Dopo l’intervento della Commissione Europea in tema di infrastrutture russe è stato presentato a Mosca "Exhibitaly - Eccellenze italiane d'oggi" con la presenza di importanti cariche istituzionali italiane.
A due giorni dall’intervento della Commissione Europea che ha riferito al Consiglio di Lussemburgo del crescente numero di problemi con la Russia in materia di trasporti aerei, stradali e ferroviari, è stato presentato a Mosca "Exhibitaly - Eccellenze italiane d'oggi".
Il progetto ha come obiettivo principale, come spiegato agli interlocutori russi dall'ambasciatore Antonio Zanardi Landi, quello di raccontare l'approccio italiano all'imprenditorialità, che unisce in sé innovazione, attenzione all'ambiente, cultura e stile.
Presente all’inaugurazione anche Riccardo Monti, responsabile dell'Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane, che ha commentato: “Intendiamo essere sempre più operativi nelle grandi gare nel settore delle ferrovie, dei trasporti. La Russia ha un ambizioso programma infrastrutturale (Mosca, da sola, ha stanziato 50 miliardi di dollari per il rinnovamento delle infrastrutture) e l'Italia vorrebbe esserne protagonista”.
Ad oggi le problematiche con la Federazione sono da ritrovare principalmente negli oneri imposti ai sorvoli della Siberia oltre alle discriminazione nei trasporti su strada e ferrovia. La Commissione Europea ha chiesto agli Stati membri di agire tutti insieme per sanare questa situazione.
L'obiettivo che si pone Exhibitaly è dunque quello di far conoscere ai russi l'"altra faccia" del Made in Italy; accanto a moda, lusso e design, l'alta tecnologia italiana ha una presenza sempre più affermata in Russia.
mercoledì 31 ottobre 2012
lunedì 29 ottobre 2012
La Russia pensa a nuove strategie anti-crisi
Putin ha incontrato il Club Valdai a Mosca. Le materie prime e il loro buon utilizzo ancora al centro della strategia russa.
Lo scorso 25 ottobre Vladimir Putin ha ricevuto alcuni membri del club di discussione Valdai nella sua residenza a Mosca. Queste le più importanti parole da lui rilasciate: “Quanto agli idrocarburi e alle altre materie prime, siamo fortunati ad averle o meno, esiste un’opinione secondo cui l’economia dell’Unione Sovietica iniziò a frenare proprio nel momento in cui incominciò la produzione di grosse quantità di petrolio”. In questo momento storico in cui le istituzioni europee non sono in grado di affrontare con efficienza l’attuale crisi, la Russia ha però dimostrato la capacità di superare tutto questo, secondo gli esperti, proprio grazie alle riserve delle materie prime. Putin ha infatti così continuato: “Quando il petrolio è in abbondanza, i prezzi calano. Con forte entrate dagli idrocarburi, l’economia sovietica si arenò. Una sfida simile si trova ad affrontare anche la Russia di oggi. Veniamo messi alla prova. Ma proprio per questo puntiamo alla diversificazione dell’economia nazionale. Lo facciamo con successo? Secondo me, sì”.
Si è infine discusso della crisi economica che ha investito l’Europa dove Putin ha evidenziato l’opportunità delle decisioni di carattere sistemico. Molti sono ancora i nodi economici legati però al potere dei partiti politici.
Lo scorso 25 ottobre Vladimir Putin ha ricevuto alcuni membri del club di discussione Valdai nella sua residenza a Mosca. Queste le più importanti parole da lui rilasciate: “Quanto agli idrocarburi e alle altre materie prime, siamo fortunati ad averle o meno, esiste un’opinione secondo cui l’economia dell’Unione Sovietica iniziò a frenare proprio nel momento in cui incominciò la produzione di grosse quantità di petrolio”. In questo momento storico in cui le istituzioni europee non sono in grado di affrontare con efficienza l’attuale crisi, la Russia ha però dimostrato la capacità di superare tutto questo, secondo gli esperti, proprio grazie alle riserve delle materie prime. Putin ha infatti così continuato: “Quando il petrolio è in abbondanza, i prezzi calano. Con forte entrate dagli idrocarburi, l’economia sovietica si arenò. Una sfida simile si trova ad affrontare anche la Russia di oggi. Veniamo messi alla prova. Ma proprio per questo puntiamo alla diversificazione dell’economia nazionale. Lo facciamo con successo? Secondo me, sì”.
