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venerdì 30 luglio 2010

Russia, la strada delle privatizzazioni per ripianare il deficit

Si assiste ad un significativo cambiamento nell’economia politica russa. Infatti, dopo dieci anni di monopoli pubblici in ogni settore produttivo, il ministero dell’Economia ha annunciato recentemente un piano di privatizzazioni per 23 miliardi di euro in tre anni, a partire dal 2011. Dovrebbero essere undici le società coinvolte e, secondo Alksej Uvarov, del ministero dello Sviluppo, tra queste ci saranno banche come Vtb e Sberbank, il gruppo petrolifero Rosneft, il gestore delle pipeline Transneft e il gigante dell’idroelettrico Rushydro. Resteranno escluse dal piano le ferrovie di stato, Rzhd. Nonostante non sia prevista una privatizzazione totale, poiché lo stato manterrà la maggioranza , si tratta del più significativo piano di privatizzazioni dopo che Mosca, negli ultimi dieci anni, ha portato sotto il proprio controllo fabbriche di armi, costruttori di aerei e auto, gruppi petroliferi e del gas.
La scelta è stata imposta dalla necessità di ripianare il deficit che, per il 2010 resterà superiore al 5%. L’obiettivo del governo è quello di raggiungere il pareggio del bilancio nel 2015, senza tagliare la spesa pubblica e utilizzando la leva fiscale con la massima cautela.
Mosca, quindi, è pronta a ritentare la strada delle privatizzazioni, con l’obiettivo di non esagerare con l’indebitamento. Ciò che gli operatori di mercato auspicano in questo progetto sono procedure trasparenti, senza alcuna discriminazione verso gli investitori esteri.


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