Le voci di una possibile rivalità tra Dmitri Medvedev e Vladimir Putin si rincorrono ormai da tempo. Qualche mese fa i due erano stati ripresi dalla televisione di Stato intenti in una battuta di pesca sul Volga; i critici più maliziosi avevano visto in questo episodio una montatura realizzata per eliminare quell’immagine di rivalità che si era creata attorno alle figure del Presidente e del Primo Ministro russo prima delle elezioni.
Ciò che è successo in questi ultimi giorni fa pensare che i rapporti tra i due possano essere tornati freddi e già qualche analista prevede una vicina "resa dei conti".
Veniamo dunque ai fatti. Lo scorso 8 giugno, l’ex vice primo ministro con delega alle risorse energetiche Igor Sechin, escluso dal nuovo gabinetto di Medvedev, ha fondato il "club del petrolio", ossia un circolo che riunisce i top manager delle maggiori compagnie petrolifere del Paese.
La mossa di Sechin, che ha avuto l'approvazione di Putin lo scorso 15 giugno, ha aperto un contenzioso dato che la sua intenzione è ora quella di continuare a rimanere un punto di riferimento nel settore, aggirando di fatto il suo successore, il vice premier con delega all'Energia, Arkady Dvorkovich, uomo di Medvedev.
Gli analisti lo avevano a ogni modo predetto: con lo scambio di ruoli tra Dmitri Medvedev e Vladimir Putin alla guida della Russia vi era la possibilità di trovarsi di fronte a due governi, uno al Cremlino e uno alla Casa Bianca. E il primo scontro pare dunque già in atto; il campo è quello dell'energia, settore di rilevanza strategica per la Federazione, da cui dipende gran parte del bilancio pubblico.
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