Si è infine discusso della crisi economica che ha investito l’Europa dove Putin ha evidenziato l’opportunità delle decisioni di carattere sistemico. Molti sono ancora i nodi economici legati però al potere dei partiti politici.
venerdì 26 ottobre 2012
Tetto di spesa per i minori
Il Ministero della Giustizia ha indirizzato al governo russo la proposta di correzione al progetto di legge sulla nuova stesura del Codice Civile. I giovani dai 14 ai 18 anni potrebbero così disporre del proprio guadagno mensile solo fino a un massimo di tre volte tanto il costo della vita procapite in Russia.
In Russia secondo l’articolo 26 del Codice Civile i giovani possono oggi disporre liberamente dei propri mezzi economici.
Con la proposta di modifica le cose potrebbero cambiare. I minorenni dai 14 ai 18 anni verranno privati del diritto di fare spese ingenti e quindi disporre del proprio guadagno mensile fino a un massimo di tre volte tanto il costo della vita procapite nel Paese.
Nel secondo trimestre 2012 tale cifra ammontava a 6.385 rubli; i ragazzi potrebbero dunque poter spendere in modo autonomo non più di 19.155 rubli al mese. Nel caso in cui le modifiche vengano accolte i giovani dovranno lasciare una parte dello stipendio ai genitori.
Esistono però una serie di professioni (cinema, televisione e moda su tutti) in cui i minori percepiscono molti più soldi. A detta di Galina Grebenshikova, manager dell’agenzia di moda Fashion, le modelle tra i 15 e i 17 anni guadagnano in media 40.000 rubli al mese. “A prescindere dalle limitazioni – continua Grebenshikova – i compensi nel mondo della moda non diminuiranno. Credo che sia un bene dare ai ragazzi dei limiti nelle spese, ci saranno meno tentazioni di sperperare grandi quantità di denaro in alcool o droga”.
La procedura per le restrizioni non è stata ad oggi registrata dai legislatori.
Per ora la Duma di Stato non ha espresso un parere comune riguardo alla proposta e come ha dichiarato Irina Manujlova, membro del partito Russia Unita, si potrebbero limitare i giovani fino ai 16 anni esclusivamente per quanto riguarda la gestione dei mezzi economici personali.
“Sarei anche pronta a sostenere questa iniziativa – afferma Manujlova – non penso che da parte dei genitori ci possa essere un uso sconsiderato, da noi poi non ci sono molti adolescenti con uno stipendio che supera i 20.000 rubli, soprattutto nelle regioni; si tratta più che altro di casi sporadici. I genitori dal canto loro hanno una responsabilità nei confronti dei figli, quindi non vedo alcuna tragedia nell’idea che possano avere accesso ai soldi dei loro ragazzi”.
In Russia secondo l’articolo 26 del Codice Civile i giovani possono oggi disporre liberamente dei propri mezzi economici.
Con la proposta di modifica le cose potrebbero cambiare. I minorenni dai 14 ai 18 anni verranno privati del diritto di fare spese ingenti e quindi disporre del proprio guadagno mensile fino a un massimo di tre volte tanto il costo della vita procapite nel Paese.
Nel secondo trimestre 2012 tale cifra ammontava a 6.385 rubli; i ragazzi potrebbero dunque poter spendere in modo autonomo non più di 19.155 rubli al mese. Nel caso in cui le modifiche vengano accolte i giovani dovranno lasciare una parte dello stipendio ai genitori.
Esistono però una serie di professioni (cinema, televisione e moda su tutti) in cui i minori percepiscono molti più soldi. A detta di Galina Grebenshikova, manager dell’agenzia di moda Fashion, le modelle tra i 15 e i 17 anni guadagnano in media 40.000 rubli al mese. “A prescindere dalle limitazioni – continua Grebenshikova – i compensi nel mondo della moda non diminuiranno. Credo che sia un bene dare ai ragazzi dei limiti nelle spese, ci saranno meno tentazioni di sperperare grandi quantità di denaro in alcool o droga”.
La procedura per le restrizioni non è stata ad oggi registrata dai legislatori.
Per ora la Duma di Stato non ha espresso un parere comune riguardo alla proposta e come ha dichiarato Irina Manujlova, membro del partito Russia Unita, si potrebbero limitare i giovani fino ai 16 anni esclusivamente per quanto riguarda la gestione dei mezzi economici personali.
