni e alle connessioni con Libia, Algeria e nel Mare del Nord”, spiega Paolo Scaroni, amministratore delegato di Eni.
A tale proposito, il progetto che arriva da Mosca, invece, è quello di aprire il mercato agli investimenti di aziende europee nel settore dell’estrazione e della lavorazione del gas naturale, con l’obiettivo di far crescere le importazioni di gas russo da parte dell’Unione Europea.
Nel piano energetico europeo, la riduzione delle emissioni di gas occupa una posizione di rilievo: per questo vi è la necessità di trovare in tempi brevi la combinazione ottimale di olio combustibile, gas naturale, realizzabile, secondo Mosca, attraverso un partenariato UE-Russia.
A fronte della proposta moscovita i paesi europei si mostrano piuttosto riluttanti, soprattutto per la “cronica mancanza di investimenti della Russia nel suo settore del gas”, che ha portato negli ultimi anni ad un calo nelle esportazioni: tra il 2000 e il 2008 Gazprom è scesa dal 43% al 34%.
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