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giovedì 14 giugno 2012

British Petroleum crede ancora nella Russia


Il colosso petrolifero britannico vuole restare nel Paese anche con disimpegno da Tnk-Bp

Il colosso petrolifero britannico British Petroleum intende mantenere l’attività in Russia anche nel caso in cui vendesse la sua quota di Tnk-Bp. Lo ha riferito laconicamente in un'intervista al Wall Street Journal l’Amministratore delegato Robert Dudley. "Manteniamo il nostro impegno in Russia" ha detto Dudley, sottolineando che il gruppo ha molte altre attività nel paese oltre a Tnk-Bp.
L’azienda, che è stata al centro di numerose critiche e controversie negli ultimi tempi (come la partecipazione alla costruzione dell'oleodotto Baku-Tbilisi-Ceyhan o il disastro ambientale dell’aprile 2010 nel golfo del Messico), ha annunciato che ha ricevuto manifestazioni d'interesse per la quota di Tnk-Bp e di essere disposto ad esaminarle. A inizio giugno il gruppo ha annunciato di aver notificato l'intenzione di procedere a una potenziale vendita ai soci al 50% della joint venture, imprenditori russi riuniti nel consorzio Alfa Access Renova (Aar), mettendo così fine a un rapporto che dura ormai da dieci anni.
La joint venture rappresenta il terzo produttore di petrolio russo ed è una degli asset migliori di Bp, rappresentando circa un quarto della produzione di petrolio mondiale del gruppo.
Allo stesso tempo essa è anche teatro di numerosi scontri tra gli azionisti, culminati lo scorso anno, quando i miliardari di Aar, con la loro opposizione nel marzo del 2011 presso l’Arbitrato Internazionale di Stoccolma, hanno di fatto interrotto un maxi accordo tra Bp e Rosneft per l'esplorazione dell'Artico russo. Rosneft ha poi trovato un altro partner per l'Artico nell'americana ExxonMobil.

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