L’incremento mensile dei prezzi su base annuale è partito da un 5,5% a luglio del 2010 fino a toccare il 9,7% lo scorso febbraio. “Una situazione estremamente preoccupante”, ha affermato recentemente il vicepresidente della Banca centrale russa, Alexei Ulyukayev.
Secondo alcune statistiche, la quota media del reddito disponibile che un consumatore russo impiega nell’alimentare si colloca tra il 25% e il 29%, contro il 22% che si spende ad esempio in Messico, o il 10% degli Stati Uniti. Il vicepresidente della Banca centrale russa, Alexei Ulyukayev, ha definito la situazione “estremamente preoccupante”, visto il continuo aumento dei prezzi registrato nell’ultimo anno, in particolare dopo la siccità e gli incendi della scorsa estate. L’incremento mensile dei prezzi su base annuale è partito da un 5,5% a luglio del 2010 fino a toccare il 9,7% lo scorso febbraio.
Ma con le elezioni legislative e presidenziali che si terranno durante il prossimo anno quello dell’inflazione sarà uno dei temi prioritari. A tale proposito, l’economista Anders Aslund spiega: “L’inflazione è considerata politicamente pericolosa e l’anno scorso il governo russo si è preoccupato di alzare le pensioni per tenere a bado l’insoddisfazione popolare”.
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