10 luglio 2012. Svolta storica per la Russia che, nonostante le proteste, supera il quorum dei 226 voti e si prepara ad entrare nel Wto.
Con 238 voti favorevoli, 208 contrari e un astenuto, la Duma ha dato il suo via libera, dopo 18 anni di trattative, al protocollo di intesa per l’ingresso di Mosca nell’Organizzazione Mondiale del Commercio.
Ma cosa cambierà dopo questo sofferto via libera? Dando per scontata l’adesione finale (non vi sono ancora i “si” di routine del Presidente Putin e del Consiglio della Federazione) certamente la Russia si riserverà il diritto di continuare a fornire sussidi ai lavoratori agricoli, ma l'ammontare di questi diminuirà gradualmente dal 2013. Ad ogni modo però se è vero che alcuni dazi caleranno è altrettanto vero che la Russia continuerà a mantenere il diritto di imporli a difesa delle proprie produzioni domestiche.
Relativamente al settore oil&gas, l'impatto dell'ingresso nel Wto sarà molto ridotto. Petrolio e gas sono infatti già esenti da dazi sull'import negli altri paesi.
I beni di consumo importati diverranno invece più accessibili ai consumatori russi, con un abbassamento considerevole dei prezzi rispetto all’attuale.
Nel complesso secondo la Banca Mondiale l’adesione di Mosca al Wto porterà un incremento del Pil del 3,3% fino a un +11% nel lungo periodo e i benefici riguarderanno sia i cittadini che le imprese, con servizi a prezzi più bassi e chiare ripercussioni sulla produttività.
C’è però chi non vede tutti questi vantaggi nell’adesione al Wto; nella giornata di ieri si sono infatti verificate alcune proteste fuori dalla Duma. Sono molte infatti le imprese russe che temono che i bassi dazi all'importazione e i limiti alle sovvenzioni danneggeranno le loro attività.
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