“Sarei anche pronta a sostenere questa iniziativa – afferma Manujlova – non penso che da parte dei genitori ci possa essere un uso sconsiderato, da noi poi non ci sono molti adolescenti con uno stipendio che supera i 20.000 rubli, soprattutto nelle regioni; si tratta più che altro di casi sporadici. I genitori dal canto loro hanno una responsabilità nei confronti dei figli, quindi non vedo alcuna tragedia nell’idea che possano avere accesso ai soldi dei loro ragazzi”.
lunedì 22 ottobre 2012
La Russia per il mercato africano delle armi
L’esportazione delle armi russe nei paesi africani è in forte aumento. Il concorrente più serio dei produttori russi di armamenti sarà la Cina.
Partiamo da un dato. Il Fondo Monetario Internazionale prevede la crescita del PIL dei paesi africani di 5,5% nel 2012.
Da qui si può capire l’interesse mostrato dalla Russia relativamente al mercato delle armi nei confronti dei paesi africani. Questi ultimi, assieme alla crescita economica, stanno consolidando la loro infrastruttura militare. L’Uganda (che nel 2011 ha concordato con la Russia l’acquisto di 6 caccia pesanti Sukhoi Su-30MK2 per la somma totale di 740 milioni di dollari), la Nigeria, la Guinea Equatoriale, la Tanzania e il Kenya acquistano sempre più armi, aerei caccia, elicotteri da combattimento, mezzi armati di terra.
L’acquisto di armi in Russia permette ai paesi africani di evitare la scelta tra i paesi occidentali e la Cina.
Secondo i dati della Rosoboroneksport, società russa che nel 2011 ha fornito alla Thailandia i primi elicotteri Mil MI-17B-5, l’Africa rappresenta il 7% dell’esportazione totale delle armi russe, con un giro d’affari complessivo che si aggira sui 13 miliardi di dollari, in cui l’Africa detiene una quota di mercato del 7%, pari a 900 milioni di dollari.
Il concorrente principale della Russia sul mercato africano è ora la Cina, che ha incamerato grandi successi nell’esportazione di armi verso i paesi africani negli anni ‘90 e 2000. In particolare la Cina esportava nei paesi della regione (Nigeria e Tanzania) i caccia J-7 e un grande numero di blindati leggeri per i servizi di sicurezza locali.
Partiamo da un dato. Il Fondo Monetario Internazionale prevede la crescita del PIL dei paesi africani di 5,5% nel 2012.
Da qui si può capire l’interesse mostrato dalla Russia relativamente al mercato delle armi nei confronti dei paesi africani. Questi ultimi, assieme alla crescita economica, stanno consolidando la loro infrastruttura militare. L’Uganda (che nel 2011 ha concordato con la Russia l’acquisto di 6 caccia pesanti Sukhoi Su-30MK2 per la somma totale di 740 milioni di dollari), la Nigeria, la Guinea Equatoriale, la Tanzania e il Kenya acquistano sempre più armi, aerei caccia, elicotteri da combattimento, mezzi armati di terra.
L’acquisto di armi in Russia permette ai paesi africani di evitare la scelta tra i paesi occidentali e la Cina.
Secondo i dati della Rosoboroneksport, società russa che nel 2011 ha fornito alla Thailandia i primi elicotteri Mil MI-17B-5, l’Africa rappresenta il 7% dell’esportazione totale delle armi russe, con un giro d’affari complessivo che si aggira sui 13 miliardi di dollari, in cui l’Africa detiene una quota di mercato del 7%, pari a 900 milioni di dollari.
Il concorrente principale della Russia sul mercato africano è ora la Cina, che ha incamerato grandi successi nell’esportazione di armi verso i paesi africani negli anni ‘90 e 2000. In particolare la Cina esportava nei paesi della regione (Nigeria e Tanzania) i caccia J-7 e un grande numero di blindati leggeri per i servizi di sicurezza locali.
giovedì 18 ottobre 2012
AAR vende a Rosneft per 28 Mld
È di 28 miliardi di dollari l’accordo che il consorzio di oligarchi AAR sta per concludere con la major petrolifera pubblica Rosneft per la vendita del suo pacchetto azionario.
