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venerdì 4 marzo 2011

Russia, il progetto “Casa Italia”

Ci sono moltissime aziende italiane di piccole e medie dimensioni che realizzano prodotti di assoluta qualità. Per queste realtà, spesso, l’ingresso sul mercato russo è troppo costoso”. Nasce da qui il progetto “Casa Italia” del gruppo Tashir, con l’obiettivo di favorire l’entrata nel mercato di migliaia di PMI.

L’obiettivo del gruppo Tashir, colosso dell’edilizia russa, è quello di portare il Made in Italy all’interno del mercato russo. Il nome provvisorio del progetto è “Casa Italia” e prevede l’apertura di circa 30 centri commerciali forniti esclusivamente di marche italiane. L’iniziativa nasce dal fatto che per molte piccole e medie imprese l’ingresso sul mercato è troppo costoso e, per questo, vi è la necessità di dare un supporto che consenta di allargare il loro business.
L’avvocato Antonello Martinez dello studio Martinez & Novebaci (advisor commerciale e legale del gruppo Tashir), spiega: “Per facilitare l’ingresso delle Pmi italiane, Tashir mette a disposizione non solo le facility e i servizi di sicurezza, ma anche i commessi e il personale da impiegare nei singoli punti vendita, interamente a proprio carico”. In cambio le aziende dovranno pagare un fee d’ingresso e una percentuale d’ingresso sullo scontrino.
Target del progetto non sono i grandi brand del lusso, ma quelle piccole e medie imprese in grado di realizzare prodotti di qualità in particolare nei settori food, fashion, arredamento e complementi d’arredo.
Darà avvio al progetto il primo “Casa Italia” di Mosca, il quale ospiterà circa 300 imprese italiane che verranno selezionate dalla società italiana I Living Italy, specializzata nel settore retail.
Se il primo esperimento avrà successo, è prevista l’apertura di un nuovo centro in ogni città russa con almeno un milione di abitanti.

1 commento:

  1. L'idea spudoratamente importata dalla Cina non ha futuro per le PIM che sperano di entrare nel mercato russo senza alcun tipo di investimento.
    La bassa qualità dell'offerta del gruppo e il mal posizionamento dei centri, non esprimono l'idea di lusso che il nostro paese ha sempre trasmesso, e questo farà precipitare l'immagine delle aziende italiane allo stesso livello dei brand da "Grandi Magazzini". Chi crede di investire in questo progetto, si metterà inoltre in concorrenza con aziende cinesi che si spacciano per Italiane, solo perché hanno acquisito un'indirizzo e aperto un'azienda fittizia nel nostro paese.
    In quanto amante di tutto quello che l'Italia ha sempre rappresentato nel mondo, nel campo della moda e del design in generale e del prodotto di "qualità" sono apertamente pessimista e contrario a questo progetto che butterà al vento tutti gli sforzi di chi prima di noi si è dedicato alla costruzione di questa grande reputazione.

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