L’Agenzia Federale per il Sottosuolo della Russia annuncia la scoperta di nuovi grandi giacimenti di idrocarburi nella parte meridionale del Mare di Kara. Il Cremlino intanto apre a cooperazioni con Usa e Cina.
L’esaurimento dei giacimenti di petrolio sulla terraferma sta spostando l’interesse delle società petrolifere sempre più verso i giacimenti offshore.
Secondo Konstantin Simonov, direttore del Fondo per la sicurezza energetica nazionale: “L’inizio dello sviluppo dei giacimenti della piattaforma continentale è una questione del futuro immediato, perché in Siberia occidentale, che da sempre ci dava petrolio e gas, l’estrazione sta calando”.
Le condizioni climatiche che caratterizzano i giacimenti offshore nelle zone artiche della Russia comportano ad oggi numerose difficoltà; a questo va aggiunto il fatto che i giacimenti si trovano lontano dalla terraferma e che manca una totale esperienza e tecnologia.
Pochi giorni fa il Cremlino ha aperto alle potenze straniere lo sfruttamento congiunto delle risorse energetiche nascoste nei fondali dell’Artico. Dopo la major petrolifera statunitense ExxonMobil ora tocca ai cinesi. La compagnia petrolifera russa RosNeft ha infatti invitato la Repubblica Popolare cinese a cooperare per lo sviluppo di alcune piattaforme.
Simonov, ha poi sottolineato che: “L’epoca delle risorse energetiche a buon mercato sta per finire e che la cosa più importante adesso è sviluppare la distribuzione. Se vogliamo rilanciare il passaggio a nord-est, dovremo ripristinare la nostra flotta di rompighiaccio. Ci vorranno anche delle navi di nuovo tipo per il trasporto di GNL (gas naturale liquefatto). Dal punto di vista della distribuzione ci sono enormi possibilità di innovazione”.
mercoledì 27 febbraio 2013
giovedì 21 febbraio 2013
Banca centrale: 49 mld dollari usciti illegalmente nel 2012
I trasferimenti illegali di denaro dalla Russia hanno raggiunto nel 2012 la cifra record di 49 miliardi di dollari. A riferirlo in un’intervista shock è Sergei Ignatyev, Presidente uscente della Banca Centrale Russa.
Stando a quanto riportato dal quotidiano economico russo Vedomosti, i trasferimenti illegali di denaro dalla Russia avrebbero raggiunto i 49 miliardi di dollari nel corso dello scorso anno, una somma pari al 2,5% del Pil.
Secondo il numero uno uscente della Banca centrale, Sergei Ignatyev, un terzo circa dell'importo sarebbe legato a operazioni di carattere commerciale, mentre i restanti 35 miliardi sarebbero ancora oggi di difficile identificazione. La fuga verso lidi stranieri avrebbe causato un danno alle casse erariali di più di dieci miliardi di euro.
"Potrebbero essere pagamenti per consegne di droga – afferma Ignatyev – pagamenti per importazioni in grigio, tangenti per funzionari pubblici o manager che fanno acquisti per grosse società private senza controlli interni adeguati. O ancora, si tratta di evasione fiscale".
Solamente pochi giorni fa, l'organizzazione no profit Global Financial Integrity aveva reso noti i dati di un'inchiesta condotta sui flussi finanziari illeciti e l'economia sommersa russa, confermando che tra il 1994 e il 2011, ben 211,5 miliardi di dollari erano stati oggetti di trasferimenti finanziari illegali. Sotto la lente d’ingrandimento sono finiti gli scambi commerciali tra la Russia e Cipro e tra la Russia e la Svizzera.
Stando a quanto riportato dal quotidiano economico russo Vedomosti, i trasferimenti illegali di denaro dalla Russia avrebbero raggiunto i 49 miliardi di dollari nel corso dello scorso anno, una somma pari al 2,5% del Pil.
Secondo il numero uno uscente della Banca centrale, Sergei Ignatyev, un terzo circa dell'importo sarebbe legato a operazioni di carattere commerciale, mentre i restanti 35 miliardi sarebbero ancora oggi di difficile identificazione. La fuga verso lidi stranieri avrebbe causato un danno alle casse erariali di più di dieci miliardi di euro.
