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venerdì 13 agosto 2010

Come il settore agroalimentare italiano può internazionalizzare

Recentemente 20 potenziali buyer russi hanno sperimentato i sapori italiani in due diverse iniziative a Firenze e Matera

Il settore agroalimentare è uno dei mercati più favorevoli per le imprese italiane: infatti, quelle di tale comparto, lo scorso anno, hanno avuto un fatturato di 120 miliardi di euro, di cui 20 miliardi attribuiti all’esportazione.
Per crescere nell’internazionalizzazione è importante che le aziende si appoggino ad enti, come l’ Ice, il Ministero dello Sviluppo Economico e le banche (per esempio Cariparma Credit Agricole), che favoriscono con i loro crediti i processi di internazionalizzazione. Inoltre, di grande importanza è la partecipazione a fiere internazionali (come Prodexpo a Mosca), che permettono alle imprese di far conoscere la qualità dei prodotti Made in Italy.
Nei primi mesi del 2010 l’export agroalimentare ha realizzato una crescita del 2,6%, un miglioramento che si prevede si manterrà anche nel biennio 2011-2012. Di significativa importanza nel periodo 2010-2013 è la razionalizzazione della Piattaforma Tecnologica Nazionale “Food for Life” che aiuterà ad aumentare la collaborazione tra l’industria e la ricerca, modernizzandone il sistema di produzione alimentare. I contenuti della Piattaforma hanno lo scopo di individuare le priorità strategiche per il comparto alimentare nell’ambito della ricerca, dell’innovazione e della formazione.
Le aziende italiane possono incontrare, quindi, concrete opportunità nel mercato agroalimentare, facilitate dall’organizzazione di incontri e iniziative per rafforzare gli scambi commerciali. Ad esempio, lo scorso mese, duecento imprese del settore agroalimentare e vitivinicolo italiano hanno incontrato oltre 20 potenziali buyer russi, che hanno avuto modo di sperimentare sul campo i sapori Made in Italy. L’iniziativa, che ha avuto luogo in due diverse tappe (Firenze e Matera), è stata organizzata dalle Camere di commercio sotto il patrocinio di Unioncamere. Tale iniziativa si è considerata come un imput in più al settore agroalimentare italiano in Russia, il quale rappresenta, per i primi mesi del 2010, l’ottava voce di export dell’Italia verso il paese russo.


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