Stando a quanto rilevato dall’indice Msci relativamente all’est Europa, nel giugno scorso, la regione ha guadagnato il +2,6%, ma la Russia resta indietro rispetto agli altri paesi Bric.
Dall’ultimo report del Fondo monetario internazionale è emerso che la crescita nell’Europa dell’est nel 2011 sarà “marginale”.
Le cause principali sono riconducibili ai problemi dei paesi limitrofi e più sviluppati, alle pressioni inflattive e ai deficit di bilancio che andranno a gravare sull’andamento congiunturale, diminuendo di fatto i benefici effetti della domanda interna.
Per tali ragioni, attualmente, gli operatori stanno considerando con particolare cautela la Russia (prima economia dell’area); infatti, nonostante l’aumento dei prezzi delle commodity energetiche di cui il Paese è uno dei maggiori esportatori mondiali, nel primo trimestre dell’anno, il Pil ha subito una contrazione al 4,1% rispetto al +4,5% segnato nei tre mesi del 2010, soprattutto a causa del calo degli investimenti da parte delle aziende, sia locali che estere.
Vista la situazione attuale, il Ministero dell’economia prevede per il 2011 una crescita non superiore al 4,2%, perciò, in base alla previsione, lo sviluppo economico russo appare ancora il più lento e il meno produttivo tra i quattro paesi Bric.
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