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venerdì 6 agosto 2010

Russia, escalation dei prezzi nel mercato locale del grano e blocco delle esportazioni

Una catastrofe climatica ha colpito il territorio russo, il grano è rincarato di circa il 20% in una settimana

Dopo il risveglio improvviso del mercato russo del grano con una crescita tale che non si registrava da circa due anni, negli scorsi giorni si è verificata una catastrofe climatica che ha distrutto coltivazioni in un’area di più di 100.000 Km.
Il Financial Times stima che nel 2010-2011 saranno prodotte 45-50 milioni di tonnellate, ossia un raccolto del 27% minore rispetto ai 61 milioni di tonnellate dell’anno scorso. Ciò significa che saranno limitate le esportazioni ed è questo che ha fatto aumentare preventivamente i prezzi. A questo riguardo il viceministro per l’Agricoltura russo, Alexander Belyayev, aveva dichiarato che per il momento non avrebbero introdotto restrizioni all’export, e aveva aggiunto che “è il governo a prendere simili decisioni, ma oggi come oggi non ne vediamo la necessità. È molto facile perdere quote di mercato all’estero, ma è molto difficile conquistarle”.
Ma dopo tali messaggi che sembravano rassicuranti, oggi, la situazione si fa più seria, poiché la Russia ha annunciato di interrompere temporaneamente le esportazioni. Essendo il terzo esportatore globale, questo “rappresenta un elemento di instabilità”, ha dichiarato Abdolreza Abbassian, economista a capo del gruppo intergovernativo dell’Onu sui cereali.
Alcuni analisti ipotizzano accelerazioni inflazionistiche sugli alimentari e carenze di forniture.
Tale situazione minaccia ripercussioni anche in Italia, perché a causa del diminuire dell’offerta, l’import registrerà probabilmente una forte battuta d’arresto, dopo che l’acquisto del grano da parte del mercato italiano aveva di recente registrato un aumento del triplo rispetto al 2009.



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