Mercoledì scorso è stato firmato ad Ankara un accordo tra Russia e Turchia per la creazione di una centrale nucleare e per investimenti pari a 20 miliardi di euro. L’accordo apre una nuova pagina nell’espansione globale dell’industria russa e rappresenta anche una ripresa dei rapporti tra i due paesi, ormai inesistenti sin dall’epoca della guerra fredda.
Il progetto vedrà sorgere 4 nuovi reattori ad Akkuyn, sulla costa mediterranea, e verrà realizzato dalla compagnia russa Rosatom, con un investimento dal valore di circa 16 miliardi di euro. Rosatom controllerà le strutture della centrale e venderà l’energia prodotta; inizialmente stabilirà in loco una sua sussidiaria per l’inizio dei lavori e poi offrirà 49% dell’impresa ai possibili investitori turchi e non. La compagnia prevede di risarcire i costi 15 anni dopo la costruzione dei reattori vendendo metà dell’elettricità alla compagnia energetica statale turca Tetas; inoltre trasferirà il 20% del profitto al governo turco. Secondo il progetto, il primo reattore verrà inaugurato nel giro di 7 anni.
Oltre alla centrale nucleare i due paesi considerano anche altri progetti comuni, tra cui quelli relativi al commercio di gas per Blue-Stream-2 e South Stream. Sembra possibile anche il coinvolgimento della Russia nell’oleodotto Samsun-Ceyhan, che collega il Mar nero al Mar mediterraneo, ora in un progetto comune tra la turca Calik e l’italiana Eni. Gli accordi sono stati discussi durante una visita in Medioriente del presidente russo Dimitri Medvedev, che si è conclusa in Siria, dove ha dichiarato che la Russia potrebbe costruire altri reattori nucleari per il paese arabo.
Il progetto vedrà sorgere 4 nuovi reattori ad Akkuyn, sulla costa mediterranea, e verrà realizzato dalla compagnia russa Rosatom, con un investimento dal valore di circa 16 miliardi di euro. Rosatom controllerà le strutture della centrale e venderà l’energia prodotta; inizialmente stabilirà in loco una sua sussidiaria per l’inizio dei lavori e poi offrirà 49% dell’impresa ai possibili investitori turchi e non. La compagnia prevede di risarcire i costi 15 anni dopo la costruzione dei reattori vendendo metà dell’elettricità alla compagnia energetica statale turca Tetas; inoltre trasferirà il 20% del profitto al governo turco. Secondo il progetto, il primo reattore verrà inaugurato nel giro di 7 anni.
Oltre alla centrale nucleare i due paesi considerano anche altri progetti comuni, tra cui quelli relativi al commercio di gas per Blue-Stream-2 e South Stream. Sembra possibile anche il coinvolgimento della Russia nell’oleodotto Samsun-Ceyhan, che collega il Mar nero al Mar mediterraneo, ora in un progetto comune tra la turca Calik e l’italiana Eni. Gli accordi sono stati discussi durante una visita in Medioriente del presidente russo Dimitri Medvedev, che si è conclusa in Siria, dove ha dichiarato che la Russia potrebbe costruire altri reattori nucleari per il paese arabo.
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