In seguito al crollo del muro Mosca aveva cominciato a operare per la modernizzazione e la democratizzazione del Paese; negli ultimi dieci anni, ha cercato, invece, di recuperare lo status di “grande potenza”.
I principi di libertà e di democrazia che si erano diffusi nella Federazione Russa in seguito alla caduta dell'impero sovietico, a partire dal 1999, hanno cominciato a vacillare: Mosca ha scelto di abbandonare la strada della democratizzazione per tornare a proporsi come un sistema politico-economico alternativo a quello occidentale. Dal 2000, con l'ascesa di Putin, al fine di riconquistare riconquistare le sue vecchie sfere d’influenza, Mosca ha cominciato ad ostacolare tutti i paesi vicini nel loro sforzo per integrarsi nelle strutture Euro-Atlantiche, ricomponendo la sua cerchia di satelliti per controbilanciare le alleanze occidentali. Il Paese è così entrato in conflitto con quelli che non avevano accettato di sottomettersi al suo nuovo disegno, come la Georgia e la Moldova, e con il mondo occidentale; tuttavia riesce a garantirsi la lealtà di alcuni dei suoi paesi vicini grazie alla loro dipendenza dal Cremlino stesso. Anche i paesi dell’Asia Centrale sono sempre stati simpatizzanti del Cremlino cui, in cambio delle garanzie di sicurezza e di sostegno politico nei confronti dei loro regimi autoritari, assicurano la propria collaborazione.
Inoltre, la Russia tenta di intervenire attivamente negli affari interni della Nato e dell'Ue, in particolare, si oppone ai futuri progetti di allargamento della Nato cercando di influenzare le scelte dei singoli stati. L’Occidente, avverte la necessità di portare la civiltà democratica in Russia per risolvere e porre fine ai numerosi conflitti regionali attualmente presenti nel continente europeo, ma sembra non avere ancora trovato una soluzione adeguata.
Secondo molti analisti gli stati dell'Unione Europea dovrebbero impegnarsi con più rigore nella condivisione di una politica estera comune in difesa della legalità e della democrazia, ed esigere il rispetto per la sovranità dei paesi vicini da parte del Cremlino, al fine di delegittimarne l'autoritarismo ed evitare che l’autorevolezza dell’Ue e della Nato vengano sminuite.
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