La produzione industriale nei primi due mesi del 2013 è calata dell’1,5. Per Sergei Ignatiyev, capo della Banca Centrale russa, le prestazioni negative dell’economia russa sono da ricercare nei fattori demografici sfavorevoli, nella crisi economica mondiale e nello scarso stato in cui versano le infrastrutture del Paese.
Dopo lo scandalo emerso lo scorso febbraio circa i 49 mld dollari usciti illegalmente nel 2012, nuove preoccupazioni aleggiano sulla Banca Centrale russa. Il notevole rallentamento subito dalla crescita dell’economia russa rischia di tenere in ansia tutto il sistema bancario nazionale.
Sergei Ignatiyev, capo della Banca centrale, ha riportato i dati relativi alla brusca frenata registrata dall’economia russa lo scorso anno evidenziando di fatto come nei primi mesi del 2013 la situazione non sia migliorata.
Nei primi due mesi infatti il Pil russo è cresciuto dello 0,9% a fronte del 4,3% registrato nello stesso periodo del 2012 e la produzione industriale nei primi due mesi del 2013 è calata dell’1,5%.
“Un clima sfavorevole agli investimenti e la conseguente fuga di capitali, uniti agli scarsi volumi degli investimenti privati creano una situazione che non aiuta certo a rilanciare la crescita economica” ha spiegato Ignatiyev.
Stando alle ultime stime della Banca Mondiale, l’economia russa dovrebbe registrare nel 2013 una crescita del 3,6%, rispetto al 3,5% del 2012 e al 4,3% del 2011.
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