La seduta del Consiglio Russia-NATO svoltasi ieri a Bruxelles si è conclusa senza particolari svolte: le posizioni delle Parti sul problema del sistema europeo di difesa antimissile non si sono avvicinate.
L’idea sulla cooperazione nella creazione di un sistema di difesa antimissile unico era stata formulata in occasione del summit Russia-NATO svoltosi a Lisbona nel novembre dello scorso anno, quando era stato formato il gruppo di lavoro congiunto che non è riuscito a raggiungere un accordo nella formulazione del fine ultimo della cooperazione e nella determinazione dell’aspetto e della costruzione dello “scudo antimissile”. Inoltre, come ha constatato Anatoly Serdukoy, Ministro della difesa della Russia, non si riesce neppure a concordare il documento con l’esposizione dei principi politici della cooperazione: la NATO non è disposta ad accettare le proposte di Mosca per la creazione di un sistema di difesa antimissile unico e le proposte sull’approccio settoriale secondo le quali la Russia dovrebbe essere responsabile della sicurezza antimissile di una parte dell’area di competenza della NATO. A tal proposito, il Segretario Generale della NATO, Anders Fogh Rasmussen, considerando che l’Alleanza non può garantire la sua sicurezza per conto di fonti esterne, ha dichiarato che, concretamente, la soluzione ottimale consiste nella creazione di due sistemi tecnicamente e strategicamente indipendenti di difesa antimissile, uno della Russia e della NATO, ma con uno scambio di informazioni reciproco; in questo modo Mosca verrebbe esclusa dal processo di adozione di decisioni finali.
Mosca non drammatizza la situazione ed è intenzionata a portare avanti il dialogo. La difesa antimissile non è l’unico ambito della cooperazione reciproca: vengono condotte esercitazioni militari congiunte ed è stata accumulata una ricca esperienza di interazione nell’opposizione al terrorismo internazionale.
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