Nel 2011 in Russia sono stati venduti più di sei milioni di calzature Made in Italy, per un fatturato di 490 milioni di euro.
Secondo i dati dell’Istat elaborati dall’Anci (Associazione Nazionale Calzaturifici Italiani), la Federazione Russa rappresenta uno dei principali mercati di sbocco in assoluto per il settore calzaturiero italiano, posizionandosi al quinto posto in termini di valore e al nono in termini di quantità. Molti produttori italiani del settore, del Centro e del Nord Italia, hanno, infatti, “ovviato” al calo della domanda domestica esportando in Russia, dove, tra gennaio e novembre 2011, l'export italiano ha registrato una crescita del 20% in termini di valore e dell'11,1% in quantità: sei milioni e mezzo di paia di scarpe, per un giro di affari pari a 490 milioni di euro. Marche, Emilia Romagna, Veneto, Lombardia e Toscana sono le regioni italiane che traggono maggior beneficio dall’area russa.
Tra queste aziende vi è anche quella di Marino Fabiani (Fermo - Marche), che impiega quasi 50 persone, confeziona 250 paia di scarpe ogni giorno e esporta sul mercato russo l’80% della propria produzione. La Fagiani, inoltre, conta 8 punti vendita in franchising a Mosca, 2 in Bielorussia, e altrettanti in Polonia e Ucraina. “La difficoltà più grande forse sta nell’inserirsi in questo mercato, visto che sono in vigore leggi diverse dalle nostre e il credito non è assicurato. Senza contare la burocrazia alle dogane. Bisogna un po’ adeguarsi” ha spiegato Fabiani.
Secondo i dati dell’Istat elaborati dall’Anci (Associazione Nazionale Calzaturifici Italiani), la Federazione Russa rappresenta uno dei principali mercati di sbocco in assoluto per il settore calzaturiero italiano, posizionandosi al quinto posto in termini di valore e al nono in termini di quantità. Molti produttori italiani del settore, del Centro e del Nord Italia, hanno, infatti, “ovviato” al calo della domanda domestica esportando in Russia, dove, tra gennaio e novembre 2011, l'export italiano ha registrato una crescita del 20% in termini di valore e dell'11,1% in quantità: sei milioni e mezzo di paia di scarpe, per un giro di affari pari a 490 milioni di euro. Marche, Emilia Romagna, Veneto, Lombardia e Toscana sono le regioni italiane che traggono maggior beneficio dall’area russa.
Tra queste aziende vi è anche quella di Marino Fabiani (Fermo - Marche), che impiega quasi 50 persone, confeziona 250 paia di scarpe ogni giorno e esporta sul mercato russo l’80% della propria produzione. La Fagiani, inoltre, conta 8 punti vendita in franchising a Mosca, 2 in Bielorussia, e altrettanti in Polonia e Ucraina. “La difficoltà più grande forse sta nell’inserirsi in questo mercato, visto che sono in vigore leggi diverse dalle nostre e il credito non è assicurato. Senza contare la burocrazia alle dogane. Bisogna un po’ adeguarsi” ha spiegato Fabiani.
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