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martedì 21 dicembre 2010

Russia a rischio medio, non più elevato

“Si è ridotto il gap tra paesi avanzati, tradizionalmente considerati come risk free e oggi esposti a vulnerabilità più o meno latenti, e quelli emergenti, che hanno mostrato, al contrario, le maggiori capacità di ripresa dopo la crisi”.

L’export per molte imprese in paesi diversi da quello domestico dovrebbe essere preceduto da un’attenta analisi del mercato. La selezione dei mercati di sbocco deve essere effettuata con competenza, prendendo in esame alcuni criteri, tra cui il “rischio paese”, ovvero l’insieme dei rischi che emergono quando un’impresa effettua investimenti in mercati esteri. Il rischio è più alto quando le differenze politiche, culturali, sociali ed economiche sono maggiori.
Nel 2010 si è assistito sia ad una riduzione del rischio su scala mondiale sia, come ha spiegato Camilla Cionini, responsabile Sace degli Studi Economici, “ad una riduzione della forbice tra economie avanzate e paesi emergenti”. Ciò significa che “si è ridotto il gap tra paesi avanzati, tradizionalmente considerati come risk free e oggi esposti a vulnerabilità più o meno latenti, e quelli emergenti, che hanno mostrato, al contrario, le maggiori capacità di ripresa dopo la crisi”.
In Europa si sta registrando un peggioramento in termini di rischio paese in Grecia, Portogallo e Irlanda mentre è positivo il posizionamento della Russia che, assieme a Kazakistan e Tagikistan, è considerata come paese a rischio medio, non più elevato.

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