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venerdì 30 marzo 2012

La classe media russa e il Made in Italy

L’Italia continua a essere al settimo posto tra i fornitori internazionali della Federazione russa, dove il Made in Italy è molto richiesto e “fanno gola” soprattutto i prodotti di qualità.

Con l’aumento della disponibilità di consumo della classe media russa, particolarmente attratta dal gusto italiano, sono cresciute anche le esportazioni dal Belpaese. Nel 2010 gli investimenti diretti italiani in Russia si sono attestati a quota 972 milioni di euro, in crescita rispetto ai 721 milioni dell’anno precedente, e le prime stime sul 2011 potrebbero confermare il ritorno ai livelli pre-crisi (1,18 miliardi).
Sono circa 500 le aziende della Penisola presenti nella Federazione, tra queste “i big” sono: Fiat, Eni, Danieli, Enel, Coeclerici, Pirelli, Alenia Aeronautica, Iveco, Ferrero, Indesit, Candy Mapei e Italtel; soprattutto aziende che fanno parte dell’industria pesante, della meccanica e degli elettrodomestici.
Sebbene le realtà italiane che hanno creato stabilimenti in loco rimangano comunque una quota limitata, sono molte quelle che considerano la Federazione uno dei mercati di sbocco più interessanti per i propri prodotti: nel 2011 l’export italiano in Russia ha raggiunto quota 9,31 miliardi di euro, segnando una crescita del 17,8% rispetto al 2010. I consumi in Russia, infatti, continuano a crescere e l’economia locale risulta particolarmente interessata al Made in Italy, soprattutto a quei prodotti di qualità che hanno i maggiori spazi di mercato, in quanto la produzione locale riesce solo in parte a soddisfare la domanda di una classe media in crescita e che non guarda più solo al prezzo come variabile di acquisto.
Se le imprese italiane saranno in grado di mettersi in gioco per sfruttare questo mercato, nonostante le difficoltà di natura burocratica che ancora presenta, l’Est potrebbe rappresentare una grande opportunità per la ripresa del Belpaese.

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