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lunedì 19 settembre 2011

La crisi del settore spaziale russo

La chiusura del Programma Space Shuttle 2011 e il recente incidente al cargo russo Progress, hanno portato gli esperti a dubitare circa l’affidabilità delle apparecchiature russe.

La Russia, relativamente al settore spaziale, investe in ricerca e sviluppo solo un decimo rispetto ai paesi occidentali e solo un quinto a livello di immobilizzazioni e formazione del personale; inoltre, gli esperti stimano che un terzo delle imprese del settore sia vicino alla bancarotta.
Vladimir Dvorkin, Generale Maggiore in pensione, incaricato di sviluppare programmi per il miglioramento delle Forze Nucleari Strategiche, ha dichiarato: “Più del 70% delle tecnologie utilizzate a fini produttivi sono fisicamente e moralmente obsolete”. Una constatazione amara arriva anche da parte di Igor Lisov, redattore dell’autorevole testata Novosti Kosmonavtiki (Notizie di Cosmonautica): “Negli ultimi due decenni molti professionisti esperti si sono ritirati da questo settore industriale per ragioni d’età o per gli stipendi bassi […] finché un ingegnere aerospaziale per la produzione e la progettazione di tecnologie spaziali verrà pagato meno di un commerciante di cellulari, preferirà vendere cellulari che occuparsi di tecnologie spaziali”.
Uno degli ostacoli maggiori sulla via del miglioramento del settore spaziale è costituito dalla mentalità di puntare all’ottenimento di successi spettacolari ma temporanei, per consentire alla leadership di Stato di farsi pubblicità: la principale azienda spaziale del Paese, Energia Corporation, anziché lavorare alla progettazione a alla creazione di nuove tecnologie, sta progettando di installare nell’orbita terrestre bassa un albergo per turisti.

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