Il consorzio di oligarchi AAR, guidato da Mikhail Fridman, sta per concludere un accordo da 28 miliardi di dollari con la major petrolifera pubblica Rosneft per la vendita del suo pacchetto azionario attraverso la joint venture Tnk-Bp, in cui i miliardari russi sono soci paritetici della British Petroleum.
Secondo i principali network internazionali, le parti avrebbero firmato una bozza di accordo lo scorso 16 ottobre a Mosca; la decisione di vendita non è irreversibile. Il patto prevede una parte di pagamento cash (tra i 15 e i 20 miliardi di dollari) e un sensibile aumento della partecipazione di Bp in Rosneft, a 10-20% rispetto all'attuale 1,4%.
In base a un memorandum firmato con i miliardari russi è prevista in un secondo momento anche l'acquisizione della metà per ora ancora in mano russa.
La firma pare possa arrivare già durante la giornata odierna.
Il consorzio di oligarchi AAR, guidato da Mikhail Fridman, sta per concludere un accordo da 28 miliardi di dollari con la major petrolifera pubblica Rosneft per la vendita del suo pacchetto azionario attraverso la joint venture Tnk-Bp, in cui i miliardari russi sono soci paritetici della British Petroleum.
Secondo i principali network internazionali, le parti avrebbero firmato una bozza di accordo lo scorso 16 ottobre a Mosca; la decisione di vendita non è irreversibile. Il patto prevede una parte di pagamento cash (tra i 15 e i 20 miliardi di dollari) e un sensibile aumento della partecipazione di Bp in Rosneft, a 10-20% rispetto all'attuale 1,4%.
In base a un memorandum firmato con i miliardari russi è prevista in un secondo momento anche l'acquisizione della metà per ora ancora in mano russa.
La firma pare possa arrivare già durante la giornata odierna.
lunedì 15 ottobre 2012
Nuova fase di sviluppo
Nel corso del Forum Economico Mondiale per l'economia, Medvedev ha affermato che sebbene l'adesione della Russia all'OMC porterà una serie di sfide in diversi settori, la Russia sarà in grado di affrontare ogni tipo di situazione.
Intervenuto nel corso del Forum Economico Mondiale per l'economia, il premier russo, Dmitrii Medvedev, ha affermato che nel processo d'integrazione economica mondiale degli ultimi anni, la Federazione Russa ha fatto notevoli progressi e di sviluppo, dettati in primis dall’entrata a far parte dell'OMC.
Il Forum Economico Mondiale per l'economia, tenutosi a Mosca, ha visto la presenza di importanti figure tra le quali Medvedev che ha affermato inoltre che sebbene l'adesione della Russia all'OMC porterà una serie di sfide in diversi settori, la Russia sarà in grado di affrontare ogni tipo di situazione.
In un periodo mondiale dove la ripresa economica mondiale non è ottimista, i dati macroeconomici della Russia fanno invece ben sperare; la crescita economica è relativamente stabile ed è pensiero del Primo ministro di poter mantenere questo ritmo di sviluppo per il prossimo periodo.
Intervenuto nel corso del Forum Economico Mondiale per l'economia, il premier russo, Dmitrii Medvedev, ha affermato che nel processo d'integrazione economica mondiale degli ultimi anni, la Federazione Russa ha fatto notevoli progressi e di sviluppo, dettati in primis dall’entrata a far parte dell'OMC.
Il Forum Economico Mondiale per l'economia, tenutosi a Mosca, ha visto la presenza di importanti figure tra le quali Medvedev che ha affermato inoltre che sebbene l'adesione della Russia all'OMC porterà una serie di sfide in diversi settori, la Russia sarà in grado di affrontare ogni tipo di situazione.
In un periodo mondiale dove la ripresa economica mondiale non è ottimista, i dati macroeconomici della Russia fanno invece ben sperare; la crescita economica è relativamente stabile ed è pensiero del Primo ministro di poter mantenere questo ritmo di sviluppo per il prossimo periodo.
giovedì 11 ottobre 2012
Nucleare russo a una svolta?
Ieri, 10 ottobre, il ministero egli Esteri russo ha annunciato che non intende rinnovare l'accordo con gli Usa sul programma "Nunn-Lugar", per lo smantellamento delle armi nucleari e chimiche di epoca sovietica, in scadenza la prossima primavera.
