Anche quest’anno si ripresenta il ricatto energetico russo: mercoledì 12 Gennaio, la Federazione Russa ha interrotto l’emissione di nafta diretta in Bielorussia.
Proseguono le tensioni tra Russia e Bielorussia provocate dal disaccordo tra i due Paesi relativamente alle tariffe della Nafta. Il meeting sul tema tra i Primi Ministri dei due Paesi dello scorso 8 novembre, non aveva portato ad alcun accordo.
Minsk sostiene che le tariffe per la benzina russa siano ingiustificatamente troppo care e ha minacciato l’interruzione del flusso destinato ai Paesi dell’Unione Europea; la Federazione Russa, come riportato dall'autorevole agenzia Reuters ha interrotto, lo scorso mercoledì, l’emissione di nafta diretta in Bielorussia: il blocco del flusso di nafta è conseguente alla decisione della Bielorussia di incrementare le tariffe di transito del 12,5%, dall’1° di febbraio.
Aljaksandar Lukashenka, il presidente bielorusso, assicura di poter contare su un mese di piena autonomia, grazie alle forniture provenienti dal Venezuela: la Bielorussia infatti è riuscita ad assicurarsi il carburante sudamericano, grazie alla stipula di un patto di stretta collaborazione a tre, coi colleghi di Caras e Kyiv, Hugo Chavez e Viktor Janukovych, finalizzato a ridurre la dipendenza da Mosca.
Tuttavia, i maggiori fornitori di benzina rimangono le compagnie russe Lukoil, Rosneft e Surguneftegaz. Inoltre, ad ostacolare ogni tentativo di allontanamento dal Cremlino, vi è la partecipazione di Minsk all'Unione Doganale, il progetto, sul modello UE, ideato da Russia, Bielorussia e Kazakhstan per abbattere i confini tra i tre Paesi e che, dal 2012, unificherà i mercati di questi tre Stati.
Nessun commento:
Posta un commento