“Attualmente la Russia esporta alcune migliaia di prodotti bellici in 80 Paesi del mondo, mentre il volume delle vendite aumenta in media di 500-600 milioni di dollari l’anno”.
L’export degli armamenti prodotti in Russia copre una larga parte della domanda globale. Anatolij Isajkin, direttore di “Rosoboronexport”, il monopolio statale che gestisce le esportazioni di armamenti, afferma: “Attualmente la Russia esporta alcune migliaia di prodotti bellici in 80 Paesi del mondo, mentre il volume delle vendite aumenta in media di 500-600 milioni di dollari l’anno”.
Si sta registrando, infatti, un incremento delle vendite di anno in anno, grazie anche all’alto numero di ordinazioni provenienti dall’India e dalla Cina, con la quale, negli ultimi tempi, sono nate questioni in tema di contraffazione, poiché senza le necessarie autorizzazioni., tenta di rivendere a terzi copie di armamenti russi.
L’offerta italiana in tale comparto, quindi, non trova spazio in Russia ma, piuttosto, in Paesi non avanzati. Secondo il rapporto “Conventional Arms Transfers to Developing Nations 2002-2009”, sono stati siglati da aziende italiane contratti che ammontano a 2,7 miliardi di dollari, dei quali quasi il 90% stipolati con Paesi in via di sviluppo, prevalentemente verso nazioni del Sud del Mondo.
L’export degli armamenti prodotti in Russia copre una larga parte della domanda globale. Anatolij Isajkin, direttore di “Rosoboronexport”, il monopolio statale che gestisce le esportazioni di armamenti, afferma: “Attualmente la Russia esporta alcune migliaia di prodotti bellici in 80 Paesi del mondo, mentre il volume delle vendite aumenta in media di 500-600 milioni di dollari l’anno”.
Si sta registrando, infatti, un incremento delle vendite di anno in anno, grazie anche all’alto numero di ordinazioni provenienti dall’India e dalla Cina, con la quale, negli ultimi tempi, sono nate questioni in tema di contraffazione, poiché senza le necessarie autorizzazioni., tenta di rivendere a terzi copie di armamenti russi.
L’offerta italiana in tale comparto, quindi, non trova spazio in Russia ma, piuttosto, in Paesi non avanzati. Secondo il rapporto “Conventional Arms Transfers to Developing Nations 2002-2009”, sono stati siglati da aziende italiane contratti che ammontano a 2,7 miliardi di dollari, dei quali quasi il 90% stipolati con Paesi in via di sviluppo, prevalentemente verso nazioni del Sud del Mondo.
Nessun commento:
Posta un commento