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venerdì 14 maggio 2010

La Russia rischia la “fuga di cervelli”

Secondo un recente sondaggio della società HeadHunter, condotto tra i residenti russi delle maggiori città, tre quarti degli intervistati è fortemente interessato a trovare lavoro all’estero. Con il fenomeno della globalizzazione e della mobilità lavorativa anche la popolazione russa tende ad espatriare per la carriera. I paesi più attrattivi sarebbero: Gran Bretagna (con la preferenza del 42% degli intervistati), Stati Uniti (41%), Germania (38%), Canada (32%) e Australia (28%). Tra i lavoratori interessati a questa opportunità ci sono soprattutto coloro che operano nel settore dell’alta tecnologia (21%), settore produttivo (10%), settore finanziario (8%) e di consulenza (6%). In effetti, per gli specialisti del marketing e per chi lavora nel campo amministrativo ed ha una buona conoscenza dell’inglese, le migliori opportunità di carriera rimangono ancora all’estero. Inoltre, rivoluzioni, guerre, riforme e terrorismo sono tra i fattori che spingono i russi a prendere in considerazioni l’ipotesi di espatriare. Tuttavia, dal 2003, sembra iniziare anche il fenomeno contrario: molti di coloro che avevano lasciato il paese stanno tornando in patria per fare carriera in Russia.
Al momento però, nonostante la nuova politica dei visti per attrarre più talenti stranieri, la Federazione Russa rimane, nel mondo del lavoro, più un paese da cui partire che una destinazione.

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