"Potrebbero essere pagamenti per consegne di droga – afferma Ignatyev – pagamenti per importazioni in grigio, tangenti per funzionari pubblici o manager che fanno acquisti per grosse società private senza controlli interni adeguati. O ancora, si tratta di evasione fiscale".
Solamente pochi giorni fa, l'organizzazione no profit Global Financial Integrity aveva reso noti i dati di un'inchiesta condotta sui flussi finanziari illeciti e l'economia sommersa russa, confermando che tra il 1994 e il 2011, ben 211,5 miliardi di dollari erano stati oggetti di trasferimenti finanziari illegali. Sotto la lente d’ingrandimento sono finiti gli scambi commerciali tra la Russia e Cipro e tra la Russia e la Svizzera.
martedì 19 febbraio 2013
Rimpatrio dei beni all’estero per i funzionari russi
Vladimir Putin ha sottoposto alla Duma una proposta di legge che vieta la detenzione di conti, obbligazioni e azioni in banche estere per determinate categorie di persone al servizio dello Stato.
Aumentare gli investimenti nell’economia nazionale e migliorare l’efficienza della campagna anti-corruzione. È ciò che ha spinto il presidente Vladimir Putin a sottoporre alla Duma una proposta di legge che prevede la chiusura dei conti e la vendita delle attività fuori dal territorio russo per tutti i funzionari russi. Coloro che non rispetteranno le procedure entro tre mesi dall’entrata in vigore della norma, saranno immediatamente licenziati, fatta eccezione per i diplomatici e i funzionari che prestano servizio all’estero (potranno mantenere beni fuori dal Paese, ma nel caso venissero registrate irregolarità, come il trasferimento di ulteriori fondi a nome di coniugi o altri familiari, riceverebbero lo stesso trattamento).
Tutto ciò perché i trasferimenti di denaro all’estero da parte di funzionari pubblici hanno di fatto minato la fiducia nel sistema economico russo. Secondo i dati forniti dal Governo, la nuova proposta di legge permetterebbe di recuperare miliardi di dollari.
La proposta segue un precedente progetto, approvato in prima lettura dalla Duma alla fine dello scorso anno, che impone ai funzionari russi e al personale militare il trasferimento delle attività finanziarie in Russia entro sei mesi e la cessione degli immobili posseduti all’estero entro un anno. Conseguentemente a ciò, il possesso di conti all’estero resta consentito solo per pagare l’istruzione e le cure mediche, mentre sono previste multe fino a dieci milioni di rubli o fino a cinque anni di prigione per i dipendenti statali che non si adeguano.
Aumentare gli investimenti nell’economia nazionale e migliorare l’efficienza della campagna anti-corruzione. È ciò che ha spinto il presidente Vladimir Putin a sottoporre alla Duma una proposta di legge che prevede la chiusura dei conti e la vendita delle attività fuori dal territorio russo per tutti i funzionari russi. Coloro che non rispetteranno le procedure entro tre mesi dall’entrata in vigore della norma, saranno immediatamente licenziati, fatta eccezione per i diplomatici e i funzionari che prestano servizio all’estero (potranno mantenere beni fuori dal Paese, ma nel caso venissero registrate irregolarità, come il trasferimento di ulteriori fondi a nome di coniugi o altri familiari, riceverebbero lo stesso trattamento).
Tutto ciò perché i trasferimenti di denaro all’estero da parte di funzionari pubblici hanno di fatto minato la fiducia nel sistema economico russo. Secondo i dati forniti dal Governo, la nuova proposta di legge permetterebbe di recuperare miliardi di dollari.