Il programma Cooperative threat reduction (Ctr), meglio conosciuto come "Nunn-Lugar", che dal 1991 ha aiutato la Russia, l'Ucraina, il Kazakistan e la Bielorussia a disattivare oltre 7 mila testate nucleari, non verrà confermato. Lo scorso 10 ottobre il ministero egli Esteri russo ha infatti annunciato che non intende rinnovare l'accordo.
A rivelare l'intenzione del Cremlino è stato per primo Kommersant, che ha scritto che ora Mosca avrebbe i soldi per prendersi cura in proprio della radioattiva eridatata della guerra fredda ma che la svolta è avvenuta soprattutto perché lo stesso Cremlino teme che il programma bilaterale dia agli Stati Uniti troppo accesso alle informazioni sulle tecnologie militari russe.
La domanda che si pongono gli esperti ora è se Mosca voglia affossare definitivamente l'accordo o adattarlo chiedendo ancora di più. Un comunicato ufficiale del ministero degli Esteri russo ha annunciato che, senza una profonda revisione, non verrà accettata la proposta americana di estendere il programma oltre il 2013. Il viceministro agli esteri Sergei Ryabkov ha ribadito: “I nostri partner americani sanno che la loro proposta non corrisponde alle nostre idee su quali siano la forma e le basi di cui abbiamo bisogno per sviluppare ulteriormente la cooperazione. Per questo, abbiamo bisogno, in particolare, di un quadro legale diverso e più moderno. La parte americana sa che non vogliamo una nuova estensione. Questa non è una novità”. Ma i russi non dicono quali siano queste modifiche necessarie.
Kenneth Luongo, presidente di Partnership for global security si è limitato ad affermare che: “A mio parere, la fine del programma sarebbe un grave errore per entrambe le parti e per la comunità globale.”
Il programma Cooperative threat reduction (Ctr), meglio conosciuto come "Nunn-Lugar", che dal 1991 ha aiutato la Russia, l'Ucraina, il Kazakistan e la Bielorussia a disattivare oltre 7 mila testate nucleari, non verrà confermato. Lo scorso 10 ottobre il ministero egli Esteri russo ha infatti annunciato che non intende rinnovare l'accordo.
A rivelare l'intenzione del Cremlino è stato per primo Kommersant, che ha scritto che ora Mosca avrebbe i soldi per prendersi cura in proprio della radioattiva eridatata della guerra fredda ma che la svolta è avvenuta soprattutto perché lo stesso Cremlino teme che il programma bilaterale dia agli Stati Uniti troppo accesso alle informazioni sulle tecnologie militari russe.
La domanda che si pongono gli esperti ora è se Mosca voglia affossare definitivamente l'accordo o adattarlo chiedendo ancora di più. Un comunicato ufficiale del ministero degli Esteri russo ha annunciato che, senza una profonda revisione, non verrà accettata la proposta americana di estendere il programma oltre il 2013. Il viceministro agli esteri Sergei Ryabkov ha ribadito: “I nostri partner americani sanno che la loro proposta non corrisponde alle nostre idee su quali siano la forma e le basi di cui abbiamo bisogno per sviluppare ulteriormente la cooperazione. Per questo, abbiamo bisogno, in particolare, di un quadro legale diverso e più moderno. La parte americana sa che non vogliamo una nuova estensione. Questa non è una novità”. Ma i russi non dicono quali siano queste modifiche necessarie.
Kenneth Luongo, presidente di Partnership for global security si è limitato ad affermare che: “A mio parere, la fine del programma sarebbe un grave errore per entrambe le parti e per la comunità globale.”
lunedì 8 ottobre 2012
Più ferie contro la crisi
Dal 2013 i lavoratori russi potranno trascorrere a casa cinque giorni in più: in tutto almeno 19 giorni, di cui dieci nel mese di gennaio e nove in maggio. Scettici gli esperti.
Il governo russo decide di allungare le ferie dei lavoratori visto il perdurare della crisi nel Paese. Dal prossimo anno infatti sono stati stabiliti 5 giorni di ferie aggiuntivi: in tutto quasi 20 giorni, di cui dieci nel mese di gennaio e nove in maggio. Se a questi si aggiungono le feste che cadono durante il fine settimana, e che vengono successivamente recuperate, e le commemorazioni patriottiche di vario tipo, alla popolazione russa verrà offerto un calendario che favorirà l'oblio della crisi.
