La Russia, che ora ricopre un ruolo marginale nel commercio alimentare, con l’entrata nel Wto potrebbe divenire uno fra i principali fornitori a livello mondiale.
La crescita della popolazione mondiale, che secondo le previsioni dell’Onu, attorno al 2050, passerà da sette a nove miliardi di persone, renderà necessario aumentare la produzione di cibo.
La Russia ha il potenziale per divenire uno fra i principali fornitori di derrate alimentari sul mercato mondiale: “Possiamo fornire alimenti per una quantità fino a dieci volte superiore a quella attuale. […] Si tratta di un enorme potenziale agrario. La questione è solamente qual è il modo giusto di sfruttarlo”, ha dichiarato al tal riguardo Ivan Obolencev, presidente dell’Unione dei produttori agricoli.
Attualmente, Mosca ricopre un ruolo marginale nel commercio alimentare, ma secondo Aleksej Djumulen, direttore generale della Agrosistema s.r.l., con l’entrata del Paese nell’Organizzazione Mondiale del Commercio (Wto), il quadro dovrebbe cambiare. “Negli ultimi 50 anni siamo stati tagliati fuori dai processi di alimentazione della popolazione mondiale a causa di varie ragioni, principalmente politiche. Per questo motivo semplicemente non siamo presenti nelle associazioni internazionali alimentari. Farne parte è necessario”, afferma Djumulen.
Per ora, presso l’Università Statale Lomonosov, a Mosca, è stato fondato il centro Eurasiatico per la sicurezza alimentare, che è destinato a diventare la base per la ricerca, l’esportazione e l’educazione alimentare mondiale, sia a livello regionale che a livello mondiale. Tuttavia, per entrare a far parte del mercato globale degli alimenti, è necessario che la Federazione adotti anche altri accorgimenti, come quello di rivedere la logica della filiera che va dal produttore al consumatore, per evitare che la metà degli ortaggi raccolti venga persa nel passaggio dai campi ai luoghi in cui vengono lavorati.
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