Il Cremlino progetta la fusione dei tre maggiori aeroporti di Mosca: Sheremyetevo, Domodedovo e Vnukovo.
Durante l'era sovietica, i tre principali aeroporti di Mosca servivano a scopi diversi: Sheremetyevo è stato il principale scalo internazionale e il più grande del Paese; Domodedovo è stato progettato come un aeroporto hub per voli a lungo raggio in Siberia, Estremo Oriente e Asia centrale e per voli di medio raggio per la regione del Volga e degli Urali; Vnukovo offriva voli per l'Ucraina e per le località del Mar Nero. In seguito al crollo dell'Urss, il primo rimase proprietà dello Stato; il secondo, per il 75%, fu trasferito al Comune di Mosca; il terzo divenne un'impresa privata gestita dal gruppo East Line.
Recentemente Domodedovo, che serve circa il 46% dei passeggeri di Mosca, è diventato leader nel traffico passeggeri: lo scorso anno, ha registrato 25,7 milioni di passeggeri, contro i 22,6 milioni (40%) di Sheremetyevo e gli 8,2 (14%) di Vnukovo.
Il vice primo ministro Igor Shuvalov, nel 2010 aveva proposto di fondere i tre aeroporti creando un'unica società di gestione; nel dicembre dello stesso anno, un consorzio guidato da Credit Suisse e Troika Dialog stimò il valore delle tre infrastrutture e nell’aprile 2011, il primo ministro Vladimir Putin annunciò la decisione di avviare la fusione preliminare degli aeroporti di Sheremetyevo e Vnukovo. Tuttavia, a causa delle complesse strutture proprietarie di ogni aeroporto, consolidare le attività degli aeroporti si sta rivelando un compito difficile.
Gli analisti e gli esperti sono certi che la decisione di fondere gli aeroporti di Mosca sia stata determinata dal desiderio di funzionari del governo di vendere beni statali al miglior offerente.
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