La Cia, Confederazione Italiana Agricoltori, a proposito di contraffazione, ha affermato che si è davanti ad un “supermarket dell’agro-scorretto, dove a pagare è solo il nostro Paese, visto che a livello mondiale non esiste una vera difesa dei nostri prodotti certificati e garantiti”.
A San Pietroburgo il Presidente del Consorzio Asti docg ha annunciato alla stampa internazionale azioni giudiziarie per il ritiro dal mercato russo delle bottiglie contraffatte. Egli ha affermato: “Che i numeri fossero elevati lo sospettavamo, ma non pensavamo che si potesse trattare di quattro, cinque milioni di bottiglie”. La Cia, Confederazione Italiana Agricoltori, si schiera a fianco dei produttori di uva e in particolare del Consorzio, definendo la situazione “estremamente grave” poiché si è davanti ad un “supermarket dell’agro-scorretto, dove a pagare è solo il nostro Paese, visto che a livello mondiale non esiste una vera difesa dei nostri prodotti certificati e garantiti”. Una difesa che andrebbe a valorizzare un settore economico con un fatturato annuo di 9 miliardi, di cui 2 realizzati in mercati esteri.
La Cia ha aggiunto che la questione della contraffazione “è un business da 60 miliardi di euro l’anno e che provoca danni ingenti all’intera filiera agroalimentare nazionale” e che è necessario adottare misure più rigide per ridurre il problema. Ad esempio, servirebbero interventi finanziari per poter dare assistenza legale per chi promuove cause, sarebbe opportuno realizzare una task-force in ambito europeo per contrastare le truffe, e, inoltre, stabilire sanzioni più severe.
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