Gli economisti prendono posizioni negative a riguardo come dimostra la società di consulenza Fbk, la quale sostiene che dieci giorni di riposo, durante i quali i giornali non usciranno e le banche resteranno chiuse, valgono circa 5 miliardi di euro. Un esperto afferma che un paese come la Russia, che si trova al di sotto del cinquantesimo posto a livello mondiale nel rapporto tra pil e abitanti, non può permettersi un lusso del genere.
Le piccole e medie imprese sono contrariate e anche la borsa dovrà adeguarsi. Dal 28 dicembre all'8 gennaio, dati i deboli volumi di scambi previsti, è stato deciso di far funzionare i principali indici a regime ridotto.
Il governo russo decide di allungare le ferie dei lavoratori visto il perdurare della crisi nel Paese. Dal prossimo anno infatti sono stati stabiliti 5 giorni di ferie aggiuntivi: in tutto quasi 20 giorni, di cui dieci nel mese di gennaio e nove in maggio. Se a questi si aggiungono le feste che cadono durante il fine settimana, e che vengono successivamente recuperate, e le commemorazioni patriottiche di vario tipo, alla popolazione russa verrà offerto un calendario che favorirà l'oblio della crisi.
Gli economisti prendono posizioni negative a riguardo come dimostra la società di consulenza Fbk, la quale sostiene che dieci giorni di riposo, durante i quali i giornali non usciranno e le banche resteranno chiuse, valgono circa 5 miliardi di euro. Un esperto afferma che un paese come la Russia, che si trova al di sotto del cinquantesimo posto a livello mondiale nel rapporto tra pil e abitanti, non può permettersi un lusso del genere.
Le piccole e medie imprese sono contrariate e anche la borsa dovrà adeguarsi. Dal 28 dicembre all'8 gennaio, dati i deboli volumi di scambi previsti, è stato deciso di far funzionare i principali indici a regime ridotto.
mercoledì 3 ottobre 2012
Social network in espansione in Russia
Novità importanti dal fronte della piattaforma di Mark Zuckerberg, che annuncia l'accordo con il sistema di conservazione dati per espandere la presenza del social sul territorio russo.
Si è svolto a Gorki, appena fuori Mosca, l'incontro tra Mark Zuckerberg, numero 1 di Facebook, e il Primo Ministro russo Dmitry Medvedev.
Durante la visita è stato firmato un accordo tra la società statunitense e Dropbox, una piattaforma di storage. Grazie alla nuova alleanza gli utenti avranno la possibilità di caricare file e condividerli all'interno dei Gruppi e ciò potrà essere sfruttato, ad esempio, dagli studenti per scambiarsi i files delle dispense da studiare.
Durante l’incontro, il fondatore di Facebook ha discusso anche su alcune questioni legate alla propria volontà di espandere la presenza della sua piattaforma social anche in Russia. Secondo i dati in possesso dell’azienda americana, pare che siano “solamente” dieci i milioni di utenti russi, contro i 37 milioni ancora legati ad un social locale (Vkontakte).
A seguito dell'incontro è stata concordata l'apertura di una sede di ricerca e sviluppo di Palo Alto sul territorio; è noto infatti l’interesse nei confronti degli sviluppatori e programmatori per social network che lo Stato Russo vanta.
Facebook rappresenta ad oggi un importante opportunità per le aziende; non dimentichiamo infatti che questo strumento consente alle stesse di incrementare il valore della loro presenza sul territorio ampliando i loro rapporti con i fan del mondo fisico tangibile e creando una brand experience in generale più ricca e di valore.
Si è svolto a Gorki, appena fuori Mosca, l'incontro tra Mark Zuckerberg, numero 1 di Facebook, e il Primo Ministro russo Dmitry Medvedev.
Durante la visita è stato firmato un accordo tra la società statunitense e Dropbox, una piattaforma di storage. Grazie alla nuova alleanza gli utenti avranno la possibilità di caricare file e condividerli all'interno dei Gruppi e ciò potrà essere sfruttato, ad esempio, dagli studenti per scambiarsi i files delle dispense da studiare.
Durante l’incontro, il fondatore di Facebook ha discusso anche su alcune questioni legate alla propria volontà di espandere la presenza della sua piattaforma social anche in Russia. Secondo i dati in possesso dell’azienda americana, pare che siano “solamente” dieci i milioni di utenti russi, contro i 37 milioni ancora legati ad un social locale (Vkontakte).
