La Russia ha deciso di intervenire in Kirghizistan, dopo che secondo il presidente russo, Dimitri Medvedev, «La situazione è intollerabile, la gente muore, le differenze etniche danno origine alle violenze: è necessario fare tutto il possibile per mettere fine a tutto questo». La Repubblica Federale Russa interverrà con un ingente uso di mezzi, tra cui attrezzature, elicotteri, mezzi di trasporto e carburante che fornirà al governo di Bishkek, ed invierà un contingente di peace-keeping in collaborazione con la Csto, l’organizzazione di ex repubbliche sovietiche impegnate nel mantenimento della sicurezza collettiva. Il Cremino, infatti, è fortemente interessato a pacificare non solo la situazione in Kirghizistan, ma anche ad evitare una grave crisi nei rapporti tra le sue ex repubbliche del Caucaso. Già a maggio Medvedev aveva nominato Vladimir Rushailo, ex segretario della Comunità degli Stati Indipendenti, quale inviato speciale della Russia in Kirghizistan. Di fronte all’insorgere degli scontri nel sud, il 12 giugno Medvedev ha inviato un aereo carico di aiuti umanitari per la popolazione.
A Osh e Jalalabad, le violenze continuano e finora si sono registrati 125 morti e circa 2.000 feriti: il conflitto etnico tra kirghizi contro uzbeki, è stato ulteriormente fomentato dalla crisi economica e delle difficoltà politiche riscontrate dopo che il presidente Kurmanbek Bakijev è stato costretto alla fuga ed il governo provvisorio di Rosa Otunbajeva si è rivelato troppo debole per gestire la situazione nel Sud del paese, roccaforte uzbeka. Secondo l’Onu sarebbero già più di 100.000 i profughi dal paese.
A Osh e Jalalabad, le violenze continuano e finora si sono registrati 125 morti e circa 2.000 feriti: il conflitto etnico tra kirghizi contro uzbeki, è stato ulteriormente fomentato dalla crisi economica e delle difficoltà politiche riscontrate dopo che il presidente Kurmanbek Bakijev è stato costretto alla fuga ed il governo provvisorio di Rosa Otunbajeva si è rivelato troppo debole per gestire la situazione nel Sud del paese, roccaforte uzbeka. Secondo l’Onu sarebbero già più di 100.000 i profughi dal paese.
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