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venerdì 29 aprile 2011

La Russia è tra i primi acquirenti di calzature made in Italy

“Ormai le strategie che gli imprenditori stanno adottando per andare oltre la crisi non si basano su tagli, ma sui nuovi investimenti, specie per aggredire i mercati emergenti”.

La ripresa che si sta registrando nel settore calzaturiero è in parte dovuta alla crescita delle esportazioni. I dati riportati da Vito Artioli, presidende di Anci (Associazione nazionale calzaturifici italiani) descrivono la crescita dell’export nel 2010: un incremento del 16,3% ed un valore di oltre 223,6 milioni di paia di scarpe esportate.
Ciononostante il 2010 ha visto la chiusura di 227 calzaturifici made in Italy, ma, come afferma il presidente Anci, “le nostre aziende non si danno per vinte, lo scenario promette segnali di ripresa e tra i nostri associati c’è più ottimismo nelle potenzialità del business. Ormai le strategie che gli imprenditori stanno adottando per andare oltre la crisi non si basano su tagli, ma sui nuovi investimenti, specie per aggredire i mercati emergenti”.
A questo riguardo, la Russia è uno dei mercati più importanti e di successo per le calzature made in Italy: i Bric senza il Paese russo non raggiungono nemmeno il 10% delle esportazioni.

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