A seguito dell'incontro è stata concordata l'apertura di una sede di ricerca e sviluppo di Palo Alto sul territorio; è noto infatti l’interesse nei confronti degli sviluppatori e programmatori per social network che lo Stato Russo vanta.
Facebook rappresenta ad oggi un importante opportunità per le aziende; non dimentichiamo infatti che questo strumento consente alle stesse di incrementare il valore della loro presenza sul territorio ampliando i loro rapporti con i fan del mondo fisico tangibile e creando una brand experience in generale più ricca e di valore.
lunedì 1 ottobre 2012
Scelte le sedi per i Mondiali di calcio 2018
A sei anni dal calcio d’inizio sono state scelte le città dove verranno disputati i match valevoli per la Coppa del Mondo.
Che il calcio in Russia rappresenti un’opportunità per gli investitori stranieri non è più una novità.
A due anni dal fischio d’inizio dei Mondiali di calcio del 2014 in Brasile, si pensa già a quelli del 2018, che si disputeranno in Russia. Il tutto rientra infatti sul fronte delle sette grandi opere che nei prossimi anni vedranno coinvolte la Federazione Russa, per un valore complessivo di investimenti di 20 mila miliardi di rubli (pari a circa 468,3 miliardi di euro).
Nel weekend scorso sono state annunciate le 11 città e i 12 stadi che ospiteranno gli incontri. Le sedi saranno: Mosca, che avrà 2 impianti, San Pietroburgo, Kaliningrad, Nizhny Novgorod, Kazan, Samara, Saransk, Volgograd, Rostov, Sochi ed Ekaterinburg. La finale dovrebbe essere ospitata dallo stadio Luzhniki, che ha una capacità di 90mila spettatori.
“Avete visto come le città selezionate hanno reagito all’annuncio” ha spiegato il numero 1 della Fifa, Blatter. “È stato come se avessero ottenuto i Giochi Olimpici, o il regalo più bello del mondo. Questo è il calcio. Ovviamente non tutti possono essere contenti. E non tutti possono esserlo perché c’era una lista, un numero di sedi da scegliere e alcune sono state scartate obbligatoriamente. È come in una squadra di calcio: bisogna scegliere gli 11 giocatori da mandare in campo; ecco, noi abbiamo scelto le 11 città”.
Gli altri top-progetti previsti riguardano l'ampliamento di Mosca; le Olimpiadi invernali di Sochi nel 2014; il rilancio del Caucaso del Nord; la costruzione dei gasdotti North e South Stream e del gasdotto Altai; il sistema di navigazione satellitare globale russo Glonass.
Che il calcio in Russia rappresenti un’opportunità per gli investitori stranieri non è più una novità.
A due anni dal fischio d’inizio dei Mondiali di calcio del 2014 in Brasile, si pensa già a quelli del 2018, che si disputeranno in Russia. Il tutto rientra infatti sul fronte delle sette grandi opere che nei prossimi anni vedranno coinvolte la Federazione Russa, per un valore complessivo di investimenti di 20 mila miliardi di rubli (pari a circa 468,3 miliardi di euro).
Nel weekend scorso sono state annunciate le 11 città e i 12 stadi che ospiteranno gli incontri. Le sedi saranno: Mosca, che avrà 2 impianti, San Pietroburgo, Kaliningrad, Nizhny Novgorod, Kazan, Samara, Saransk, Volgograd, Rostov, Sochi ed Ekaterinburg. La finale dovrebbe essere ospitata dallo stadio Luzhniki, che ha una capacità di 90mila spettatori.
“Avete visto come le città selezionate hanno reagito all’annuncio” ha spiegato il numero 1 della Fifa, Blatter. “È stato come se avessero ottenuto i Giochi Olimpici, o il regalo più bello del mondo. Questo è il calcio. Ovviamente non tutti possono essere contenti. E non tutti possono esserlo perché c’era una lista, un numero di sedi da scegliere e alcune sono state scartate obbligatoriamente. È come in una squadra di calcio: bisogna scegliere gli 11 giocatori da mandare in campo; ecco, noi abbiamo scelto le 11 città”.
Gli altri top-progetti previsti riguardano l'ampliamento di Mosca; le Olimpiadi invernali di Sochi nel 2014; il rilancio del Caucaso del Nord; la costruzione dei gasdotti North e South Stream e del gasdotto Altai; il sistema di navigazione satellitare globale russo Glonass.
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