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venerdì 27 aprile 2012

Investimenti sull’energia verde

Per diversificare il proprio mix energetico e favorire la riduzione delle emissioni nocive nell’ambiente, Mosca punta sugli investimenti esteri.

Nei prossimi anni la Russia dovrà fronteggiare una forte crescita della domanda di energia elettrica e, in accordo con le più recenti direttive degli organismi internazionali, dovrà limitare le emissioni di Co2 (oggi a livelli elevati). Così, mentre i principali mercati europei (Italia e Germania in testa) tagliano sugli incentivi pubblici per le rinnovabili, il Cremlino si è prefissato l’obiettivo di raggiungere una produzione di energia elettrica da rinnovabili pari al 4,5% del totale entro il 2020 e intende offrire interessanti prospettive proprio agli investitori esteri che, penalizzati dal taglio degli incentivi nei loro Paesi, sono spinti a cercare sbocchi alternativi.
Marco Carta, coordinatore dell’Osservatorio internazionale sull’industria e la finanza delle rinnovabili (Oir), ha dichiarato: “Le rinnovabili in Russia muovono i primi passi con l’installazione di parchi eolici nella parte orientale del Paese (Kalmykia, Kalingrad) e lo sviluppo di qualche impianto fotovoltaico (nel Belgrod). Si tratta, comunque, di pochi Mw: gli standard dei principali Paesi europei, dove l’installato annuale si misura in Gw, sono ancora lontani […] a livello legislativo, il governo della Federazione sembra voler sbloccare le criticità dell’attuale sistema di incentivi, a oggi poco chiaro”.
L’unico ostacolo sulla via dell’espansione della green economy in Russia è costituito dal calo del consumo di gas nei Paesi occidentali - dovuto alla crisi economica, allo sviluppo delle rinnovabili e all’aumento dell’efficienza energetica - che ha un impatto importante sull’export russo: le crescenti quantità di gas disponibili a basso costo per il mercato interno potrebbero frenare la volontà di investire nelle rinnovabili.

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