La proposta segue un precedente progetto, approvato in prima lettura dalla Duma alla fine dello scorso anno, che impone ai funzionari russi e al personale militare il trasferimento delle attività finanziarie in Russia entro sei mesi e la cessione degli immobili posseduti all’estero entro un anno. Conseguentemente a ciò, il possesso di conti all’estero resta consentito solo per pagare l’istruzione e le cure mediche, mentre sono previste multe fino a dieci milioni di rubli o fino a cinque anni di prigione per i dipendenti statali che non si adeguano.
giovedì 14 febbraio 2013
Jv Renault-Nissan Alliance e UniCredit per la Russia
Renault-Nissan Alliance e UniCredit hanno siglato un accordo per creare una banca specializzata nell'offerta di servizi finanziari ai clienti e concessionari dei marchi Renault, Nissan e Infiniti in Russia.
È stato siglato nella giornata odierna un importante accordo tra Renault-Nissan e UniCredit.
Il tutto al fine di creare una banca specializzata nell'offerta di servizi finanziari ai clienti e concessionari dei marchi Renault, Nissan e Infiniti in Russia.
La joint venture sarà controllata al 60% da Renault-Nissan mentre UniCredit avrà il 40%. La piattaforma finanziaria mira a rafforzare il gruppo franco-nipponico sul mercato russo e sviluppare dunque le attività di retail banking di Unicredit nel Paese.
La creazione di una piattaforma finanziaria porterà inoltre a rafforzare il posizionamento competitivo di Alliance nel mercato automobilistico russo.
“La Russia – si legge in una nota congiunta – rappresenta un mercato chiave per l'Alliance. Nel 2012, in Russia sono state vendute 2,9 milioni di nuove autovetture, un numero record. Nello stesso periodo, l'Alliance ha registrato vendite record per 352.808 unità (189.852 unità per Renault, 153.747 unità per Nissan e 9.209 unità per Infiniti), corrispondenti a una quota di mercato del 12%”.
È stato siglato nella giornata odierna un importante accordo tra Renault-Nissan e UniCredit.
Il tutto al fine di creare una banca specializzata nell'offerta di servizi finanziari ai clienti e concessionari dei marchi Renault, Nissan e Infiniti in Russia.
La joint venture sarà controllata al 60% da Renault-Nissan mentre UniCredit avrà il 40%. La piattaforma finanziaria mira a rafforzare il gruppo franco-nipponico sul mercato russo e sviluppare dunque le attività di retail banking di Unicredit nel Paese.
La creazione di una piattaforma finanziaria porterà inoltre a rafforzare il posizionamento competitivo di Alliance nel mercato automobilistico russo.
“La Russia – si legge in una nota congiunta – rappresenta un mercato chiave per l'Alliance. Nel 2012, in Russia sono state vendute 2,9 milioni di nuove autovetture, un numero record. Nello stesso periodo, l'Alliance ha registrato vendite record per 352.808 unità (189.852 unità per Renault, 153.747 unità per Nissan e 9.209 unità per Infiniti), corrispondenti a una quota di mercato del 12%”.
lunedì 11 febbraio 2013
Arrestato leader dell’opposizione russa
Accusato di aver tentato un colpo di Stato, Serghei Udaltsov, rappresentante del Fronte della Sinistra, è stato arrestato per non aver rispettato l’obbligo di residenza partecipando di fatto a manifestazioni non autorizzate.
Rischia fino a dieci anni di carcere, Serghiei Udaltsov, rappresentante del Fronte della Sinistra, che assieme a un gruppo di oppositori avrebbe ordito a favore del rovesciamento dell’esecutivo russo.
"Stavo camminando lungo il marciapiede, con alcuni giornalisti, quando la polizia ha preteso che seguissi gli agenti su un autobus. Io non mi sono opposto” ha raccontato Udaltsov a Interfax.
L’uomo è stato fermato mentre si stava unendo a una manifestazione in sostegno dei prigionieri politici contro la repressione e le torture. Secondo la Procura, Udaltsov non avrebbe rispettato l’obbligo di residenza partecipando a manifestazioni non autorizzate; attraverso la nuova misura restrittiva non gli sarà permesso di usare né il cellulare né di poter connettersi a internet. Lo scorso ottobre era già stato arrestato a Mosca con l’accusa di “organizzazione di disordini di massa”.
Udaltsov è una delle figure chiave delle proteste sorte dalla fine del 2011; da quando Vladimir Putin è tornato alla presidenza russa, le autorità hanno represso duramente le proteste dell'opposizione, che sono progressivamente diminuite sia come frequenza sia come dimensioni.
"Stavo camminando lungo il marciapiede, con alcuni giornalisti, quando la polizia ha preteso che seguissi gli agenti su un autobus. Io non mi sono opposto” ha raccontato Udaltsov a Interfax.
L’uomo è stato fermato mentre si stava unendo a una manifestazione in sostegno dei prigionieri politici contro la repressione e le torture. Secondo la Procura, Udaltsov non avrebbe rispettato l’obbligo di residenza partecipando a manifestazioni non autorizzate; attraverso la nuova misura restrittiva non gli sarà permesso di usare né il cellulare né di poter connettersi a internet. Lo scorso ottobre era già stato arrestato a Mosca con l’accusa di “organizzazione di disordini di massa”.
Udaltsov è una delle figure chiave delle proteste sorte dalla fine del 2011; da quando Vladimir Putin è tornato alla presidenza russa, le autorità hanno represso duramente le proteste dell'opposizione, che sono progressivamente diminuite sia come frequenza sia come dimensioni.
lunedì 4 febbraio 2013
La Borsa di Mosca per attirare investimenti
Attrarre ancora di più gli investitori. La Borsa di Mosca punta a raccogliere 500 milioni dall'Ipo mentre l’obiettivo di Putin è quello di rompere il dualismo Londra-New York.
“Dobbiamo aumentare al massimo il volume di capitali stranieri nel nostro Paese”.
È questo quanto dichiarato da Vladimir Putin nell’annunciare la quotazione delle società di gestione del mercato mobiliare. Il gruppo Micex-Rts, infatti, che guida la società nata dalla fusione delle due borse moscovite, ha manifestato un’offerta pubblica che dovrebbe permetterle entro l’estate di quotarsi sulla sua stessa piattaforma di scambi azionari. La quotazione della Borsa di Mosca ad oggi valuta l'intera società dai quattro ai 4,6 miliardi di dollari e punta a raccogliere 500 milioni di dollari.
La volontà del presidente è quella di convincere i finanzieri russi a quotare le proprie aziende nella Borsa di casa, ritenuta ancora da molti di loro stessi provinciale e periferica al fine di riportare azioni e capitali in patria.
Le prospettive per il duo Putin-Medvedev sono palesi: diversificare l’economia, evitando di giacere sugli allori del petrolio.
“Dobbiamo imparare - ha ribadito il presidente - ad attrarre gli investitori. Se vogliamo essere competitivi e risolvere i diversi problemi sociali, dobbiamo fare in modo che la nostra economia cresca più velocemente di quella globale”.
“Dobbiamo aumentare al massimo il volume di capitali stranieri nel nostro Paese”.
È questo quanto dichiarato da Vladimir Putin nell’annunciare la quotazione delle società di gestione del mercato mobiliare. Il gruppo Micex-Rts, infatti, che guida la società nata dalla fusione delle due borse moscovite, ha manifestato un’offerta pubblica che dovrebbe permetterle entro l’estate di quotarsi sulla sua stessa piattaforma di scambi azionari. La quotazione della Borsa di Mosca ad oggi valuta l'intera società dai quattro ai 4,6 miliardi di dollari e punta a raccogliere 500 milioni di dollari.
La volontà del presidente è quella di convincere i finanzieri russi a quotare le proprie aziende nella Borsa di casa, ritenuta ancora da molti di loro stessi provinciale e periferica al fine di riportare azioni e capitali in patria.
Le prospettive per il duo Putin-Medvedev sono palesi: diversificare l’economia, evitando di giacere sugli allori del petrolio.
“Dobbiamo imparare - ha ribadito il presidente - ad attrarre gli investitori. Se vogliamo essere competitivi e risolvere i diversi problemi sociali, dobbiamo fare in modo che la nostra economia cresca più velocemente di quella globale”.
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